Comunità di S.Egidio


 

23/09/2007

UOMINI E RELIGIONI Ecumenismo
Riccardi: unit� tra cristiani da Napoli un segno forte
�C'� un volto religioso dell'Europa che � un volto umano, amante della pace. � quello che vogliamo mostrare ai nostri interlocutori�

 

Per tre giorni sar� la capitale dell'ecumenismo, della pace e anche del dialogo interreligioso. Napoli con la sua bellezza e le sue mille contraddizioni, Napoli �sfigurata dalla violenza, ma con l'orgoglio di antica capitale affacciata sul mare degli incontri che � da sempre il Mediterraneo� non poteva offrire scenario migliore per ospitare, dal 21 al 23 ottobre, l'Incontro "Uomini e religioni" organizzato da Sant'Egidio. Ma mai come quest'anno - e lo sottolinea anche Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� che ogni anno promuove l'appuntamento nato per tenere vivo lo spirito di Assisi - l'evento avr� una coloritura ecumenica.

Dopo Sibiu, si replica?

Sono due appuntamenti diversi tra loro. � certo, per�, che quello di Napoli sar� uno degli incontri "Uomini e religioni" a maggior densit� ecumenica. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che insieme con Benedetto XVI verranno a Napoli il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, il patriarca armeno Aram I o il Patriarca Paulos di Etiopia, il metropolita Kirill, in rappresentanza del Patriarcato di Mosca, l'Arcivescovo di Cipro Chrysostomos, il primate anglicano Rowan Williams e diversi esponenti del mondo evangelico. Gi� di per s� il fatto di ritrovarsi gli uni accanto agli altri � un segnale importante.

Possiamo dire che fa parte del messaggio?

Certamente. In questo incontro e in queste presenze c'� un forte messaggio ecumenico. Si tenga presente, infatti, che a Napoli noi rifletteremo su un tema di grande attualit�: "Per un mondo senza violenza". Dunque i cristiani devono essere i primi a dare l'esempio. Anzi, come testimoni di Cristo risorto, dobbiamo metterci senza indugio a servizio della pace e della pacifica convivenza tra le genti. Ma come possiamo farlo se permangono delle divisioni? Perci� nell'incontro di ottobre, il Papa, il Patriarca Bartolomeo, il primate anglicano Williams e gli esponenti delle diverse confessioni cristiane testimonieranno la loro volont� di essere pi� vicini gli uni agli altri.

Alcuni osservatori fanno notare come particolarmente significativa la presenza di Kirill, in rappresentanza di Mosca.

Anche se non � la prima volta che il metropolita Kirill viene ai nostri incontri, concordo che la sua presenza sia, in questa fase del dialogo ecumenico, un fatto molto positivo. Se guardiamo ai processi profondi, � indubbio che in questi ultimi anni ci sia un nuovo linguaggio tra Roma e Mosca, una nuova attenzione reciproca. Ora la Chiesa russa ha ricucito il proprio rapporto con le comunit� fuori dalle sue frontiere. � stata una tappa importante e difficile, ma che le consente finalmente di dedicarsi al rapporto con la Chiesa cattolica con rinnovato slancio.

Gli incontri "Uomini e Religioni" hanno anche una forte componente dedicata al dialogo interreligioso. La nuova stagione ecumenica pu� avere positivi influssi anche da questo punto di vista?

Ne sono profondamente convinto. Trovarsi per tre giorni a contatto con gli esponenti di religioni tanto diverse, fa chiedere a noi cristiani che cosa ci unisce e che cosa ci divide ancora. Ma soprattutto ci permette di annunciare insieme ci� che dal Vangelo risulta evidente: e cio� che la violenza oggi cos� diffusa nel mondo si guarisce prima di tutto nel cuore e nella fede.

Eppure a guardarsi un po' intorno si ha come l'impressione che alcune religioni vengono usate pi� per infiammare che per pacificare.

In effetti le religioni possono essere benzina sulla violenza del mondo, o acqua che la spegne. E del resto anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno stigmatizzato a pi� riprese l'uso della religione per motivare la violenza. Questa connessione � profondamente innaturale, se non addirittura blasfema. A mio avviso non dobbiamo cedere alla prospettiva dello scontro di civilt� che � vecchio come il mondo. Ricordo che nel 1936 i cattolici francesi riuniti a Versailles per una delle loro settimane sociali discussero proprio di questo tema. E Pio XI invi� una bellissima lettera in cui scrisse che il cristianesimo deve essere un agente al servizio della convivenza tra popoli e mondi religiosi diversi. Questa � una lezione da tenere presente anche oggi.

Ma � una lezione che interessa davvero, ad esempio, il mondo musulmano?

A giudicare dalle presenze annunciate direi di s�. Dopo l'11 settembre, tra l'altro, abbiamo assistito a una crescita della domanda di incontro. Incontro che si fa anche immagine: uno accanto all'altro, mai pi� l'uno contro l'altro. Io noto nel mondo musulmano - assieme al rafforzamento del radicalismo e del fondamentalismo che non dobbiamo sottovalutare - una ricerca di contatto da parte degli ambienti musulmani laici, ma anche da parte di ambienti religiosi, i quali sentono che la violenza e il terrore offrono un'immagine non vera dell'islam.

Proprio due giorni fa il Papa ha detto parole importanti su terrorismo e libert� religiosa.

� un discorso, quello di Benedetto XVI all'Internazionale democristiana, che tocca punti determinanti. Mi ricordo che, quando nel 1989 per volont� di Giovanni Paolo II l'incontro si svolse a Varsavia, un leader musulmano mi confid�: "Mi avevano detto che l'Europa era scristianizzata, ma guardate quanta gente c'� qui". Io spero che questa sar� anche l'esperienza di Napoli. C'� un volto religioso dell'Europa che � un volto umano, amante della pace. Questo � il volto che vogliamo mostrare ai nostri interlocutori, cio� il volto del dialogo.

Ma che cosa significa in effetti dialogare?

Io credo che il dialogo altro non sia che imparare a vivere insieme. E questo � anche lo spirito di Assisi. Giovanni Paolo II nella citt� di San Francesco non fece grandi discorsi, l� non ci furono trattative. Ma si stette l'uno vicino all'altro in atteggiamento religioso e amichevole. E allora questo � il messaggio: i capi religiosi, dialogando e stando insieme, mostrano che � possibile vivere in pace.

Dialogo s�, ma il rispetto dei di ritti umani?

Sono due facce della stessa medaglia. Per vivere con gli altri, occorre rispettarne i diritti, a partire dalla libert� religiosa che comprende anche il diritto di cambiare religione. Sono convinto che la sparizione dei cristiani dal mondo musulmano impoverisce quel mondo, che resta sempre solo con se stesso e si lacera al proprio interno. L'eliminazione dell'altro diventa una condanna per chi ne � autore. Questa � la grande lezione che abbiamo imparato dalla storia del '900.

Che cosa si aspetta da questo incontro?

Naturalmente Napoli non potr� risolvere i problemi del mondo, ma servir� a mandare un messaggio importante a 360� gradi, grazie alla presenza non solo di cristiani e musulmani, ma anche di ebrei ed esponenti delle grandi religioni asiatiche. L'arrivo del Papa ci aiuter� poi a focalizzare alcuni punti importanti. Benedetto XVI, infatti, ha gi� sottolineato in molti suoi discorsi che la ragionevolezza � terreno fertile per il dialogo. Dal Santo Padre, dunque, ci attendiamo un ulteriore contributo in questo senso, oltre che sul piano ecumenico. Infine vorrei mettere in evidenza l'entusiasmo con cui la citt� si sta preparando ad ospitarci. Napoli che ha bisogno di speranza si trover� in quei giorni al centro di una speranza pi� grande: che gli uomini di culture e di religioni diverse, mettendosi in dialogo, trovino finalmente una via di pace.

Mimmo Muolo