Comunità di S.Egidio


 

20/01/2007

L�esercito dei poveri bussa alla citt�
Ma il pezzo di pane non basta pi�
DISAGIO S. Egidio, incontro con Caritas e Arci

 

LIVORNO. Su 39mila anziani residenti nella nostra citt�, 15mila vivono in stato di bisogno. Su 300 famiglie livornesi incontrate, il 65% vive sotto la soglia di povert�, stabilit� dall�Istat in 936 euro mensili. Sono solo alcuni dei dati che, presentati dalla Comunit� di Sant�Egidio, sono emersi nella conferenza pubblica �Amare i poveri�: l�ha organizzata Sant�Egidio in tandem con la Caritas e la partecipazione dell�Arci. �C�� bisogno di mettersi in discussione come singoli cittadini, come persone, per essere in grado di affrontare in modo lucido il problema dei poveri nella nostra citt�: solo se riusciamo a cogliere il senso della nostra vita possiamo intuire il senso della vita altrui�. Marco Solimano presidente dell�Arci, crede che proprio da questo dobbiamo partire per affrontare il tema della poveri e della miseria in citt�. E� un aut aut: o si fa cos� o tutto il resto diventa mero tecnicismo. �Potremmo aprire altri centri di accoglienza, aumentare il numero dei posti letto e dei pasti disponibili, ma dentro rimarremo gli stessi�, ha sottolineato il numero uno dell�Arci nell�incontro voluto dopo che, nella nostra citt�, dalla fine di dicembre e per tutta la prima settimana di gennaio, gli episodi di violenza e intolleranza spesso ai danni degli emarginati, si sono susseguiti con cadenza quasi giornaliera. �Per questo abbiamo creduto fosse necessario fare il punto della situazione in citt� - ha spiegato Mauro Nobili, direttore della Caritas - per capire da dove ripartire, prima di tutto come cittadini, per combattere il disagio sociale�. Durante l�incontro si sono alternate le esperienze di chi, con i poveri, lavora quotidianamente, per cercare di offrire loro una nuova speranza ed un aiuto concreto. �Il 28 gennaio - ha ricordato Solimano - si � verificato un vero attacco �squadrista� contro un gruppo di senza tetto che dormivano sotto i portici di piazza Grande: un gruppo di giovani ha tentato di dare fuoco ai loro giacigli. E anche gli episodi dei giorni scorsi all�Attias dimostrano come, anche nella nostra citt�, ci sia una perdita di �senso� da parte di molti giovani�. A suo giudizio, la prima domanda che dobbiamo farci �: perch� esistono i poveri anche a Livorno? �E� da qui che bisogna ripartire, accostando al tema della solidariet� quello della giustizia sociale: significa non dare soltanto il famoso �pezzo di pane� a chi ha bisogno. Ma dargli un�opportunit�, quella che magari non ha mai avuto. Una nuova speranza di vita, una possibilit�. No, non c�� da credere ai poveri per elezione o per vocazione. Non � vero - � stato affermato - che una persona sceglie lucidamente come alternativa la strada. C�� sempre un �incidente� che fa perdere la rotta ed il senso di prospettiva. Ed � su questo che dobbiamo lavorare. Recuperando quel senso di cittadinanza, di comunit�, che anche in una citt� come la nostra sta venendo a mancare. �Alcuni giorni fa - continua il presidente dell�Arci - un ragazzo � morto di overdose all�interno dei capannoni dell�ex Pirelli. Sono andato l� dentro, e pur lavorando da vent�anni con chi ha bisogno, non avevo mai trovato una situazione di degrado cos� profondo. Ai ragazzi amici del giovane morto ho chiesto come facessero a vivere in quelle condizioni. Non ho ricevuto una risposta e nemmeno io l�ho trovata. Credo che soltanto quando riusciremo, come comunit�, a trovare una risposta a questo interrogativo, allora un passo avanti sar� stato fatto�. Durante l�incontro si � parlato di tanti problemi che gravitano intorno al tema della povert�: gli anziani che vivono soli in stato di bisogno, il problema della casa (�e del caro affitti che negli ultimi anni a chi ha meno possibilit� sta rendendo difficile mantenere una casa�). Ma soprattutto la solitudine: �Delle 200 persone senza tetto che vivono a Livorno - ha spiegato Simona Ticchi, della Comunit� di Sant�Egidio - � la solitudine la grande nemica. I poveri non sono una categoria, ma persone, storie: solitudine e isolamento sono due facce della stessa medaglia. E forse proprio da questo bisognerebbe partire. Riscoprendoci comunit� in grado di avvicinare senza timori il prossimo�.

Sara Giusti