Comunità di S.Egidio


 

02/01/2007


Duemila in marcia sotto la pioggia per la pace

 

In prima fila i bambini, con in mano palloncini colorati. Via via, dietro, tutti gli altri. Alla fine sono stati duemila, malgrado la pioggia, a sfilare in centro, per la pace. Cos� Genova ha celebrato ieri la trentanovesima Giornata Mondiale della pace, con la consueta marcia organizzata dalla Comunit� di Sant'Egidio.

Accanto alle ormai immancabili bandiere arcobaleno, i cartelli con i nomi dei paesi che sono ancora colpiti da guerre, violenza, terrorismo: dalla Somalia all'Iraq, dall'Afghanistan alla Colombia.

II corteo, terminato nel porticato del Ducale, ha visto marciare insieme l'arcivescovo Angelo Bagnasco, che aveva appena presieduto la messa in cattedrale, ed i rappresentanti delle chiese ortodosse presenti a Genova, alcuni esponenti delle autorit� locali e Savino Pezzotta, ex segretario generale della Cisl e presidente della fondazione Ezio Tarantelli.

Al termine della manifestazione, Andrea Chiappori della Comunit� di Sant�Egidio ha ricordato la responsabilit� dell'Europa di fronte al dramma della guerra: �Bisogna squarciare il velo di tristezza ed il buio a cui l'Europa si � abituata. Non basta il benessere a ridarci la speranza�. E' toccato quindi a Pezzotta ricordare il dramma dell'Africa, colpita dalle guerre ma anche da povert�, malattie, mancanza di accesso alle cure. �Mai come in questi tempi l'umanit� ha posseduto risorse umane, scientifiche, culturali ed economiche tali da poter risolvere i problemi della fame, delle malattie e del sottosviluppo. Risorse che potrebbero essere usate per prosciugare gli ambiti in cui si sviluppa la cultura della violenza e della guerra. La consapevolezza delle nostre potenzialit� aumenta le nostre responsabilit�. Costruire un mondo pi� umano � possibile�.

L'arcivescovo Bagnasco, dopo aver gi� ricordato nel corso dell'omelia in cattedrale come dalla pari dignit� dell'uomo in ogni parte del mondo debbano discendere pari diritti, ha quindi affermato con forza come la nostra Europa debba riconoscere la sua stessa anima per non essere schiacciata dalla paura e compiere la missione che le � propria in questo mondo, che � lavorare per la pace.