Comunità di S.Egidio


 

07/01/2007


Mille fiaccole contro la guerra

 

33 i cartelli che hanno sfilato per le strade del Centro storico della citt� insieme ai circa mille partecipanti alla marcia per la pace promossa dalla Comunit� di Sant�Egidio il 1 gennaio, in occasione della Giornata mondiale. Un lungo corteo di fiaccole per dire no a tutte le forme di violenza e per lanciare un unico grande messaggio: napoli citt� di pace. Un messaggio particolarmente indicato all�inizio di un anno che vede la nostra citt� ospitare nel mese di ottobre il grande incontro interreligioso di preghiera per la pace, fortemente voluto dalla Comunit� di Sant�Egidio e dall�arcivescovo Crescenzio Sepe che, accogliendo sul sagrato del Duomo i partecipanti, ha ribadito ancora una volta che �non ci pu� essere esistenza senza la pace. Una pace che non deve essere considerata solo come assenza di guerra ma come dono da dare agli altri e da conservare nei nostri cuori�. E nello spirito ecumenico indivuato dai promotori dell�iniziativa, la presenza alla marcia di esponenti delle diverse religioni dall�Imam di salerno Rachid Amaidia, ad Alberta Levi Temin della Comunit� ebraica, dall�archimandrita della chiesa greco-ortodossa e all�esponente del patriarcato ortodosso di Mosca. Presenti anche il sindaco Iervolino, il presidente della Provincia Dino Di Palma, l�assessore regionale Armato, oltre ai numerosi rappresentanti di movimenti e associazioni ecclesiali. 33 cartelli in rappresentanza dei 33 Paesi dove vige ancora una situazione di guerra. Paesi le cui drammatiche notizie arrivano a noi quotidianamente come l�Irak, il Libano, la Somalia, ma anche Paesi i cui conflitti sono meno conosciuti: Togo, Birmania, l�Uganda del Nord. Proprio da questo Paese proviene Melissa una ragazza della Comunit� che da quando � nata ha conosciuto solo guerra: �In questi ultimi anni ci sono stati 100mila morti e forse un milione e mezzo di rifugiati nei campi profughi � ha detto Melissa � io non ho mai conosciuto la pace vera. Sempre da qualche parte nel mio paese c�era la guerra. 25mila bambini sono stati rapiti dai ribelli. Tanti sono morti. Gli altri sono stati costretti a combattere. Sono diventati bambini-soldato. Le bambine e le ragazze sono diventate le mogli dei ribelli. Ma anche gli altri bambini hanno sofferto. In tanti paesi africani c�� la guerra. Spesso sono guerre dimenticate. Non se ne parla in televisione. Nessun giornalista viene a vedere cosa succede. Oggi c�� una speranza per il Nord dell�Uganda. Il 26 agosto 2006 � stato firmato un accordo per cessare i combattimenti. Poi � stato rinnovato e le trattative continuano. Oggi c�� una speranza per i nostri bambini. Vi chiedo perci� di non dimenticare l�Africa�. La testimonianza di Melissa ha toccato il cuore di tutti, e pur nella sua tragicit� ha lasciato una speranza, un invito a non mollare. Un invito raccolta da don Gino Battaglia: �Il mondo non � quello che vorremmo. Ma � solo un illusione sognare un mondo in cui la guerra sia progressivamente eliminata? Le difficolt� del nostro tempo, le minacce, il terrorismo, i tanti conflitti aperti non possono indurci a rassegnarci alla guerra. Senza la pace il mondo non ha futuro. Che cosa vuol dire allora celebrare questa Giornata della pace a Napoli, oggi? E� una domanda seria. Perch� un�altra obiezione � che noi, qui a Napoli, la guerra ce l�abbiamo in casa. Che dobbiamo pensare alla nostra pace. Questa Giornata � l�occasione per ricollocare queste questioni in un orizzonte pi� vasto: la pace non � solo assenza di guerra. La pace � una costruzione positiva. Anche a napoli. E qui il problema della citt� si lega all�orizzonte mondiale. Napoli, crocevia di pace. Citt� di pace�.

Elena Scarici