Comunità di S.Egidio


 

07/01/2007


L'EPIFANIA Il cardinale Sepe insiste: le diversit� religiose sono una ricchezza
Sant�Egidio Festa della Befana con oltre duecento ragazzi e con tanti piccoli rom

 

NAPOLI - �L'Epifania ci invita a celebrare la festa dei popoli, a sentire il respiro universale della nostra fede che si esprime in tutti i linguaggi e le culture del mondo, a vivere la nostra speranza come speranza di tutta l'umanit�. Sulla scia delle dichiarazioni rilasciate ieri il cardinale Sepe, nella giornata del 6 gennaio, torna a parlare di dialogo interreligioso invitando ad aprirsi agli altri, ad accogliere con gioia gli stranieri, riconoscendone doni e ricchezze. �Ci� significa - ha detto l'arcivescovo che dobbiamo superare gli angusti orizzonti del nostro benessere o delle nostre paure, che spesso ci impediscono di guardare con simpatia a uomini e donne di altre culture e religioni�. Un concetto che � proprio della Chiesa: �La festivit� dell'Epifania, allora, ci manifesta anche il volto della Chiesa ecumenica e missionaria, di una Chiesa che abita la terra, accoglie in s� tutti i popoli del mondo, ed entra nel cammino dell'umanit�. Parole che l'arcivescovo aveva pronunciato anche il 1 gennaio, Giornata mondiale della pace, in particolare in riferimento ad un evento che vedr� protagonista Napoli nel mese di ottobre: il grande incontro interreligioso di preghiera per la pace.

Un messaggio forte partir� dal capoluogo partenopeo in quella occasione, un messaggio di universalit� e tolleranza, perch�, come ha ricordato Sepe, la citt� che pure conosce la violenza, pu� porsi come porta sul Mediterraneo e come frontiera per il dialogo ecumenico e per la cultura dell'accoglienza. �Oggi i popoli del mondo � ha detto ancora l'arcivescovo - non riescono a vivere le loro diversit� culturali e religiose come ricchezza e dono. Ma; al contrario, le avvertono come minaccia, che genera nel mondo paura, odio e violenza. L'unit� che la chiesa pu� donare al mondo, � un'unit� che "prefigura e promuove la pace universale", E' questa la vocazione della Chiesa e dell'intero popolo di Napoli�. Ed allora occasioni come quella di ieri pomeriggio vissuta dalla Comunit� di Sant'Egidio a Scampia diventano segno concreto di questa "vocazione" tutta napoletana. Il quartiere tristemente noto per il disagio e che la cronaca ricorda spesso per fatti di camorra ha offerto una lezione di civilt�, di solidariet� e di convivenza civile. Duecento persone fra giovani e anziani, bambini rom e ragazzi del quartiere, adulti e immigrati, famiglie e senza fissa dimora, amici, disabili, anziani, si sono ritrovati a festeggiare insieme l'Epifania con un pranzo ed una festa. �Un incontro familiare ha spiegato Antonio Mattone della Comunit� di Sant'Egidio - tra quanti, a Scampia, vivono e lavorano per riaffermare il valore della solidariet� con i pi� deboli nella costruzione di una citt� umana per tutti, un'immagine corale e gioiosa di una convivenza possibile come sembravano dire i tanti volti sorridenti degli ospiti provenienti da storie e geografie diverse�.

Elena Scarici