Comunità di S.Egidio


 

28/06/2007

ZINGARI
Con occhi diversi Un rapporto nuovo tra genti "sedentarie" e genti "nomadi"

 

"� un'esigenza della nostra cultura riflettere sulla storia secolare e contemporanea che gli zingari hanno alle loro spalle. Questo impegna a parlarne in maniera pi� consapevole, pi� rispettosa e pi� ponderata. Non si scherza con gli zingari che hanno alle spalle una grande storia di dolore".

Cos� ANDREA RICCARDI , storico e fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, ha concluso la giornata di studi sul tema "Il caso zingari", svoltasi nei giorni scorsi a Roma.

SCHERZARE � VOLGARE . Secondo Riccardi, "scherzare sugli zingari fa cadere in un riflesso antico, quanto volgare, tipico della pancia profonda di tante societ� che � l'antigitanismo". C'� "una realt�" e c'� "un fantasma": "C'� una realt� problematica ma anche un fantasma inquietante", ha aggiunto il fondatore di Sant'Egidio, secondo il quale "bisogna avere la capacit� di guardare agli zingari con occhi diversi". Parlando dei bambini zingari Riccardi ha sottolineato l'importanza della scuola per loro: "Il diritto all'istruzione non � negoziabile, secondo quanto afferma anche la Costituzione italiana. Riconsiderare in maniera serie e realista - ha concluso Riccardi - la questione zingara ci introduce in un'altra questione ancora pi� grande che � quella di coniugare libert�, sicurezza e solidariet�. Noi non possiamo fare un discorso sulla sicurezza in maniera isolata perch� sarebbe un crinale pericolosissimo".

UNA STORIA DI PERSECUZIONE. Ad aprire il convegno MARCO IMPAGLIAZZO , della Comunit� di Sant'Egidio e docente all'Universit� per stranieri di Perugia, che ha ripercorso la storia di persecuzione del popolo rom. "Non � facile individuare un'altra minoranza - se non, con ovvie differenze, gli ebrei - che per un periodo tanto lungo e in maniera costante, sia stata ovunque colpita da misure vessatorie caratterizzate da una cos� acuta violenza e da un tanto palese disprezzo dei diritti umani". Impagliazzo si � chiesto se "non dobbiamo finalmente parlare di un vero e proprio antigitanismo che ha attraversato l'Europa, soprattutto nella prima parte del Novecento, nutrendosi di pregiudizi e di stereotipi coltivati per secoli". Un "antigitanismo che ha provocato un vero e proprio genocidio del popolo zingaro nella Germania nazista. � un'ipotesi di lavoro che si fa strada a fatica per il disinteresse con cui il caso zingari � stato trattato nella recente storia europea". Il vero "caso zingari", cui "occorre trovare urgente rimedio, � - secondo il rappresentante della Comunit� di Sant'Egidio - quello di sette secoli di persecuzioni, angherie, intolleranza, razzismo, e infine genocidio, con il quale l'Europa e gli europei, non hanno fatto i conti. Non si tratta di pronunciare condanne penali contro qualcuno, magari postume. Ma di farsi carico, finalmente, di una responsabilit�, che ci riguarda tutti, in quanto europei, di fronte al male scatenato nel nostro continente contro questo popolo". Lo sterminio degli zingari deve "entrare nella coscienza collettiva come punto da cui partire per affrontare con una consapevolezza nuova le sfide della convivenza". AMOS LUZZATTO , presidente emerito delle Comunit� ebraiche in Italia, ha parlato della relazione "che non � mai stata positiva" fra le genti "sedentarie" e le genti "nomadi": "In un'Europa che ha sofferto molto le barriere per i confini anche in termini di avversioni c'� da domandarsi se non � il caso di rovesciare completamente l'impostazione".

Dell'importanza di riconoscere gli zingari come minoranza anche se non hanno un proprio territorio ha parlato, invece, GIOVANNI MARIA FLICK , vicepresidente della Corte costituzionale.

ALCUNI DATI. In Italia gli zingari sono circa 130mila. Di questi circa 70mila, tra il 50 e il 60% sono italiani e pi� della met� ha meno di 14 anni. In percentuale rappresentano poco pi� dello 0,2% della popolazione italiana. Questi dati sono stati forniti da PAOLO MOROZZO DELLA ROCCA , dell'Universit� di Urbino "Carlo Bo", secondo il quale "continua ad avere fortuna" il termine nomade, "nonostante la sua inesattezza, forse perch� � funzionale all'idea che, essendo gli zingari gente di passaggio, non ci si debba occupare di loro". Della Rocca ha citato il problema dei campi nomadi "spesso collocati lontano dalle zone urbane e dai servizi di trasporto" e che rischiano, "anche a causa della loro pi� recente gigantificazione, di divenire luoghi di segregazione razziale, dei veri e propri ghetti". Della Rocca ha poi fornito alcuni dati del ministero della Giustizia: i minori zingari, che risultano segnalati agli Uffici di servizio sociale minorile, sono 2.424 su un totale di 19.920 minori: il 12% dei minori segnalati, mentre il 67% sono italiani e il 20% stranieri. "Ma i minori zingari hanno una particolarit� - ha evidenziato Della Rocca - solo il 37% dei segnalati viene preso in carico dal servizio contro il 54% degli stranieri e il 74% dei segnalati italiani".

Raffaele Iaria