Comunità di S.Egidio


 

18/01/2007


Dialogo, il nuovo inizio
Roma a convegno sui rapporti tra ebraismo e cristianesimo Rosen: �Se vogliamo affermare vita, pace, e giustizia, dobbiamo coinvolgere gli altri che credono in queste verit�

 

Allora quelli che temono l�Eterno si sono parlati l�uno all�altro e l�Eterno � stato attento ed ha ascoltato��: il profeta Malachia (3,16) ha scritto parole fondamentali per il dialogo tra le religioni: esso non � una esercitazione accademica, un "esercizio di stile", ma un �atto di devozione all�Onnipotente�.

Ispirandosi alle parole di Malachia, David Rosen, presidente dell�International Jewish Committee for Interreligious Consultations, � intervenuto al convegno su �La fede di Israele e l�Umanit� � il contributo dell�ebraismo al mondo contemporaneo� svoltosi ieri a Roma per iniziativa della Comunit� di Sant�Egidio. �Noi incontriamo Dio nella creazione e nella storia � ha spiegato Rosen �, ma nella storia c�� solo la persona umana che riflette l�immagine di Dio. Incontrare il divino che � negli altri � un atto di devozione a Lui�. Il dialogo � dunque un dovere prima di tutto, e poi anche come opportunit�, perch� �se vogliamo affermare valori come la vita, la pace, la giustizia, dobbiamo coinvolgere altri che credano in queste verit�, per diventare qualcosa di pi� delle nostre somme�. I progressi fatti dal dialogo fra ebrei e cristiani, d�altra parte, � �un esempio di come un nuovo inizio pu� esistere all�interno di una storia possibile�.

Ne � convinto il cardinale Walter Kasper, presidente della Pontificia commissione per i Rapporti religiosi con l�ebraismo, secondo il quale una svolta cos� profonda si colloca anche nel clima creato dal Concilio, �che ha affermato la necessit� del dialogo a tutti i livelli della vita: quello ecumenico, dunque, ma anche quello interreligioso, culturale, con gli artisti e gli scienziati, oltre che all�interno della Chiesa stessa e delle comunit�. Il dialogo, si potrebbe dire, come stile di vita, legato al fatto che, come ci ha insegnato la filosofia dialogica di Buber e L�vinas, �Dio non ci ha creati come individui ma come esseri sociali. Esistiamo nel dialogo, siamo incontro con l�altro�. In questo senso, secondo il cardinale Kasper, il dialogo � �da una parte una prospettiva critica nei confronti della societ� occidentale, profondamente individualista; dall�altra il presupposto per la pace nel mondo�. Tanto che � arrivato il momento di passare �da un dialogo teoretico ad un dialogo di cooperazione, che magari coinvolga anche i musulmani moderati�. Attorno alla concretezza della carit�, e all�impegno di affrontare insieme alcune eclatanti ingiustizie come la fame in Africa, si possono aprire nuove prospettive. � sul terreno dei valori, infatti, che il dialogo si fa storia e acquista concretezza quel nuovo �umanesimo mediterraneo� di cui la nostra epoca avrebbe bisogno, e che non pu� essere ricostruito se non partendo dalle sue radici ebraiche.

Secondo lo storico Andrea Riccardi, della Comunit� di Sant�Egidio, il Novecento europeo ha cercato di liberarsi dell�ebraismo e del suo portato culturale. Il riferimento non � soltanto al nazismo, ma anche a quella tendenza culturale presente ad esempio in Francia e in Italia, che tendeva a �nazionalizzare� il cristianesimo: Mussolini, secondo Riccardi, si poneva come �esempio emblematico e rozzo di questa concezione quando sosteneva che � stata Roma a fare di una piccola setta (i primi cristiani di Palestina) un impero spirituale�. La dura reazione di papa Pio XI che afferm�: �Noi siamo spiritualmente semiti�, era legata alla consapevolezza che lungo questa strada si affermava una religione solo di potere, ma senza umanesimo. E se il dialogo tra ebrei e cristiani oggi � essenziale � proprio perch� �c�� bisogno di un uomo nuovo, di un richiamo al destino comune. La tolleranza non basta pi�, n� pu� bastare un relativismo superficiale. C�� un solo Dio e un unico uomo: il dialogo � l�appuntamento da cui pu� scaturire un nuovo uomo contemporaneo�.

D�altra parte, � a una sola voce che cristiani ed Ebrei pregano per la pace. Oded Wiener, direttore del Gran rabbinato di Israele, ha ricordato come la pace sia il bene supremo, tanto che �il Signore non ha costruito il mondo se non perch� ci sia pace tra le genti�. Perci� l�ebreo la invoca tre volte al giorno, ma anche il cristiano chiede continuamente dona nobis pacem. Ma, come ha detto Enzo Bianchi, la pace � �integrit� di vita, possibilit� di comunicazione nella giustizia e nell�amore. � una realt� terrena che ha una dimensione religiosa perch� � un volere di Dio, � il pensiero di Dio per l�uomo e per la sua comunit�. Per questo �intercedere per la pace significa fare un passo in mezzo, mettersi fra le due parti in conflitto per stabilire relazioni, anche a costo di pagare personalmente. La preghiera di pace non � fatta con le labbra, ma con la vita�.

� in questo contesto che si � alzato il grido d�aiuto del Rabbino capo di Israele: non tutti sono disposti al dialogo, �c�� infatti chi usa il Corano per giustificare atti terroristici�. E non solo: �Sei milioni di ebrei sono stati uccisi dal nazismo. Ora c�� chi cerca di imitare Hitler: il popolo ebreo si trova sotto la minaccia dell�Iran. Chi vive in Europa deve sapere che tutto comincia con delle parole dopo le quali vengono i fatti. Meglio intervenire un minuto prima�.

Paola Springhetti