Comunità di S.Egidio


 

01/04/2007


Nello spirito di Assisi
Alla parrocchia della Resurrezione a Scampia incontro promosso dalla Comunit� di Sant' Egidio

 

Quello che si � svolto luned� 26 alla Parrocchia della Resurrezione a Scampia su Lo Spirito di Assisi � stato solo uno degli incontri fin qui promossi dalla Comunit� di S.Egidio di Napoli in vista dell'incontro mondiale di preghiera per la pace che proprio a Napoli si svolger� nel prossimo ottobre. La finalit� � stata - ed ancor pi� lo sar� in incontri analoghi che presumibilmente si svolgeranno in altre parrocchie nei prossimi mesi - creare nella nostra Chiesa diocesana una sensibilit� diffusa verso quello che, negli anni scorsi in altre citt� sparse per il mondo, � stato, e certamente anche a Napoli sar�, un vero evento destinato a lasciare una traccia nel dialogo tra le religioni per costruire un mondo di pace.

L'occasione � stata data dal libro intitolato, per l'appunto, Lo Spirito di Assisi nel quale Jean-Dominique Durand, soprattutto attraverso i discorsi e i messaggi di Giovanni Paolo II alla Comunit� di S.Egidio, ripercorre la storia di quella che nel lontano 1987 fu un'autentica intuizione.

L'antefatto. E' a tutti noto quanto, dal momento della sua nascita a Roma, la Comunit� di S.Egidio si sia diffusa nel mondo (in pi� di 70 paesi di 4 continenti) con una spiccata attenzione verso le fasce marginali. Ed � altrettanto noto come quella che viene definita l'amicizia con i poveri l'abbia condotta a comprendere meglio che la guerra � la madre di tutte le povert�. Da ci� la conseguenza: "amare i poveri, in molte situazioni, � diventato lavorare per la pace, per proteggerla dove � minacciata, per aiutare a ricostituirla, facilitando il dialogo, l� dove � andato perduto". E, difatti, alcuni conflitti, che sembravano non aver fine, sono giunti a soluzione pacifica proprio grazie alla Comunit� di S.Egidio che ha saputo arrivare l� dove la stessa diplomazia internazionale non era riuscita.

In questo contesto rientrano gli Incontri internazionali Uomini e Religioni: incontri di preghiera che hanno promosso il dialogo tra le religioni, nell'orizzonte della pace e nello spirito di quella Giornata Mondiale di Preghiera convocata da Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986. Da allora, attraverso un'autentica rete d'amicizia tra i rappresentanti di diverse fedi e culture in oltre 60 paesi, la Comunit� ha promosso un vero "pellegrinaggio di pace, che ha fatto sosta, d'anno in anno, in diverse citt� europee e mediterranee": dalla stessa Assisi a Roma, a Palermo, Milano, Gerusalemme. E ancora a Bucarest, citt� emblematica della persecuzione comunista contro le Chiese cristiane e della divisione dell'Europa con la cortina di ferro; a Varsavia, per il cinquantesimo dell'inizio della seconda guerra mondiale con un pellegrinaggio ad Auschwitz dove - per la prima volta dalla fine della guerra - si trovarono insieme, in un campo di sterminio, ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, induisti; a Bruxelles, citt� che - con le parole di Andrea Riccardi - vuol dire "pace tra nazioni che si sono combattute". Quest'anno tocca a Napoli, dal 21 al 23 ottobre.

All'incontro di Scampia, introdotto dal Parroco Don Vittorio Siciliani, hanno partecipato Paolo Battimiello, Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo Virgilio 4, e Don Mariano Imperato, Assistente della stessa Comunit� di S. Egidio, oltre chi scrive. Va sottolineata la presenza di espressioni diverse della cosiddetta societ� civile del quartiere, segno di una particolare attenzione di uomini e donne che, in un contesto lacerato come quello napoletano, avvertono una spiccata sensibilit� proprio sul tema della pace.

Dall'insieme del dibattito sono emersi alcuni temi di fondo. "Coraggio e audacia" furono le parole con cui Giovanni Paolo II, nell'Incontro di Palermo del 2002, ringraziava la Comunit�. Aggiungerei anche la tenacia. Ma fin qui saremmo su un piano puramente umano. A tutto occorre premettere lo spirito di fede e il radicamento spirituale che hanno dato il senso vero di tutto quello che si � realizzato. .

Ma perch� ritrovarsi nella preghiera? E con quali modalit�, poi, tra religioni tanto diverse? E, ancora, di quale pace stiamo parlando? Di quella che si impone con la forza delle armi o con le pazienti ricuciture delle diplomazie? O di qualcosa d'altro? In realt�, leggendo in filigrana gli interventi si coglie che solo rispettando la persona si promuove la pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per un autentico umanesimo integrale. Dunque non avrebbe senso parlare di dignit� o di centralit� della persona se non promuovendo un'autentica cultura di pace.

E' emersa anche la consapevolezza che questa non pu� rimanere una dichiarazione di principio ma comporta un'autentica responsabilit� a carico della comunit� cristiana nel suo insieme e dei laici in particolare. Utilizzo qui le parole di Benedetto XVI (omelia dello gennaio): "E' un impegno questo che compete in modo peculiare al cristiano, chiamato ad essere infaticabile operatore di pace e strenuo difensore della dignit� della persona umana e dei suoi inalienabili di diritti". Non si tratta di un generico pacifismo di stampo sociologico: "Proprio perch� creato ad immagine e somiglianza di Dio, ogni individuo umano, senza distinzione di razza, cultura e religione, � rivestito della medesima dignit� di persona. Per questo va rispettato".

Infine. Quelli che stiamo vivendo sono decenni di una miriade di conflitti, a base etnica, economica o altra. Questi conflitti si incrociano con la povert� perch� ne sono causa o conseguenza o entrambe le cose al tempo stesso. Ci sarebbe da riflettere anche per quanto riguarda le nostre citt�. Nel dibattito questo aspetto � emerso con particolare evidenza. Forse sar� il caso di riparlarne.

Mario Di Costanzo