Che rappresentino "anche" un problema non lo discute nessuno, e meno che mai don Virginio Colmegna il quale ieri per l'ennesima volta ha ricordato come la questione zingara - al pari di ogni altrea emergenza sociale - non possa essere affrontata se non "coniugando la solidariet� con la legalit�: due concetti che possono sostenersi a vicenda". Ma l'affollato seminario su "I rom nella citt� di tutti", organizzato dalla Comunit� di Sant'Egidio alla Fondazione Lazzati proprio mentre al Parco Lambro partiva il corteo contro i rom ospitati al Ceas, ha acceso un piccolo faro su un allarme esattamente opposto. Sintetizzato, a nome della Comunit�, da Elisabetta Cimoli con il termine "antiziganismo", il rischio cio� sempre pi� concreto di un "razzismo specifico"nei confronti degli zingari: "E di fronte a questa cosa a volte irrazionale che "obbliga" a scacciarli il pi� lontano possibile, non si pu� non ricordare che appunto cos�, proprio con scritte uguali ai "via agli zingari" che si leggono ora, inizi� 60 anni fa la deportazione di mezzo milione di zingari nei campi di sterminio del regime nazifascista". "La risposta a un problema complesso - ha ripetuto l'arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio pastorale per i migranti - non pu� che richiedere tempi lunghi, a partire dalla scuola. Di fronte a un problema sociale, agitarne la paura anzich� affrontarlo non contribuisce a risolverlo ma solo a puntare il dito su un nemico." Chiss� se qualcuno si ricordava, vedi a volte le coincidenze, che proprio ieri cadevano vent'anni dalla morte di Primo Levi.
Paolo Foschini
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