Le voci dei deportati sono tornate a risuonare tra le volte della stazione Centrale e il binario 21 ha rivissuto la tragedia delle migliaia di ebrei italiani deportati verso i campi di sterminio di Auschwitz e Bergen Belsen. Sessant'anni dopo il racconto di Liliana Segre, deportata a 13 anni e sopravvissuta all'Olocausto, ha commosso i promotori della Fondazione per il Memoriale della Shoah, che ha visto la luce ieri mattina nella sala reale delle Centrale. Firmatari la Regione, la Provincia e il Comune, l'Unione delle Comunit� ebraiche italiane, la Comunit� ebraica di Milano, l'associazione Figli della Shoah, la Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea e la Comunit� di sant'Egidio, che, quattro anni fa, per prima ha proposto l'idea della Fondazione. Presidente sar� il direttore de Il Sole 24 Ore Ferruccio de Brtoli. Entro due anni, su un'area di circa 6mila metri quadrati, messa a disposizione dalle Ferrovie, tra via Pergolesi e viale Brianza, con ingresso da via Ferrante Aporti la stessa da dove, tra il '43 e il '45, partivano i treni della morte sorger� uno �spazio aperto al dialogo, al dibattito, al confronto delle diversit�. Due le caratteristiche principali: da un lato ci sar� il Memoriale vero e proprio, dall'altro una sorta di luogo di ricerca e di studio, ma anche punto d'incontro dinamico tra diverse realt�. Una sorta di "laboratorio del presente" non un "luogo degli ebrei", ma dell'intera comunit�, per la �costruzione di memoria collettiva e di consapevolezza individuale di ci� che � stato e non dovr� essere mai pi�.
Paolo Ferrario
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