Bellezza contro umanit�. Una guerra sbagliata ma che si ripete. Poveracci cacciati via con la forza pubblica da un monumento secondario vicino a Porta Maggiore che era diventato la casa provvisoria. Perch� succede? C'� sempre qualcuno che si lamenta e che pensa: �E uno sconcio�. Un altro sollecita le forze dell'ordine, e finalmente il monumento � restituito a se stesso (e al disinteresse abituale). A che serve e a chi?
E frequente che un gruppo di cittadini solleciti amministrazione e forza pubblica per togliere da vicino casa un campo nomadi. Lo scenario � simile: solo che in genere ci stanno anche molti bambini disperati, quando le ruspe buttano gi� la baracchetta. Sar� brutta e impropria, ma � l'unica casa che hanno. Sarebbe interessante che una volta qualche psicologo infantile esperto in traumi si applicasse al soggetto. Il risultato � che si sposta il problema da un'altra parte, peggiorato. Qualche cittadino, forse, si sente coraggioso e soddisfatto.
Ma dietro non c'� nessuna idea. Non si trova prima un altro posto dove dormire o abitare. Non c'� una soluzione dignitosa a cui si � lavorato prima. Non c'� un piano per regolarizzare e assorbire gli immigrati o i nuovi europei o i poveri italiani. Non c'� un progetto. C'� solo un'idea, ovvia e un po' ipocrita, che dice che non � dignitoso dormire tra i monumenti. Eppure � non sar� bello, ma meglio di niente � accade dalla caduta dell'Impero romano.
L'inchiesta parlamentare sulla povert� in Italia, nel 1952, raccontava della vita ai limiti della sopravvivenza nei borghetti come il Mandrione. Era il Mandrione delle foto bianco e nero di Franco Pinna: vita difficile, e certe volte nemmeno il pavimento sotto i piedi.
Bambini alle fontanelle, prostitute che ridevano, muratori che tornavano in baracca dopo avere costruito le case degli altri. Un'altra Italia, come quella dei Sassi di Matera: uomini, donne, bambini, animali, tutti insieme, nelle grotte, come ai tempi di Ges�. Anche i Sassi di Matera sono oggi Patrimonio dell'Umanit�. Ricordo ancora negli anni Ottanta, qui a Roma, le baracche dell'Acquedotto Felice, a Porta Furba, dentro gli archi romani, con la facciata a toppa. Quando sono state rimosse le ultime baracchette � rimasto sui muri romani l'intonaco colorato delle cucine rosa, azzurre. Ma a tutti � stata data una casa, tutti hanno potuto iniziare un'altra vita.
Sgomberi come quelli che se la prendono con i poveracci, senza soluzioni alternative preparate prima, in realt� umiliano Roma. Per difendere la bellezza occorre ritrovare l'umanit�.
Mario Marazziti
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