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Volinforma |
31/01/2007 |
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Hanno la preghiera alla base del loro agire comunitario, ma un approccio laico al servizio ai poveri: sono gli "amici" - cos� amano definirsi - della Comunit� di Sant'Egidio: un movimento fondato nel 1968 a Roma e oggi diffuso in 35 Paesi del mondo. A Napoli il loro punto di riferimento � una comunit� ospitata in un'oasi di pace nel cuore del centro storico, la seconda ad essere fondata dopo la casa madre della capitale, nel 1973. Nessuna tessera d'iscrizione, solo l'attenzione e la vicinanza ai pi� deboli, insieme a incontri settimanali di preghiera comunitaria, rappresentano l'unit� di gruppo per le persone della comunit� di Sant'Egidio: uomini e donne di ogni et� (a Napoli circa trecento) che dedicano una parte del loro tempo ai ragazzi difficili, ai malati di Aids, agli anziani, ai senza dimora, ai Rom, ai detenuti del carcere Poggioreale. � qui che la comunit�, da tre anni, organizza un pranzo in occasione del Natale, che ha visto di anno in anno crescere il numero dei commensali: da una ventina del 2004, quasi il doppio nel 2005, fino agli ottanta del pranzo del 2006, met� italiani met� stranieri. Un pranzo allestito nella bellissima cappella dell'istituto, al quale abbiamo avuto l'onore di partecipare, perch� per la prima volta � stato aperto ai giornalisti. Seduti ad un tavolo di dieci persone, cori accanto gli amici di Sant'Egidio e i ragazzi del carcere, abbiamo parlato con loro di ricette per cucina - a Poggioreale si dividono i ruoli e nella cella c'� sempre uno che fa il "cuoco" - e delle bellezze di Paesi come la Tunisia e l'Algeria (tre di loro venivano dal nord Africa), di cantare Ancora insieme ad Eduardo De Crescenzo, ospite come noi e poi salito sul palco per donare a tutti qualche brano dei suoi pi� famosi, accompagnato dalla fisarmonica. Insomma un pranzo di Natale quasi normale in un contesto diverso: uno degli istituti penitenziari pi� duri e affollati d'Italia, dove vivono costrette mille e seicento persone (ma prima dell'indulto ne erano 2mila e 400, in una struttura che pu� ospitarne poco meno di mille e quattrocento) che hanno, ovviamente, poche occasioni di svago e, spesso, grande bisogno di confronto con il mondo esterno. �Al pranzo sono venuti i detenuti che non hanno famiglia, quelli che non fanno colloqui, e quanti fra di loro versano in condizioni di maggiore povert�. Anche all'interno del carcere vige la nostra regola di attenzione ai pi� poveri�, spiega Antonio Mattone, referente della comunit� di Sant'Egidio di Napoli per Poggioreale. � lui che, dalla primavera dello scorso anno, si reca al carcere ogni settimana, per dare ascolto e supporto morale ai detenuti. �Ogni volta riesco ad incontrare da uno a cinque detenuti - racconta Antonio - ma preferisco non fare visite veloci e dedicare ad ognuno quanto pi� tempo possibile�. L'incontro � un colloquio, che si svolge su richiesta del detenuto, in uno spazio apposito di cui � dotato ogni padiglione. �Incontro persone cos� diverse tra loro: alcuni non hanno famiglia, e cerco di aiutarli chiamando i familiari per invitarli ad andarli a trovare. Altri invece vengono da famiglie benestanti che si vergognano di loro, e perci� non vanno ai colloqui. Tutti i detenuti hanno in comune una situazione di disagio e di solitudine legata al fatto di essere privi della libert�. Gli amici della comunit� di sant'Egidio non predicano il Vangelo ma ascoltano, soprattutto, ci� che hanno da dire le persone che incontrano. �Aiutiamo tutti senza cercare di far diventare cristiano nessuno. In questo periodo storico, in particolare, tanto segnato dallo scontro di civilt� e di credo religiosi, � molto importante che ci si impegni affinch� culture diverse vivano pacificamente assieme. Anche all'interno di un carcere. Per me le visite ai detenuti sono un'occasione per incontrare tante persone, conoscere chi � pi� debole e sconfiggere molti pregiudizi�. �� possibile cambiare la vita della gente - conclude Antonio Mattone - e, attraverso di loro, cambiare anche la tua. Noi siamo persone come tanti, con i nostri difetti: avvicinarci ai poveri e ai pi� deboli ci aiuta a dubitare, ci fa scoprire un mondo di dolore e di sofferenza tante volte molto vicino a noi, che ci fa relativizzare tanti problemi e ci rende pi� umani. Il nostro spirito � che nessuno � cos� povero da non poter fare qualcosa per un altro, perch� c'� sempre chi � pi� povero di te�. La storia Nata a Roma nel 1968, all'indomani del Concilio Vaticano Il, la comunit� di Sant'Egidio oggi � Associazione pubblica di laici della Chiesa: un movimento di laici a cui aderiscono pi� di 50.000 persone, impegnato nel dialogo, nella solidariet� con i poveri ma anche nella preghiera e nella comunicazione del Vangelo. La Comunit� di Sant'Egidio nasce a Roma nel 1968, all'indomani del Concilio Vaticano II. Oggi � un movimento di laici a cui aderiscono pi� di 50.000 persone, impegnato nella comunicazione del Vangelo e nella carit� a Roma, in Italia e in pi� di 70 Paesi dei diversi continenti. � Associazione pubblica di laici della Chiesa. Le differenti comunit�, sparse nel mondo, condividono la stessa spiritualit� e i fondamenti che caratterizzano il cammino di Sant'Egidio: La preghiera, che accompagna la vita di tutte le comunit� a Roma e nel mondo e ne costituisce un elemento essenziale. La preghiera � il centro e il luogo primario dell'orientamento complessivo della vita comunitaria. La comunicazione del Vangelo, cuore della vita della Comunit�, che si estende a tutti coloro che cercano e chiedono un senso nella vita. La solidariet� con i poveri, vissuta come servizio volontario e gratuito, nello spirito evangelico di una Chiesa che � "Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri" (Giovanni XXIII). L�ecumenismo, vissuto come amicizia, preghiera e ricerca dell'unit� tra i cristiani del mondo intero. Il dialogo, indicato dal Vaticano Il come via della pace e della collaborazione tra le religioni, ma anche come modo di vita e come metodo per la riconciliazione nei conflitti. La Comunit� ha il suo centro nella Chiesa romana di Sant'Egidio, da cui ha preso il nome. Fin dall'inizio vive nel quartiere di Trastevere e a Roma una presenza continua di preghiera e di accoglienza ai poveri e ai pellegrini. A Napoli si trova in Vico San Nicola al Nilo 4, nei pressi di San Biagio dei Librai mentre per la preghiera si riunisce nella chiesa di S. Pietro a Maiella il marted�, mercoled�, gioved� e sabato alle 20.30.
Ida Palisi
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