Comunità di S.Egidio


 

07/01/2007

Il pranzo di Natale organizzato dalla Comunit� di Sant�Egidio per gli ospiti del penitenziario di Poggioreale
Liberi per qualche ora

 

Liberi per qualche ora. Uno dei detenuti al carcere di Poggioreale ha ringraziato cos� i responsabili e i volontari della Comunit� di Sant�Egidio che come � ormai tradizione organizzano alla vigilia di Natale il pranzo per i reclusi del penitenziario. 120 gli ospiti pi� i volontari, il direttore del carcere, Salvatore Acerra, Eduardo De Crescenzo, i giornalisti. Tutti seduti agli stessi tavoli, per un giorno tutti uguali. Liberi per qualche ora. Ed � stata proprio una sensazione di libert� e di condivisione che ha accomunato tutti i presenti. �Quando c�� il pranzo di Natale di S.Egidio � ha detto il direttore dell�istituto � riusciamo a sentirci come una famiglia. Ogni anno poi diventiamo sempre pi� numerosi. L�atmosfera che si riesce a creare in questa occasione non si crea in nessun altro giorno dell�anno�. Per franco, vittima della droga, il carcere rappresenta un rimedio. �mi sono fatto arrestare � racconta � perch� solo in carcere riesco a fare a meno dell� eroina, qui � dura ma fuori � un inferno�. Per chi come Franco non ha una famiglia, sopravvivere � pesante, tre volte ha provato a suicidarsi. �Ma quel che � peggio � aggiunge � � che quando esci, nessuno ti d� un lavoro e l�etichetta di carcerato ti rimane addosso per sempre�. Lo sfogo di Franco mette tanta tristezza, il problema qui non � sbagliare, ma � rimediare. Momenti come questo di certo non risolvono i problemi, per� aiutano. D�altro canto il lavoro dei volontari di Sant�Egidio va ben oltre il pranzo e dura tutto l�anno. �Ci� di cui i carcerati hanno pi� bisogno � spiega Antonio Mattone, responsabile della Comunit� � � di qualcuno che li ascolti�. Niente di pi� vero e te ne accorgi stando ai tavoli con loro. In pochi minuti ti raccontano la loro vita, parlano di tutto. Tra i commensali, molti immigrati, sri-lankesi, filippini, nigeriani, tutti con una storia da raccontare, talvolta in un italiano stentato. E un ospite d�eccezione: Eduardo De Crescenzo, non nuovo alla realt� carceraria e non nuovo al mondo del volontariato. �E� proprio nei momenti come questo che vivi la dimensione autentica dell�umanit��, ha detto Eduardo che agli ospiti ha regalatotre brani: �Le mani�, �Ancora� e �I ragazzi della ferrovia�. Un pezzo autobiografico, quest�ultimo, che Eduardo ha cantato con particolare passione, essendo nato proprio nel quartiere della Stazione, ed avendo dedicato ai ragazzi della zona un concerto per i quali, nell�ambito del progetto di solidariet� �Le mani�, sta mettendo su un help center per i senza fissa dimora che dormono alla stazione e che dovrebbe partire alla fine di gennaio. Al termine del pranzo un regalo per tutti: una sciarpa, un pacchetto di sigarette, uan lettera affrancata per scrivere a qualcuno. Per vincere la solitudine, quando � possibile.

Elena Scarici