Comunità di S.Egidio


 

14/04/2007


LA TREGUA DI CHINATOWN �MA LA PROTESTA CONTINUER��
Vigili e polizia presidiano il quartiere di Milano. Berlusconi : solidariet� e continuit�

 

Sei moto dei vigili bene in vista coi blocchetti per le multe bene in vista, pi� altre due pattuglie in in auto, pi� altre due moto a poca distanza: per il resto, come personaggi rientrati nel loro copione dopo una libera uscita, i cinesi di via Sarpi e della Chinatown milanese hanno consumato l�indomani della propria rivolta ricominciando come niente a far quello che fanno da sempre. Lavorare, e basta. Niente furgoni per lo scarico merci fuori orario, niente carrellini, niente discussioni, un andirivieni di sporte giganti appese alle braccia e grandi scatoloni portati a spalla, unico trasporto sicuro per evitare le contraddizioni della tolleranza zero inaugurata due mesi fa dall�amministrazione Moratti contro la congestione dell�ingrosso giallo. Il migliore dei mondi possibili. Se non fosse che, sotto l�apparenza, il clima e i problemi che hanno innescato proteste e scontri dell�altroieri sono ancora tutti l�, irrisolti come prima.

E il clima � che � mentre la procura apre l�inchiesta di rito sugli incidenti, e la comunit� cinese incarica un legale di �valutare se presentare una denuncia contro gli abusi dei vigili�, e dal suo ufficio il prefetto Gianvalerio Lombardi invita �tutte le parti a sedersi intorno a un tavolo per avviare un dialogo� � i rappresentanti milanesi della Lega hanno gi� indetto per luned� sera una fiaccolata nel bel mezzo di Chinatown in �segno di solidariet� col comitato Vivisarpi e coi residenti italiani della zona�. Va da s� che i Cinesi, appena appresa la notizia, ieri sera hanno mandato i rappresentanti della loro associazione, la prima a incontrare il proprio console Zhang Limin, in un ristorante fuori mano, per concordare una linea comune da tenere nei prossimi giorni; e poi si sono ritrovati tra loro, ancor pi� lontano dal quartiere, per decidere se organizzare o meno una �contromanifestazione� rispetto a quella programmata da Carroccio. Il tutto mentre, senza alzare la voce, con volantini discreti fatti girare nel corso della giornata, facevano sapere ai giornalisti che la protesta non � comunque finita, e che �in mancanza di soluzioni e di risposte da parte del comune� la protesta potrebbe anche assumere altre forme, magari uno �sciopero della fame a catena�. Cos�, intanto che i vigili ritti in piedi accanto alle loro moto osservano la tranquillit� apparente ritrovata, il quartiere parla in realt� gli stessi linguaggi sempre pi� distanti che forse per troppi anni erano stati lasciati lievitare inascoltati: i comitati dei residenti italiani a lamentarsi dell��invasione�, del traffico crescente, di una rete di grossisti che �andrebbe delocalizzata�, delle decine e poi centinaia di attivit� commerciali rilevate dai Cinesi e volentieri cedute in cambio di pagamenti altissimi, soprattutto cache; i Cinesi a rispondere che il commercio e l�import-export sono il loro lavoro, che il comune ha concesso ogni licenza per anni e che adesso non pu� risolvere tutto �strozzandoli di multe� che rendono il loro lavoro impossibile.

A dire una cosa significativa per� � Ting Sin, un commerciante che a Milano arriv� negli anni �50, quando gi� c�era suo padre, e che dopo aver sposato un�Italiana vede oggi nei suoi nipoti la quarta generazione milanese della famiglia: �i Cinesi fanno i commercianti da sempre. Ma � solo da dieci anni che in questo quartiere, progressivamente, � diventato difficile convivere. Perch�? Il problema sono le nuove generazioni arrivate dalla Cina �. Ed � lo stesso, dice, che in realt� riguarda le grandi metropoli cinesi. Perch� a spostarsi, adesso, non sono pi� i cittadini che una volta erano magari pronti a �mangiare amaro� per anni, ma comunque in una prospettiva di integrazione: quelli di adesso arrivano da campagne misere come quella del Wencheng, parlano solo dialetto �e non si integreranno mai a Milano, come non si integrano a Pechino�.

�Un problema reale � dice da Roma il sindaco Walter Veltroni, replicando indirettamente al primo cittadino milanese Letizia Moratti � che va tenuto al riparo da speculazioni politiche�. �La linea � interviene Berlusconi a difesa del sindaco di Milano � � quella di unire solidariet� e legalit��. �Ci vorrebbe un vigile di quartiere cinese� propone da Milano l�assessore alla cultura Vittorio Sgarbi.

E dire che ci sono posti, lontano dai riflettori, dove il dialogo si fa da anni. Nella parrocchia del quartiere, ancora ieri, i volontari della Comunit� di Sant�Egidio hanno nuovamente riunito come ogni settimana i tanti Cinesi e Italiani che da tempo cercano di andarsi incontro nel concreto: mamme, ragazzi, bambini che studiano gli uni la lingua degli altri, �e allora perch� � si chiedono a vicenda � per molti � cos� difficile parlarsi come stiamo facendo noi?�.

E� quasi ora di cena quando avviene l�unico incidente della giornata. Una rissa dentro un Mac Donald, moto dei vigili che sfrecciano, inseguimenti, attimi di tensione. Finisce con tre fermati. Finch� uno dei vigili spiega: �dunque, c�erano un italiano, un africano e uno slavo che litigavano��. Sembra l�inizio della famosa barzelletta. Ma almeno questa volta i Cinesi non c�entrano.

Paolo Foschini