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Prealpina |
02/01/2007 |
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"Pace in tutte le terre". Questo lo slogan che, nel pomeriggio di ieri ha guidato pi� di mille nocare - i nel tradizionale appuntamento con la Marcia della Pace promossa dalla Comunit� di Sant' Egidio. Un appuntamento cui i novaresi non hanno voluto assolutamente mancare, presentandosi puntuali alle 15.30 in piazza Duomo, da dove il corteo, colorato e aninato da bimbi, ragazzi e adulti, ha preso il via. Ad accompagnare la riflessione, in particolare, il messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della N, e, "La persona umana, cuore della pace", riportato anche su alcuni cartelloni recati dai manifestanti. Presenti, accanto a tanta gente comune, desiderosa dr manifestare l'importanza della pace in ogni angolo del pianeta, consiglieri comunali e provinciali. In articolare l'assessore ch Palazzo Natta Bruno Lattanzi, ma anche la vice-presidente della Provincia di Novara, Paola Turchelli. A guidare il corteo, colorato e formato da gente di ogni nazionalit� e di ogni credo religio o, i ragazzi della Comunit� di S. Egidio, pronti a intonare i loro canti, ricchi di gioia e che narrano la voglia di pace, di fratellanza e di solidariet� che deve caratterizzare la vita di tutti i giorni. Tra loro, la responsabile regionale della Comunit�, Daniela Sironi e il vescovo di Novara, monsignor Renato Corti che, poi, into ro alle 18.30, in Duomo, ha anche celebrato la messa del primo dell'anno, incentrata sempre sul tema della pace e della solidariet� tra gli uomini. Il corteo si � dipanato da piazza Duomo e, tra canti, musiche, danze e una solidariet� che si respirava a ogni passo, � giunto in piazza Cavour, dove si � svolto un importante momento, animato da S. Egidio. Ad aprire la serie degli interventi, Gianfranco Giromini, che ha spiegato le ragioni dell'iniziativa che, ormai da dieci anni, si svolge anche a Novara. �Essere qui non � un'abitudine, ma � una domanda e una risposta - ha poi esordito Daniela Sironi, responsabile regionale di Sant'Egidio - Io credo che ci sia il rischio di abituarsi alla pace. Noi europei abbiamo dimenticato l'orrore della guerra che solo 60 anni fa insanguinava i nostri Paesi_ L'ultima generazione, che porta la testimonianza della seconda guerra mondiale, si indebolisce e il benessere fa dimenticare il dolore e la disperazione della guerra vissuta. Ma la guerra caratterizza ancora moltissimi paesi e molte popolazioni sparse - tutto il mondo. Oggi dobbiamo pensare a loro e cercare di dare il meglio, di batterci, affinch� pace possa risplendere in ogni angolo della terra. Il concetto di pace va diffuso a ogni livello attraverso l'impegno di tutti. Un impegno - ha rilevato Sironi - cui ci appella anche Papa Benedetto XVI e che noi tutti, se siamo qui oggi, certamente vorremo seguire�. Alcuni ragazzi hanno quindi portato le proprie testimonianze di pace. Una ragazza ha letto l'appello giunto da amici africani, che chiedono un impegno di tutti a riportare la pace nelle loro terre, anche per combattere un'altra piaga del Continente africano, quella terribile dell'Aids, una piaga contro cui S. Egidio da anni � fortemente impegnato. Una marcia della Pace che ha voluto avere come protagonisti i bambini, simbolo di speranza per il futuro. Proprio a loro il compito, a conclusione della manifestazione, di portare delle luci accese con cui pregare per tutti quei popoli che ancora vivono la guerra, per i condannati a morte, per i malati e per tutti coloro che, in questo inizio d'anno, sono in difficolt�. La giornata si � conclusa con la messa in Cattedrale, celebrata da monsignor Corti. Una celebrazione in cui il vescovo ha preso il via dalla riflessione di Benedetto XVI relativamente alla Giornata mondiale della Pace, invitando tutti i presenti a fare proprie quelle parole, in modo che ognuno, nel proprio quotidiano, contribuisca a far nascere pian piano la pace e, soprattutto, contribuisca alla sua diffusione.
Monica Curino
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