Comunità di S.Egidio


 

11/02/2007


Tante storie dietro le morti anonime
La comunit� di Sant� Egidio si mobilita

 

Modesta era una donna anziana, viveva alla stazione Termini. Il 31 gennaio 1983 � morta da sola e senza essere soccorsa. Si � sentita male e l�ambulanza non ha voluto portarla in ospedale. Perch� era sporca.

La Comunit� di Sant� Egidio � impegnata da anni nel servizio alle persone che vivono per strada attraverso le cene itineranti, alle stazioni e in tanti altri posti della citt�. Nella celebrazione liturgica alla Basilicata di Santa Maria in Trastevere, dove era presente anche una rappresentanza irpina, la comunit� ricorda Modesta e tutti gli amici incontrati in questi anni che, come lei, sono morti dopo aver vissuto per strada. Oltre trecentocinquanta nomi, ricordati uno per uno durante la celebrazione. E con ogni nome emerge un volto, una storia. Un ricordo particolare per circa trenta vite che si sono spente nei campi Rom: tra di loro anche bambini.

E da qui che comincia un cammino di amicizia e di memoria. Per dare la possibilit� di partecipare a quanti non sono riusciti a raggiungere Trastevere, la liturgia si svolger� anche negli altri quartieri di Roma. Anche ad Ostia dove nel timore di essere maltrattati, i barboni lasciano i corpi dei loro amici morti vicino alla strada principale con una scritta che indica il nome. E sono tanti.

Il 18 febbraio il cammino della memoria si celebra a Napoli. Alle 12 nella chiesa di San Severino di Sossio la comunit� di Sant� Egidio ricorder� Elisa. La prima donna che i volontari hanno conosciuto alla stazione di Napoli nel 92. E� morta nel febbraio del 97, serena, perch� c�era qualcuno che si sarebbe ricordato di lei. Con Elisa saranno ricordati tanti altri nomi e storie, di origini diverse, morti di freddo, malattie, incidenti sulle strade di Napoli.

E quanti vivono ancora nella paura, nella minaccia quotidiana. Ma anche nella speranza di essere ricordati un giorno. E gli amici si ricorderanno di loro...noi ci ricorderemo di loro.

Oksana Bybliv