Comunità di S.Egidio


 

01/07/2007

IN AUTUNNO LA RISOLUZIONE ITALIANA PER LA MORATORIA UNIVERSALE
ABOLIRE LA PENA DI MORTE
STAVOLTA CI SIAMO VICINI


 

Non c�� giustizia senza vita. Alla fine, il significato della lunga e intensa battaglia contro la pena di morte � tutto qui.

� per questo che l�impegno italiano per una moratoria universale della pena capitale � e il mandato europeo a presentare assieme a Paesi rappresentativi dei cinque continenti e del Sud del mondo, dal Senegal alle Filippine, fino al Brasile � � una buona notizia.

� una notizia che va nel senso della sacralit� della vita e contro ogni pretesa di giustizia retributiva, che aggiunge violenza, a freddo, a una violenza gi� avvenuta, con una sproporzione di forza incommensurabile, se si pensa semplicemente che si uccide chi non � pi� in grado di nuocere.

La pena di morte non � mai una legittima difesa, nemmeno di tipo "sociale". Non c�� mai risarcimento nella morte, tanto pi� se � una vendetta di Stato. Perch� la pena capitale, comunque la si voglia girare, � proprio questo.

Chi scrive ritiene che ci sia un diritto alla vita negato a tantissimi gi� sul nascere e, forse, ancor pi� nel tempo della vecchiaia estrema, quando si affaccia la non autosufficienza e silenziosa avanza l�eutanasia sociale.

A questo proposito c�� chi obietta: allora perch� scaldarsi tanto sulla pena di morte? Perch� questo atteggiamento aiuta a ragionare sul fatto che nessuno, mai, ha il diritto di togliere la vita. La pena capitale, infatti, legittima a nome di tutti, al livello pi� autorevole, quello della societ� civile e dello Stato, proprio una cultura di morte. Infatti, mentre tante violazioni della vita umana avvengono come se fossero un fatto privato, la pena di morte, a differenza delle altre violazioni � per quanto i numeri siano meno impressionanti di quelli dell�aborto e delle cure negate agli anziani �, � per sua natura pubblica. Nasce come punizione "esemplare", in piazza. Societ� che rifiutano la pena di morte si troveranno a dovere ragionare in maniera nuova sulla vita e sul diritto alla vita.

In autunno l�Italia presenter� una Risoluzione per una moratoria universale che finalmente ha autentiche possibilit� di riuscita, se si lavorer� a farne un fatto planetario gi� prima. Le pressioni fatte sul Governo italiano per andare prima dell�autunno a New York, in ordine sparso, hanno avuto l�attenzione pubblica ma contenevano un rischio, completamente ignorato dai media: c�� tutto un lavoro da fare per aiutare la decisione di Paesi abolizionisti di fatto che potrebbero essere costretti a dovere scegliere tra sviluppo, strade, acqua pulita, cure e ospedali (Cina, Usa, India, Giappone, Arabia Saudita hanno molta voce in capitolo, come si pu� immaginare) e il voto alle Nazioni Unite. Molte nazioni, che pure se fredde sulla pena capitale, sono calde quando si tratta di rinunciare agli aiuti di grandi Paesi, e possono sposare la tesi che alla fine si tratta di una visione dei diritti umani "di lusso", da Stati ricchi.

La Comunit� di Sant�Egidio da tempo lavora perch� siano co-sponsor anche Paesi simbolo importanti del Sud (e non solo) del mondo, dal Sudafrica al Cile, dal Ruanda al Messico, togliendo in radice ogni arma a chi provasse a dire che questa � una battaglia, appunto, di lusso, magari "neocolonialista".

Amnesty International e la World Coalition sono sinergie importanti. La Conferenza internazionale di Roma Africa for Life, convocata da Sant�Egidio e sostenuta da Governo, Unione europea e Presidenza della Repubblica e, autorevolmente, dalle parole del cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, ha visto una quindicina di ministri della Giustizia africani � anche di Paesi mantenitori della pena di morte, o che hanno una moratoria solo di fatto � in cerca di una svolta.

L�Africa � il continente che sta cambiando pi� rapidamente: in soli cinque anni i Paesi abolizionisti sono passati da 4 a 14, e sono gi� 24 quelli con una moratoria "di fatto" o "di diritto". Stavolta, siamo vicini davvero.

Mario Marazziti