Qualcuno lo ha chiamato il "calendario della rianimazione", ma quel che conta, ora, e che Napoli almeno lo abbia un calendario di eventi. Per mesi si � discusso sulla necessit� di costruire e realizzare eventi per la citt�, sull'opportunit� di creare occasioni per rilanciare Napoli alla ribalta nazionale, ora si pu� affermare che la nostra agenda si sta riempendo di appuntamenti. Si tratta di importanti possibilit� per spingere i napoletani ad avere maggiore attenzione verso la vivibilit� quotidiana, a presentarsi meglio fuori le "mura della citt�", e ricominciare a saper ospitare gli invitati, a garantire la migliore accoglienza. A ridosso del Festival del teatro del prossimo ottobre, voluto dal ministro Rutelli, dopo l'impegno della Rai a fare di Napoli la capitale della produzione delle fiction, dopo la formale candidatura della citt� ad accogliere il Forum internazionale della cultura del 2013, ecco presentata in questi giorni dal cardinale Sepe la nuova edizione del Meeting interreligioso che ha visto la luce nel lontano 1986. Saranno pi� di settanta i Paesi rappresentati nella tre giorni di ottobre, oltre trecento i deputati delle varie Chiese e religioni che si presenteranno nella nostra citt�: cristiani cattolici, ortodossi, anglicani, copti, ecumenici, ma anche il Gran Rabbino d'Israele, i rappresentanti dell'Islam, i luterani.
Sar� pure un modo per rianimare una citt� oramai malata che merita l'attenzione e le cure di un "ospedale", e sar� anche difficile fare in modo che gli eventi istituzionali rivitalizzino definitivamente la nostra capacit� di attrazione per una crescita duratura, ma � vero pure che quando si riesce a rendere la citt� capace di progettare senza aspettare le istituzioni e capace di ospitare illustri personalit� per una serie di incontri, siano questi culturali, economici, o anche religiosi, bisogna plaudire al coraggio degli organizzatori.
� credibile che il Festival del teatro ha trovato sede per i prossimi tre anni a Napoli, vincendo la gara in qualit� progettuale per pochi punti in pi� rispetto alla concorrente Genova, per una sorta di risarcimento politico per la citt�, ma va tenuto in conto che l'annunciato incontro interreligioso per la pace non � organizzato dalla politica, ma dalla Comunit� di Sant'Egidio e dalla Curia partenopea che hanno messo in campo una gran quantit� di impegni organizzativi, molti per cos� dire "laici". Questo vuole dire che la citt� non solo � pronta ad accogliere, ma che � pronta anche a dimostrare di avere ancora le carte in regola per fare da sola e fare da esempio a chi vede in Napoli oramai una citt� perduta, con entrambi i piedi al di l� del fossato.
In un recente viaggio in India, paese tuttora oppresso da un' arretratezza sociale ed economica per noi oramai lontana, ho potuto per� anche ammirare realt� come Bangalore, che rappresenta l'esempio di una concreta e reale rinascita economica, che ha fatto dell'informatica il suo cavallo di battaglia.
Noi, qui a Napoli, le stiamo provando di ogni tipo, ma continuiamo a perdere colpi. Ora abbiamo anche il concreto impegno della Chiesa che viene incontro al desiderio di crescita della citt�, e dobbiamo leggere il messaggio fino in fondo: se la smettessimo con il piangerci addosso, con l'idea di dover sempre chiedere (chiss� a chi, poi) interventi per risanare la nostra condizione, se la smettessimo con il continuo criticarci e valorizzassimo, invece, quanto siamo in grado di realizzare, non saremmo proprio noi a dare lezioni sul saper fare bene e da soli?
Diego Guida
|