Comunità di S.Egidio


 

14/08/2007


Elemosina, cerimonie, riti quotidiani E per sopravvivere negano di essere zingari

 

MILANO - Per i gag� che si fermano al semaforo, sono poco pi� che macchie grigie. Si avvicinano a volte zoppicando, con bimbi minuscoli aggrappati al collo, e tendono la mano, bussano al finestrino. Il primo istinto � chiudere la sicura, poi magari qualcuno abbassa il vetro quel poco che basta, lascia cadere una monetina e scappa via. Carit� e ripulsa si confondono quando si ha a che fare con gli �zingari�, un nome che � gi� un`offesa, dal greco athinganos, intoccabili, come venivano chiamati gli eretici di un`oscura e antica setta. I gag� siamo invece noi, i �non-rom�, come veniamo chiamati nella babelica lingua roman�s. Gente strana, ai loro occhi, gente di cui avere paura. �Sembrer� strano - racconta Paolo Ciani, coordinatore della Comunit� di Sant`Egidio per i campi nomadi - ma quando le mamme vogliono farsi ubbidire dai propri figli dicono: se non fai il bravo ti faccio rapi- re dai gag�. IL PREGIUDIZIO - �La gente in mezzo alla strada vede l`effetto di una persecuzione razzista, e la scambia per la causa di un grave problema sociale�. Alessio Santino Spinelli � un poeta, un cantau- tore e un docente universitario. Ma sopratutto � un rom italiano. Vive a Lanciano, e fa parte di una comunit� di �fantasmi�, nel senso che in Italia nessuno o quasi sa nulla di questi 70 mila e oltre connazionali che a tutti gli effetti sono �zingari�, anche se vivono, lavorano, si sposano e fanno figli esattamente come gli altri italiani. �Di noi nessuno parla - spiega ancora il professore -, veniamo identificati con quei fenomeni di devianza e degrado di cui i giornali si occupano solo in occasione di tragedie assurde, come quella di Livorno, dove quattro bambini sono stati uccisi dalla miseria in cui erano condannati a vivere�. Secondo Spinelli, non ci si rende conto che la gente che vive nelle bidonville senz`acqua o cibo non ha certo scelto questa sua condizione: �Chi � costretto a vivere nel disagio e nella frustrazione, privato dei diritti minimi e indispensabili, � ovvio che aspiri a qualcosa di meglio. Eppure si deve sentir dire che non c`� modo di cambiare le cose, perch� in fondo sono gli stessi zingari a voler vivere cos�, senza costrizioni. Ma � un`atroce falsit�. I rom non sono apolidi senza casa e perennemente squattrinati. Ma sono obbligati ad esserlo�. Come dice Bauman non sono nomadi per scelta, �� l`ordine delle cose� che li spinge a vagare senza sosta. LAVORO SOTTO FALSA ETNIA - In un rapporto del Consiglio d`Europa, si legge che �anche in Italia gli zingari sono largamente discriminati�. Anzi, si pu� dire che sia proprio la discriminazione a causare povert� ed emarginazione. �Gli zingari rubano, sfruttano donne e figli, rapiscono e vendono bambini�. Quanto false siane queste arcaiche leggende, e quanto siano allo stesso tempo radicate nell`immaginario comune, lo si � scoperto sulla spiaggia di Palermo, due settimane fa, quando una donna romena venne arrestata solo perch� la sua gonna variopinta aveva attratto l`attenzione di un ragazzino. Ma come si lega il razzismo alle difficolt� economiche? �� difficile che qualcuno assuma un muratore o un operaio che si qualifichi come rom�. Daniela Pompei lavora con Ciani nei campi assistiti dalla Comunit� di Sant`Egidio. �Negano di essere zingari, ed � l`unico modo per ottenere il lavoro. Molti di loro trovano impiego come badanti o giardinieri, a contatto con persone che se conoscessero la loro origine li terrebbero ben lontani dai propri beni o i propri figli�. LE ANIME ROM - Ci sono gli italiani in tutto e per tutto integrati nella realt� locale, i giostrai e i circensi come le famiglie Orfei e Togni, e poi ci sono i rom immigrati dai Balcani, prima e soprattutto dopo la guerra nell`ex Jugoslavia. I pi� fortunati hanno una casa e un lavoro, gli altri per lo si stabiliscono nei 240 campi ufficiali (almeno altri cento quelli non censiti) dove, tra incomprensioni, frequenti sgomberi e scontri con le forze dell`ordine, si fanno strada anche tentativi di confronto e integrazione. Qui vivono anche molti dei rumeni che fin dal 2001 sono entrati in Europa dalla porta principale, dal momento che fin dall`allora non c`era bisogno di visto. Gli altri, quelli che non trovano posto nelle roulotte e nei prefabbricati di gesso, si rifugia- no in baracche di lamiera e sotto i ponti, condannati ad ogni tipo di stenti. �Partono dalla Romania - riprende Pompei - perch� l� muoiono di fame. Arrivano in Italia senza una lira in tasca, e non trovano spazio nei campi no- madi. Si costruiscono allora baracche con lamiere e pezzi di plastica, e vivono cos�, comepossono�. Qualcuno si d� alla delinquenza. Rubano, spacciano, ma soprattutto mendicano o costringono i propri numerosi figli a battere le strade per chiedere l`elemosina. Gli altri, e sono un numero sempre pi� grande, vivono di quello che trova nei cassonetti. In queste condizioni sopravvivere diventa un gioco d`azzardo, non a caso l`aspettativa di vita � da Terzo mondo, 55 anni, un dato angosciante che cozza con il tasso di crescita, dal 3 al 5 per cento. In Italia siamo vicini allo 0. Ogni nucleo familiare ha cinque, sei figli almeno. �Sono il loro orgoglio�, conclu dono i volontari di Sant`Egidio. �Come capita dappertutto esistono snaturati, criminali e reati da perseguire. Ma non confondiamo il dramma di pochi con un popolo intero�.

Antonio Castaldo