A Napoli, in un clima tutto particolare, si tiene, dal 21 al 23 ottobre, l'Incontro tra leader delle Chiese cristiane, delle Comunit� ecclesiali e delle grandi religioni del mondo. Lo scenario internazionale � segnato da gravi tensioni, che coinvolgono anche le religioni. Si tratta dell'orizzonte ancora marcato in profondit� degli eventi dell'11 settembre 2001, quando si � visto con forza come la religione potesse essere utilizzata per armare la violenza terrorista. Questo � evidente in tante parti del mondo. Lo si sente sulle rive del Mediterraneo, dove si affaccia Napoli. Dopo l'11 settembre, sembr� che non fosse pi� il tempo dell'incontro, del dialogo, dell'amicizia tra leader e credenti dei vari mondi religiosi. Era un �rito� superato, una inutile sopravvivenza bon ton di un tempo di illusioni. Forse anche un po' dannosa, perch� illusoria.
Ma, proprio dopo l'11 settembre, Giovanni Paolo II volle, con la sua autorit�, che si ripetesse l'Incontro interreligioso di Assisi nel 2002. E fu presente, malgrado la fatica del suo corpo malato. Questa scelta rivelava la profonda ansia di pace del Papa in un momento grave per il mondo. Era un'ansia di pace che nasceva dall'aver conosciuto personalmente l'orrore della guerra. Anzi - come spesso diceva - chi ha conosciuto la Seconda Guerra Mondiale ha la responsabilit� di ricordare il male della guerra e di operare per la pace.
Giovanni Paolo II era convinto del ruolo delle religioni nel fondare la pace, ma anche del rischio che scivolassero nella legittimazione della guerra. E lo aveva compreso quando, ancora, la cultura europea era presa dal dogma dell'inevitabile secolarizzazione che, in tutto il mondo, avrebbe ridotto le religioni ad un fenomeno residuale. Per lui le religioni avevano un molo storico, non cancellato da qualche recente mutamento di comportamenti sociali. Si vide questa sua lucidit� anteveggente ad Assisi nel 1986. L�, da cristiano e da Papa, si fece servitore dell'unit� e della fraternit� della famiglia umana. Usc�, da quella storica giornata, con il riconoscimento implicito di un �primato spirituale� (se cos� si pu� dire), attribuitogli da larga parte del mondo religioso.
Giovanni Paolo II scrisse su Assisi: �Segn� l'inizio di un nuovo modo di incontrarsi tra credenti di diverse religioni: non nella vicendevole contrapposizione e meno ancora nel mutuo disprezzo, ma nella ricerca di un costruttivo dialogo in cui, senza indulgere al relativismo n� al sincretismo, ciascuno si apra agli altri con stima, essendo tutti consapevoli che Dio � la fonte della pace�. Egli aveva un intuito profondo dei processi storici che si stavano affermando. In questo senso lanci� quello che poi � stato chiamato lo �Spirito di Assisi�. E da Assisi stessa, nel 1986, chiese di raccoglierlo.
Cogliendo questo messaggio, la Comunit� di Sant'Egidio ha aiutato a continuare il cammino di Assisi: �Ringrazio la Comunit� di Sant'Egidio - scrisse il Papa nel 2002, dopo l'11 settembre - per il coraggio e l'audacia con cui ha ripreso lo "Spirito di Assisi" che di anno in armo ha fatto sentire la sua forza in diverse citt� del mondo. Grazie a Dio, non sono pochi i casi in cui lo "Spirito di Assisi", favorendo il dialogo e la mutua comprensione, ha portato frutti concreti di riconciliazione. Siamo, pertanto, chiamati a sostenerlo e a diffonderlo...�. Non � il caso di ricordare le varie tappe di questo itinerario, ma va detto come un lungo cammino di incontri e di amicizia giunge sino a Napoli, passando attraverso scenari geopolitici differenti.
Il tema dell'Incontro di Napoli (�Religioni e culture in dialogo per un mondo senza violenza�) � connesso al clima internazionale, ma anche alla stessa vicenda della citt� partenopea. Infatti Napoli vive una stagione difficile in cui tante speranze di rinascita si sono esaurite. Resta la realt� della violenza, pur tra tanti elementi positivi. Purtroppo spesso la strada � scuola di violenza per le giovani generazioni. Oggi la Chiesa a Napoli si trova in una stagione in cui rappresenta nella citt� un approdo di speranza e d� educazione alla pace e al vivere insieme. � il messaggio lanciato pi� volte dall'Arcivescovo, il Cardinale Crescenzio Sepe, che trova rispondenza nelle attese dei napoletani.
Cos� due percorsi si incontrano: quello dello �Spirito di Assisi� e quello di Napoli. Napoli non � solo il contenitore di un evento. Con entusiasmo ha mostrato di sentire il gusto di un incontro internazionale che fa della citt� una capitale dell'Incontro interreligioso nel Mediterraneo. Lo si constata dall'interesse della cultura napoletana e dalla domanda diffusa di partecipazione all'evento. Del resto, un incontro come questo non � un convegno accademico, ma risente molto del clima di cordialit� che si crea attorno. Napoli oggi rifiuta la violenza, che talvolta sembra vincente, e ha una grande domanda di pace vera.
Benedetto XVI, parlando ad Assisi nel giugno 2007, ha affermato in proposito: �Lo "Spirito di Assisi", che da quell'evento continua a diffondersi nel mondo, si oppone allo spirito di violenza, all'abuso della religione come pretesto di violenza�. Queste parole del Papa esprimono bene lo spirito che anima l'incontro di Napoli.
In questa prospettiva, si riafferma che la pace non � solo un fatto politico o militare, ma riguarda in profondit� il cuore degli uomini, la cultura dei popoli. Benedetto XVI ha scritto al Vescovo di Assisi: �La pace va costruita nei cuori. Qui infatti si sviluppano sentimenti che possono alimentarla o, al contrario, minacciarla, indebolirla, soffocarla. Il cuore dell'uomo, peraltro, � il luogo degli interventi di Dio�. Infatti, si pu� credere nella pace, anche quando infuria la guerra. La Chiesa, pure nel mezzo di orribili conflitti, ha sempre pregato per la pace, manifestandosi mai rassegnata alle ragioni della violenza e della morte.
Cos� a Napoli si ritrovano donne e uomini di differenti religioni, i quali mostrano di essere cercatori di pace. Tra di essi ci sono personalit� che da tempo frequentano questi incontri. Non � un caso che alcuni firmatari della recente lettera appello di 138 personalit� musulmane alle guide delle comunit� cristiane siano tra i frequentatori di questi incontri, coinvolti nello �Spirito di Assisi�. Ma il risultato non si misura sull'una o l'altra iniziativa, anche se - come scriveva Giovanni Paolo II - dalla mutua comprensione sono nati frutti concreti di riconciliazione. Il vero sforzo � evitare che il clima tra mondi religiosi si deteriori e creare, invece, percorsi per vivere insieme nel rispetto delle differenti identit�.
A Napoli sar� presente il Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I, che ha manifestato da tempo interesse a questo cammino, anche promovendo concrete iniziative. Con lui sar� l'Arcivescovo ortodosso di Cipro, Crisostomo II, reduce da una recente e fruttuosa visita al Papa. Saranno presenti il Primate anglicano Williams e il Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Kobia. Non � qui il caso di enumerare i partecipanti, ma non si pu� non notare il Gran Rabbino askenazita d'Israele, Metzger, una nutrita delegazione musulmana e delle religioni dell'Asia. Non mancheranno, come di consueto, rappresentanti del pensiero laico e umanista. Domenica 21 ottobre, i leader religiosi avranno la gioia di un incontro con il Santo Padre, Benedetto XVI.
Dopo la solenne apertura nel Teatro San Carlo, per un giorno e mezzo, leader religiosi, personalit� della cultura ed altri, si incontreranno in una serie di tavole rotonde, che consentiranno il confronto e il dibattito. Il 23 ottobre, a Piazza del Plebiscito, dopo la preghiera in luoghi differenti, i leader religiosi si raccoglieranno insieme per lanciare un messaggio di pace, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. Incontrarsi rinsalda il clima di fraternit�, allontana disprezzo e odio, mostra che �la religione non pu� che essere foriera di pace�.
La preghiera si svolge �secondo quei cammini distinti che sono propri delle varie religioni�, come ha scritto Benedetto XVI: fu la scelta del 1986 e di tutti gli Incontri che sono seguiti. Non sarebbe onesto sotto ogni punto di vista dare impressioni di qualcosa che non esiste e non � vero: �La convergenza dei diversi non deve dare l'impressione di un cedimento a quel relativismo che nega il senso stesso della verit� e la possibilit� di attingerla� ha scritto il Papa.
Perch� i cristiani, una comunit� cristiana, si pone al servizio di tale impresa, che sembra cos� difficile? Sicuramente perch� ama la pace e crede che la fraternit� tra i popoli risponda alla vocazione delle creature. Certo tante imprese possono attrarre cuori cristiani. E comunicare il Vangelo a chi non lo conosce o lo ha dimenticato � decisivo per ogni generazione di cristiani. Ma lottare, perch� i mondi religiosi non divergano fino a combattersi, esprime un amore non rassegnato. Una comunit� cristiana sa che �il dialogo interreligioso fa parte della missione evangelizzatrice della Chiesa�: evangelizzazione e dialogo
insegnava Papa Wojtyla nella Redemptoris missio - mantengono il loro legame intimo e la loro distinzione, senza essere confusi, strumentalizzabili, giudicati intercambiabili. Incontrarsi tra mondi religiosi differenti non � il sincretismo di un'ora. che attrae le luci dei riflettori. � frutto di una sapienza paziente, realista anche se piena di speranza, consapevole dei rischi della convivenza umana in un mondo globalizzato, ma anche pieno di nuove possibilit�.
Insomma rafforzare la pace fra mondi religiosi � frutto dell'amore cristiano che sgorga dalla fede in Ges�: �In nessun altro nome vi � salvezza; non vi � infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale � stabilito che possiamo essere salvati� dice l'Apostolo Pietro ai capi del popolo e agli anziani (Ac 4, 12). Questa fede motiva l'amore paziente che si ritrova nelle parole di Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986. Alla conclusione di quella giornata il Papa disse: �Professo di nuovo la mia convinzione, condivisa da tutti i cristiani, che in Ges� Cristo, Salvatore di tutti � da ricercare la vera pace... E infatti la mia convinzione di fede che mi ha fatto rivolgere a voi rappresentanti di Chiese cristiane e Comunit� ecclesiali e Religioni mondiali, in spirito di profondo rispetto�. E alla fine concludeva con un pensiero che gli anni successivi avrebbero mostrato tanto vero e preveggente: �Mai come ora nella storia dell'umanit� � divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il gran bene della pace�.
Andrea Riccardi
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