Comunità di S.Egidio


 

02/01/2007


Sepe: costruire la pace, Napoli � il crocevia
Dal cardinale i partecipanti alla marcia della Comunit� di � Egidio.� La nostra � la citt� del dialogo�

 

TRENTATR� cartelli con i nomi di altrettanti paesi martoriati dalla guerra: dal Libano all'Irak, dall'Uganda alla Somalia, al Togo. Per ricordare l'orrore di quei territori insanguinati e per ribadire la necessit� di un forte no alla guerra e a ogni forma di violenza, in tanti hanno sfilato alla marcia per la Pace organizzata, per il quinto anno consecutivo, dalla Comunit� di Sant'Egidio. Almeno cinquecento le fiaccole che hanno illu minato le strade del centro storico, da piazza del Ges� al sagrato della Cattedrale dove i manifestanti - al corteo hanno partecipato anche il sindaco Iervolino, il presidente della Provincia, Di Palma e l'assessore regionale Armato, in rappresentanza di Bassolino - sono stati accolti dal cardinale Crescenzio Sepe. L'alto prelato, che gi� in mattinata, durante la Messa celebrata nel Duomo, aveva parlato di Pace, � ritornato sul tema sottolineando che Napoli, pu� rappresentare, appunto, il crocevia della pace nel mondo.

In una cattedrale gremita di fedeli, Sepe aveva celebrato la messa del primo giorno del nuovo anno che coincide, appunto, con la Giornata mondiale della Pace.

�Questa citt�, che conosce e subisce le insidie del male, avverte ancora di pi� il peso delle sofferenze che sembrano, ma non sono, lontane. In queste senso il mio pensiero va a un appuntamento che far� proprio di Napoli il crocevia pi� importante del dialogo per la pace nel mondo� ha detto Sepe. Ed ha aggiunto: �Ospitare questo evento � un modo per sottolineare il grande ruolo della nostra citt� come ponte di dialogo tra il nord Europa e la grande area mediterranea. E in questa area, dove la ricerca di pace si confronta con sfide sempre pi� impegnative, Napoli non pu� esprimere appieno la propria vocazione alla pace. In un contesto come questo, parlare e ritornare a denunciare le nefande imprese della malavita organizzata significa umiliare, e quasi sporcare, il valore altissimo della pace che ci viene da Cristo�.

Occorre costruire la pace ma serve anche garantire pi� giustizia sociale, aprendo le �porte al lavoro, soprattutto ai giovani�, offrendo �garanzie a chi � senza protezioni o emarginato�, dando �sostegno a coloro che intendono spendersi per Napoli e per il suo futuro� ha sostenuto ancora a arcivescovo pepe elle ha poi auspicato che si dia pi� spazio �a una giustizia sociale pi� diffusa� ricordando che autentici segni di pace �sono le tante iniziative di solidariet� che, certo, non coprono tatti i bisogni ma indicano l'unica strada sempre percorribile a sentimenti di concordia e di condivisione�.

Ma ritorniamo alla marcia silenziosa. Vi hanno partecipato, tra gli altri Alberta Levi Temin della comunit� ebraica, l'imam di Salerno, Rachid Amaidia - la cui stretta di mano col cardinale ha concluso, in modo estremamente simbolico, la manifestazione sul sagrato della Cattedrale - e rappresentanti della comunit� ortodossa, nonch� i bambini rom di Scampia, studenti, immigrati, casalin terribili di Santa Chiara ridotta in macerie, dei quartieri del porto sventrati dalle bombe.

Poi tutti si sono detti pronti a partecipare dal 21 a123 ottobre prossimi al nuovo appuntamento per la Pace che si terr� proprio a Napoli promosso sempre dalla Comunit� eli Sant'Egidio. Il presidente Napolitano, attraverso il sindaco lervolino, che in mattinata aveva sentito al telefono, si � complimentato col cardinale per la sua partecipazione alla manifestazione organizzata dalla Comunit� di Sant'Egidio nel ricevere i partecipanti alla marcia sul sagrato del Duomo.

Marisa La Penna