Comunità di S.Egidio


 

25/01/2007

Gli articoli di Mario Marazziti raccolti ne �La citt� di tutti� testimoniano le contraddizioni sociali di una metropoli
Dalla parte di chi conta meno

 

La complessit� � una caratteristica del contemporaneo dove a una realt� geopolitica contrassegnata dal conflitto si sovrappone una fitta rete di scambi non solo economici ma soprattutto culturali. Una mondializzazione segnata dalla compresenza di elementi talmente contrastanti da sottoporre inevitabilmente le societ� che popolano il pianeta a una continua tensione. Sicch� mentre � sotto gli occhi di tutti la sperequazione tra l�opulenza di un Nord del mondo abitato dal 20 per cento della popolazione complessiva del pianeta e la condizione miserevole in cui versa il restante 80 per cento ammucchiato nel Sud del globo, sembra restare pi� sfumato e destare perci� meno preoccupazioni il solco profondo che, proprio nei paesi sviluppati, viene a separare in maniera ogni giorno pi� netta, i ceti di quelli che �ce l�hanno fatta� da coloro che proprio no, non sono riusciti a trovare uno spazio di realizzazione personale. Lo squilibrio globale, insomma, si riflette sulle nostre metropoli che tuttavia tendono a chiudere gli occhi sulla folla di emarginati che le popolano, relegandoli ai margini delle proprie periferie o, comunque, confinandoli tra le frange deboli di un tessuto sociale sempre pi� slabbrato. Li si classifica per gruppi di riferimento � rom o extracomunitari, prostitute e tossici � ma si dimentica che dietro ogni definizione generalizzante ci sono semplicemente delle persone, uomini e donne, bambini e bambini. Tutti con una storia diversa ma, accomunati da una sofferenza comune, quel

mal-essere quotidiano di chi lotta con la sopravvivenza, nel tentativo di provvedere ai bisogni elementari legati ad essa: mangiare qualcosa, dormire al coperto, difendersi dal freddo pungente o dal caldo che opprime. � questo il popolo che, per scelta dichiarata dell�autore � �sovrarappresentato� nel libro �La citt� di tutti� (Leonardo international). A firmarlo Mario Marazziti (nella foto in basso) che vi ha riunito i suoi editoriali usciti sulle pagine del �Corriere della Sera� dedicate alla cronaca di Roma. Il giornalista vi opera una scelta di campo in favore di �quelli che contano meno�, le cui vite scivolano senza incidere sulla coscienza della citt� distratta che spesso si accorge di loro solo quando diventano protagonisti inconsapevoli di qualche incidente dovuto alla precariet� della loro condizione: le esalazioni di gas di una bombola mal chiusa, le fiamme sprigionate da una vecchia stufa regalano gli onori della cronaca a questo popolo, che la metropoli percepisce come altro da s�.

Marazziti, oltre che dirigente Rai e editorialista del Corsera, � il portavoce della Comunit� di Sant�Egidio, l�associazione di laici che da pi� di trent�anni si spende per l�inclusione sociale, ed � tra i coordinatori della campagna internazionale per l�abolizione della pena di morte. Questo libro � un esempio di una forma singolare di giornalismo militante: impegnato s� in una causa che sposa ma teso all�osservazione e al racconto dei fatti, senza mai scadere nel blablabla ideologico o nel moralismo di maniera. Sicch� lo schierarsi dichiarato dell�autore dalla parte di una �citt� di tutti� diventa un �diario urbano� in cui il racconto del cronista si intreccia con la sensibilit� dell�intellettuale che cerca �l�idea che � gi� scritta dentro al fatto, rispettando quanto pi� possibile i fatti stessi, ma anche cercando una via d�uscita, se i fatti sono inquietanti�.

La citt� che Marazziti percorre in lungo e in largo � Roma. Non quella dei turisti per�, ma quella di chi ci vive, con uno sguardo particolare rivolto ad anziani e immigrati che, a stento, ci sopravvivono. Sono loro quelli che il lettore incontra scorrendo le sue pagine: Modesta Valente, la barbona di piazza dei Cinquecento, morta l� dopo che l�ambulanza si era rifiutata di prelevarla perch� aveva i pidocchi; Concetta D�Alessio, la centenaria di via Terranova; Natale Morea, uomo senza fissa dimora ma capace di salvare, rimettendoci la pelle, due donne da un�aggressione sessuale; Vincenzo e Pina, ritardato lui sordomuta lei, uniti da un amore ingenuo e gentile nonch� lavoratori solerti e orgogliosi. Alla citt� che li considera alla stregua di �ombre�, di �invisibili� o �fantasmi�, Marazziti li restituisce come persone. E trasforma la sua scrittura pacata in grido di denuncia che si fa richiamo alla responsabilit� di ognuno.

Il volume sar� presentato il 6 febbraio, alle 16,30 nella Chiesa di Santa Maria Incoronatella nella Piet� dei Turchini dove, in un incontro voluto dall�Ucsi campania e dalla Comunit� di Sant�Egidio, interverranno, con l�autore, Rosa Russo Jervolino, Walter Veltroni e Luigi Fusco Girard. Introduce Massimo Milone, coordina Donatella Trotta. Sar� presente anche il Cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe.

Armida Parisi