Comunità di S.Egidio


 

07/06/2007


�Con il presidente parleremo dello scandalo povert�

 

Roma. Non ci sta a viverla come una sorta di consacrazione. Andrea Riccardi, il fondatore della Comunit� di Sant�Egidio che sabato ricever� a Trastevere George W. Bush, preferisce definirla l�opportunit� straordinaria �per continuare con Bush, con il capo di un Paese determinante in molte aree del pianeta, il discorso che portiamo avanti da 25 anni�. Ma come siete riusciti ad ottenerla questa opportunit�? �Senza fare proprio niente. All�inizio della settimana scorsa abbiamo ricevuto la notizia che c�era un interesse del presidente Bush a incontrare la Comunit� di Sant�Egidio. Abbiamo risposto subito di s�. Semmai � stata difficile la preparazione della visita: ma, lo ripeto, tutto � nato da una richiesta della Casa Bianca�. Richiesta che sta togliendo il sonno ai responsabili della sicurezza. �Non sono competente nel tema, ma ho la sensazione che si enfatizzi un po� troppo questo aspetto. Ieri mattina a Trastevere una fotografa mi ha chiesto del luogo dove in occasione di questa visita sono stati �concentrati� barboni e mendicanti. E io le ho indicato John, il barbone inglese del quartiere, che era al solito posto. A Trastevere di certo qualcuno � preoccupato, ma noto anche una certa euforia in giro. Per dirla tutta, non sono poi cos� agitato�. Perch� Bush ha chiesto di incontrarvi? �Per il nostro impegno di associazione internazionale che lavora sull�Africa ed in particolare sul problema dell�Aids: abbiamo in cura 35 mila malati di Aids e credo che questo sia un fatto unico. E sulla lotta contro questa malattia l�amministrazione Bush � oggi fortemente impegnata. Da quando negli anni Novanta, insieme ad altri Paesi, lavorarono insieme con noi per risolvere la crisi in Mozambico gli Stati Uniti hanno seguito sempre con molto interesse quello che facevamo�. Ad uscirne rafforzato sar� il �mito� di Sant�Egidio come una sorta di Farnesina vaticana. �Un mito, appunto. La verit� � che la Comunit� ha cominciato a lavorare nelle periferie romane e, dal �75, nella Napoli del colera. Poi abbiamo allargato il nostro impegno al mondo. E mentre stiamo parlando sessantamila volontari sono impegnati nelle scuole africane come nella banlieu parigina e tra gli zingari di Roma. Quali saranno i temi dell�incontro? �Parleremo a Bush dello scandalo della povert�, di quel miliardo di persone a cui nel mondo sono negati anche i diritti minimali della vita. Dei bambini africani che non vengono nemmeno registrati all�anagrafe e di come questo favorisca il mercato degli organi e il traffico di esseri umani. Dei malati di Aids che muoiono perch� gli sono negate le cure. Parleremo dello scandalo di queste ingiustizie�. Un tema difficile, visto l�interlocutore, sar� quello della pace. �La nostra pratica quotidiana ci ha insegnato che la guerra � la madre di tutte le povert�. Ma sono convinto che sia giusta la nostra filosofia, quella di parlare con tutti. E soprattutto, direi, con il capo di una grande democrazia che dispone di una enorme forza politica, economica e culturale. Non abbiamo avuto mai avuto dubbi nell�accettare questo incontro. Tra l�altro, mi pare un bel segnale in un�Italia e in un�Europa che voltano parecchio le spalle all�Africa, Comunque per noi non cambia niente, non � che da sabato entriamo a far parte dei grandi del mondo, Siamo e restiamo dei poveracci: ed � il grido dei poveracci del mondo che vogliamo testimoniare�.

Gino Cavallo