ROMA � Parte dall'Africa la spinta per fermare la pena di morte nel mondo. Oggi � il continente che sta voltando pagina pi� velocemente, riducendo il numero delle esecuzioni, e potrebbe anche dare i tre voti determinanti nella battaglia per la risoluzione sulla moratoria della pena di morte all'Assemblea generale dell'Onu, dove serve il consenso di 96 paesi.
Ne � convinta la Comunit� di Sant'Egidio che ieri, a distanza di due anni, ha promosso a Roma la seconda edizione di �Africa for life�, un incontro tra i ministri della Giustizia di 15 paesi africani, abolizionisti e non, per un confronto e uno scambio di esperienze.
Tra gli invitati c'era Tharcisse Karugarama, ministro degli Esteri del Ruanda, l'ultimo paese africano ad aver detto no alla pena di morte per legge, lo scorso 8 giugno.
�Siamo a un passaggio storico�, racconta Mario Marazziti, portavoce di Sant'Egidio, �Italia e Unione Europea sono fortemente impegnati. Ma la risoluzione dell'Onu non pu� e non deve essere la risoluzione degli europei�.
Da qui l'idea di dare voce alle esperienze africane perch� servano da modello agli altri paesi del continente, e di sostenere i processi gi� in atto. Negli ultimi anni diversi Stati si sono ritagliati un ruolo di primo piano nella battaglia contro la pena capitale: �C'� il Sudafrica, un esempio per il mondo di come si pu� attraversare una vicenda come l'apartheid e uscirne senza vendette di massa e di Stato�, continua Marazziti. C'� il Mozambico, e la Liberia e il Senegal che combattono il crimine e costruiscono un processo di riconciliazione nazionale escludendo la pena capitale. E �progressi significativi� hanno fatto anche Marocco, Burundi e Malawi.
�Oggi - chiarisce il portavoce di Sant'Egidio - una delle difficolt� dei Paesi mantenitori che hanno vissuto delle guerre civili � di doversi confrontare con un' opinione pubblica contraria all'abolizione�. Poi aggiunge: �Abbiamo messo di fronte i rappresentanti di paesi che hanno fatto scelte opposte sulla pena capitale: l'esperienza degli abolizionisti serve a far passare il messaggio che la legge pu� fare da traino alla societ� civile�.
La tendenza dell'Africa � positiva sia nella diminuzione costante delle esecuzioni (quelle ufficiali sono appena 12 in sei paesi nel 2006), sia nell'aumento dei paesi abolizionisti o che attuano una moratoria (14 i primi, abolizionisti di fatto altri 24).
�Questa non � una battaglia neocolonialista ma una proposta, un'offerta per lavorare insieme e per fare dell'Africa il secondo continente senza la pena di morte�, ha detto Marazziti intervenendo nella Protomoteca del Campidoglio che ha ospitato l'incontro alla presenza tra gli altri del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e del vice-presidente della Commissione europea, Franco Frattini.
La delegazione di ministri, accompagnata dal fondatore di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, ha poi incontrato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. �Sono lieto di constatare che in questa battaglia l'Africa sta facendo la sua parte�, ha detto Napolitano elogiando �la scelta di civilt� degli abolizionisti. Serve un �ulteriore sforzo� in quella che ha definito �una battaglia fondamentale per il progresso civile e perla difesa dei diritti umani�: la campagna deve arrivare all'Assemblea generale dell'Onu.
Paola Coppola
|