NAPOLI � �L�Epifania ci invita a celebrare la festa dei popoli, a sentire il respiro universale della nostra fede che si esprime in tutti i linguaggi e le culture del mondo, a vive re la nostra speranza come speranza di tutta l�umanit��. Sulla scia delle dichiarazioni rilasciate ieri il cardinale Sepe, nella giornata del 6 gennaio, torna a parlare di dialogo interreligioso invitando ad aprirsi agli altri, ad accogliere con gioia gli stranieri, riconoscendone doni e ricchezze. �Ci� significa � ha detto l�arcivescovo � che dobbiamo superare gli angusti orizzonti del nostro benessere o delle nostre paure, che spesso ci impediscono di guardare con simpatia a uomini e donne di altre culture e religioni�. Un concetto che � proprio della Chiesa: �La festivit� dell�Epifania, allora, ci manifesta anche il volto della Chiesa ecumenica e missionaria, di una Chiesa che abita la terra, accoglie in s� tutti i popoli del mondo, ed entra nel cammino dell�umanit��. Parole che l�arcivescovo aveva pronunciato anche il 1 gennaio, Giornata mondiale della pace, in particolare in riferimento ad un evento che vedr� protagonista Napoli nel mese di ottobre: il grande incontro interreligioso di preghiera per la pace. Un messaggio forte partir� dal capoluogo partenopeo in quella occasione, un messaggio di universalit� e tolleranza, perch�, come ha ricordato Sepe, la citt� che pure conosce la violenza, pu� porsi come porta sul Mediterraneo e come frontiera per il dialogo ecumenico e per la cultura dell�accoglienza. �Oggi i popoli del mondo � ha detto ancora l�arcivescovo � non riecono a vivere le loro diversit� culturali e religiose come ricchezza e dono. Ma, al contrario, le avvertono come minaccia, che genera nel mondo paura, odio e violenza. L�unit� che la chiesa pu� donare al mondo , � un� unit� che �prefigura e promuove la pace universale�. E� questa la vocazione della chiesa e dell�intero popolo di Napoli�. Ed allora occasioni come quella di ieri pomeriggio vissuta dalla Comunit� di sant�Egidio a Scampia diventano segno concreto di questa �vocazione� tutta napoletana. Il quartiere tristemente noto per il disagio e che la cronaca ricorda spesso per i fatti di camorra ha offerto una lezione di civilt� , di solidariet� e di convivenza civile. Duecento persone fra giovani e anziani, bambini rom e ragazzi del quartiere, adulti e immigrati, famiglie e senza fissa dimora, amici, disabili, anziani, si sono ritrovati a festeggiare insieme l�Epifania con un pranzo ed una festa. �Un incontro familiare � ha spiegato Antonio Mattone della Comunit� di Sant�Egidio � tra quanti, a Scampia, vivono e lavorano per riaffermare il valore della solidariet� con i pi� deboli nella costruzione di una citt� umana per tutti, un�immagine corale e gioiosa di una convivenza possibile come sembravano dire i tanti volti sorridenti degli ospiti provenienti da storie e geografie diverse�.
Elena Scarici
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