Comunità di S.Egidio


 

05/06/2007


George W. a Sant�Egidio, la diplomazia parallela

 

Roma - L�uorno pi� potente del mondo che viene a rendere omaggio ad una comunit� cristiana di base impegnata ad assistere chi dalla vita ha avuto meno degli altri: uomini, donne e bambini di ogni parte del mondo il cui unico sogno � riuscire a sopravvivere. Certo, ha tutta l�aria di una favola mediatica eppure � tutto vero; a patto che altre considerazioni (leggi la sicurezza) non riescano a riscriverne il finale.

L'incontro che George W. Bush dovrebbe avere sabato nella chiesa di Santa Maria in Trastevere con rappresentanti della Comunit� di Sant�Egidio somiglier� pure ad una favola, ma in realt� sigilla rapporti ventennali. L�amininistraz�one Usa, cos� come le altre cancellerie mondiali, guardano con scetticismo ai rappresentanti della Comunit� che negli anni 90 si assumono il compito di tentare la pacificazione del Mozambico dilaniato da una sanguinosa guerra civile. Ma sono costretti a ricredersi: quel gruppo di ita1iani che nel �68 si erano radunati intorno ad Andrea Riccardi per cominciare a lavorare nelle baraccopoli della periferia romana superano la prova di una crisi mondiale. E va cosi negli stessi anni, in Guatemala dove l'intervento di Sant�Egidio contribuisce in modo determinante a sbloccare una trattativa da lunghissimo tempo in stallo.

Raffinati diplomatici o semplici volontari che non hanno paura delle sfide impossibili? Il segreto della Comunit� sta forse proprio nell�impossibilit� di separare queste due dimensioni: trattare con i potenti senza mai dimenticare chi potente non lo sar� mai, chi ha un solo sogno: arrivare a domani. Succede cos� che a met� degli anni �90 Sant'Egidio riesce a riunire a Roma intorno a un tavolo tutte le fazioni coinvolte nei massacri in Algeria. Ancora loro, i volontari riuniti intorno a Riccardi (che sono oggi trentamila) li ritrovi a mediare in Kossovo tra Rugova e Milosevic. E l'Africa, il continente dove la Comunit�, che opera in 34 Paesi, � oggi pi� impegnata. Il Darfour, la Liberia, la Costa d�Avorio: ovunque un faida tribale assume i contorni di un genocidio Sant�Egidio prova a intervenire. Non sempre ci riesce, ma almeno ci prova.

Una nuova emergenza impegna oggi la Comunit�: la 1otta allAids in Africa, Ed � proprio questo il fronte su cui si � ulteriormente cementato il rapporto con l�amministrazione americana, anch'essa impegnata a fronteggiare i devastanti effetti di un�epidemia che ha contagiato trenta milioni di persone in tutto il Continente.

Il programma che Sant�Egidio ha messo a punto si chiama Dream (Drug Resource enhancement against Aids and Malnutrition). Lungo da scrivere, ma facile da capire: interventi capillari che prevedono formazione, ricerca, tipologie di somministrazione dei farmaci semplificate. Con l�obiettivo principale di bloccare la trasmissione del virus dalle madri ai nascituri. Un vero e proprio modello che e stato impiegato per la prima volta in Mozambico ed ora viene sperimentato in altri Paesi. I risultati sono estremamente incoraggianti: il 97 dei bambini che nascono da madri trattate con triterapia a partire dal secondo mese di gravidanza nascono sani.

Sono numeri che danno speranza ed � a questo lavoro che Bush viene a rendere omaggio. Perch� numeri cos� i programmi ufficiali americani non li hanno, Segno che a Trastevere c�� ancora molto da imparare da questi volontari dalla vocazione internazionale. Li ritrovi in ogni parte del mondo, ma a Roma la sera vanno in tutti i quartieri ad assistere barboni ed anziani. Impegnati a costruire la pace senza dimenticare che servono anche panini e coperte.

Gino Cavallo