� stato un luogo insolito, la Sala dell�esecutivo dell�Unesco, ad accogliere ieri a Parigi la presentazione di Vivre ensemble, l�edizione francese di Convivere di Andrea Riccardi, fondatore della comunit� di Sant�Egidio, pubblicato in Italia da Laterza.
�Un luogo di potere �, come ha rilevato la vicedirettrice generale per la Cultura dell�Unesco, Fran�oise Rivi�re presentando il volume alla vasta platea di imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, figure di spicco della religione e della cultura raccolte nella capitale francese. La Rivi�re ha sottolineato soprattutto �la convergenza che da anni Sant�Egidio e Unesco portano avanti sui fondamentali temi del dialogo culturale, del dialogo tra le religioni e della cultura della pace�, tanto che l�Unesco ha insignito la comunit� della medaglia �Ghandi� per la pace e del premio �Boigny�.
A inquadrare storicamente il lavoro di Riccardi � stato Jean-Dominique Durand, storico dell�Universit� di Lione III, che ha precisato come metta in luce che �le culture non sono mai in opposizione alla pluralit�, propria della condizione umana, ma possono invece trovare nell�arte dell�incontro, del conoscersi, del tessere legami di solidariet�, del parlarsi, il convivere che ricerchiamo�. Una possibilit� concreta, per Durand, perch� � vero che �il XX secolo � stato il secolo dell�omologazione e dei massacri, ma � stato anche quello della globalizzazione, della conoscenza e del riconoscimento dell�altro�.
Il governatore onorario della Banca di Francia, Michel Camdessus, ha tratteggiato invece una risposta in chiave economica dell�interrogativo su quale sia �il bene comune mondiale che si trova nel vivere insieme�. Prima di tutto, ha puntato il dito sulla necessit� di �mantenere la parola data: da troppo tempo noi, Paesi ricchi, promettiamo lo 0,7% del Pil ai Paesi poveri, ma non manteniamo. � gravissimo. E poi, dobbiamo creare alleanze, vero partnerariato; elaborare una governance mondiale, una buona amministrazione come fonte del bene comune e del convivere; e centrarci sull�Europa. L�Europa cos� come la intende quel trattato costituzionale che noi francesi abbiamo negato: come "spazio privilegiato della speranza umana" �. Come Camdessus, anche Pierre Morel, inviato speciale della Ue in Asia centrale, invita la Francia all�autocritica: �Abbiamo sbagliato a eludere la questione dei valori e puntare tutto sul diritto. Il diritto non mobilita, al massimo organizza; quello di cui abbiamo bisogno � un�Europa dei valori�.
Anche l�industriale Fran�ois P�rigot, gi� presidente della "Confindustria" francese, ha trovato spunti utili in Convivere: �In questo libro ci sono le chiavi che servono all�impresa: il senso della semplicit� nel rapporto, della relazione. Finora non abbiamo riflettuto abbastanza sull�etica, mentre invece l�impresa nel mondo deve, s�, riuscire, ma deve anche "convocare lo spirituale"�.
Emile Poulat, direttore dell�Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, ammonisce: �Non bisogna aver paura del conflitto, ma creare una cultura di complessit� capace di capirlo, guardarlo in faccia e provare a risolverlo�. Un�atteggiamento che Riccardi ha raccolto nella sua replica: �Il mio libro non vuole essere tanto una risposta all�idea di "scontro di civilt�" proposta da Huntington, quanto invece un�esperienza � quella di Sant�Egidio � messa in prosa. Dobbiamo continuare a credere nei grandi insiemi, come l�Europa. Ma come viverla, senza tornare alle sue radici?�
Amedeo Bartolini
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