Comunità di S.Egidio


 

03/02/2007


La scorciatoia della pena di morte
Pubblichiamo l'intervento pronunciato da Mario Marazziti, portavoce della Comunit� di Sant'Egidio, alla cerimonia di apertura del III Congresso Mondiale contro la Pena di Morte, che si � svolto a Parigi dal 1 al 3 Febbraio

 

Penthotal, curaro, potassium. Ti addormento, ti paralizzo, ti congelo. Muori senza dolore. Senza dolore? Anche la ghigliottina, doveva "umanizzare" la morte. Ma la morte pulita non esiste. John Stevens della Corte Suprema degli Stati Uniti dice che ammazzare cos� "cani e gatti � vietato". In Florida ci sono voluti 30 minuti per fare morire l'ultimo condannato. Nel 2001 avevano gi� rinunciato alla sedia elettrica perch� uno era bruciato. Un anno fa lo stesso, in California, per Clarence Hill, 76 anni. Se questo � il meglio che il mondo ha saputo inventare per la morte "pulita", c'� qualcosa di malato. E da fermare subito.

E' tempo per una grande iniziativa mondiale per una moratoria universale. Lo chiediamo ai governi e a tutti voi qui oggi impegnati. Una moratoria universale delle esecuzioni va introdotta al pi� presto. Verso l'abolizione totale. La Comunit� di Sant'Egidio, con altri, ha avviato da tempo una campagna che ha raccolto finora 5 milioni di firme a un Appello per una Moratoria Universale, subito. Lo avete visto anche in una breve immagine del filmato che abbiamo appena visto. E' uno schieramento morale mondiale unitario, che per la prima volta unisce personalit� laiche e religiose di tutte le grandi culture e religioni mondiali, dal musulmano Abdurrahman Wahid, leader della pi� grande organizzazione islamica del mondo, a Michail Gorbaciov, dal Dalai Lama a vescovi, cardinali, gran rabbini e milioni di uomini e donne, in paesi abolizionisti e non.

Una moratoria universale � un obiettivo raggiungibile, un primo passo verso l'abolizione. E' una grande offerta, un ponte con il mondo arabo islamico, � una chance per i paesi democratici che cercano una via d'uscita e sono alle prese con le contraddizioni di un sistema giudiziario che non pu� essere perfetto, mai. Accanto a questa battaglia, il lavoro per la ratifica del Protocol 2 da parte del pi� grande numero di paesi possibile aprir� la strada all'abolizione definitiva in altre parti del pianeta. E' il senso dell'iniziativa italiana, sostenuta da Francia e Germania, che speriamo incontrer� il sostegno convinto dei paesi dell'Unione Europea: primo passo, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Il 2007, anche se non ce ne siamo accorti, � un anno storico. E' l'anno in cui pi� di met� della popolazione del mondo ha cominciato a vivere nelle citt�. Nasce da questa intuizione l'iniziativa mondiale delle Citt� per la Vita, le Citt� contro la Pena di Morte. Dal 2002, il 30 novembre, data anniversario della prima abolizione della pena capitale da parte di uno stato, il Granducato di Toscana, nel 1786, da Roma, dalla Toscana, ogni citt� che aderisce trasforma il "logo" della propria citt�, il monumento principale, in un grande testimone vivente contro la pena di morte. Intorno ad esso, i130 novembre e nei giorni contigui, assemblee, incontri pubblici, spettacoli, concerti, campagne, coinvolgono istituzioni, cittadini, coinvolgono anche la zona "grigia" di chi � incerto sul da farsi. In soli 4 anni, l'abbiamo visto, da poche citt� siamo oggi a 600 citt� del mondo e saranno 1000 nel 2007. Possiamo farlo con il vostro aiuto, perch� in ogni citt� l'iniziativa � promossa dalla comunit� di sant'Egidio assieme a tutte le associazioni che si mobilitano.

Ha tre grandi funzioni:

- sostenere in una grande iniziativa mondiale gli sforzi delle iniziative locali anche di associazioni per i diritti umani che non hanno un network internazionale;

- creare una grande mobilitazione di istituzioni locali e opinione pubblica, con impatto mediatico;

- creare dall'interno dei singoli paesi, dalla societ� civile, anche in paesi mantenitori, l'apertura culturale, istituzionale, politica e le contraddizioni necessarie a una svolta.

E' per questo che, dopo avere celebrato il 30 novembre la Prima Giornata Mondiale contro la Pena di Morte si � deciso di celebrare la giornata Mondiale i1 10 ottobre, dal 2003, e il 30 Novembre un'altra grande iniziativa planetaria che ha per protagonisti i nuovi protagonisti della vita del mondo, i sindaci, le citt�, i cittadini. E' la grande proposta che ci sentiamo di fare a tutti voi e che sar� possibile implementare assieme a voi. In questi giorni ci saranno i kit per avviare Citt� per la Vita in altri luoghi, potete chiederceli, lo vedete allo stand qui al Congresso Mondiale.

Non � una iniziativa isolata. E' accanto alla corrispondenza e alla difesa legale dei condannati a morte (oltre 4000 finora con la Comunit� di Sant'Egidio). E' con il lavoro per una Moratoria universale. E' assieme al lavoro che facciamo direttamente o con Amnesty International o con la World Coalition e altri, nelle carceri, con i governi africani e asiatici. Perch� la pena di morte � pi� stanca di come era.

La pena di morte � una scorciatoia militare per questioni sociali che non si sanno affrontare. E parla sempre ai bassi istinti dell'uomo. Fondarne il rifiuto o la necessit� sui sondaggi di opinione pubblica � in linea con una storia di pogrom e linciaggi, abbassa il ruolo dei parlamenti e affonda leadership, umanesimo e democrazie a populismo plebiscitario. Si dice di combattere la morte ma in realt� la si legittima al livello pi� alto, quello dello stato. Cresce tosi una cultura di morte.

Non possiamo accettare che i diritti umani dipendono dalla geografia. Diritti umani, non diritti geografici. Non � solo che se si nasce in Asia � pi� facile essere giustiziati che in altri continenti. Ma avviene all' interno degli stessi paesi. Lo sappiamo, negli stessi USA met� delle esecuzioni � concentrata in Texas e met� di queste nella sola contea di Harris. C'� una dose di tortura mentale che � ineliminabile perch� si muore mentalmente dieci, cento, mille volte. La schiavit� e la tortura sono oggi ritenute barbare. Abbiamo un nuovo diritto umano da regalare al mondo per questo Terzo Millennio, "non c'� giustizia senza vita", mai pi� la pena di morte.

L'Europa � il primo continente al mondo senza la pena di morte. C'� chi dice che � perch� � un continente secolarizzato, disperato, che non crede a una vita oltre la vita. E' un'osservazione che non ha senso, se si pensa che oltre i190 per cento delle esecuzioni mondiali avviene in Cina. E' il continente che ha sperimentato troppa morte sulla sua terra, due guerre mondiali, la Shoah, e che si � ripensato faticosamente senza guerra offensiva e senza pena di morte. Cultura laica e radici ebraico-cristiane si sono incontrati in una sintesi che conosce la riabilitazione come dimensione fondamentale della giustizia. A chi dice: si, ma di fronte ai crimini contro l'umanit� la pena di morte ci vuole, noi rispondiamo: "� per non essere come loro che la pena di morte va abolita, sempre, per non diventare come loro".

Per vincere questa battaglia occorre creare un grande fronte mondiale oltre i confini europei. La sfida diplomatica e culturale dei prossimi mesi, Italia e Francia per prime, deve avere per obiettivo una risoluzione presentata come co-sponsor non solo dall'UE, ma da paesi-chiave del Sud del mondo: tra gli altri, Sudafrica, Mozambico, Senegal, Liberia, Brasile, Messico, Cile, Cambogia, Filippine e forse non � impossibile pensare anche a Tunisia, Marocco, Algeria, Taiwan, abolizionisti "de facto". Per evitare che un sentimento anti-europeo e anti-colonialista possa essere utilizzato in maniera furba e paralizzante. E che l'Europa arrivi divisa, in nome di un comprensibile massimalismo dei diritti umani che pu� essere strumentalizzato dai pigri amanti del patibolo.

Lavoriamo insieme. Ce la faremo. Non ci interessa vincere noi. Ci interessa far vincere il mondo.