Comunità di S.Egidio


 

18/10/2007


Lo �Spirito di Assisi�

 

�Il fatto che noi siamo venuti qui non implica alcuna intenzione di ricercare un consenso religioso tra noi o di negoziare le nostre convinzioni di fede. N� significa che le religioni, possono riconciliarsi sul piano di un comune impegno in un progetto terreno che le sorpasserebbe tutte. N� esso � una concessione a un relativismo nelle credenze religiose, perch� ogni essere umano deve sinceramente seguire la sua retta coscienza nell'intenzione di cercare e di obbedire alla verit�.

Il nostro incontro attesta soltanto - questo � il vero significato per le persone del nostro tempo - che nel grande impegno per la pace, l'umanit� nella sua stessa diversit�, deve attingere dalle sue pi� profonde e vivificanti risorse, in cui si forma la propria coscienza e su cui si fonda l'azione di ogni popolo. Vedo l'incontro odierno come un segno molto eloquente dell'impegno di tutti noi per la causa della pace�.

Con queste parole il 27 ottobre del 1986, Giovanni Paolo II si rivolse ad Assisi ai rappresentanti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni mondiali che aveva invitato nella citt� di San Francesco per pregare insieme per la pace.

Il Papa fece anche una proposta: in quel giorno avrebbero dovuto tacere tutte le armi nei paesi in guerra. Il 27 ottobre del 1986 fu effettivamente un giorno di tregua in tutto il mondo.

L'incontro di Assisi avvenne quando lo scenario internazionale era ancora diviso in blocchi contrapposti, segnato dal clima della guerra fredda.

Allora sembrava che soltanto le due grandi potenze fossero in grado di risolvere i conflitti o di provocarli. Il resto appariva una sovrastruttura in rapporto alla realt�, dominata dai due imperi.

Ci si chiese se quella preghiera per la pace nella citt� di San Francesco rappresentasse una celebrazione in pi� o fosse un gesto per consolare gli uomini di religione dall'impotenza di fronte al difficile scenario internazionale? L''invito a pregare gli uni accanto agli altri, nel rispetto delle diversit�, nasceva invece dalla convinzione che la fede religiosa pu� sprigionare energie di pace.

A partire dalla �forza debole� della fede - come amava dire Mons. Pietro Rossano, uno dei primi sostenitori di iniziative di dialogo interreligioso - l'incontro fraterno tra uomini di religioni diverse faceva emergere dal profondo di ogni tradizione religiosa il valore della pace.

Si venne cos� a creare un incrocio decisivo tra due percorsi paralleli: quello del dialogo interreligioso e quello dell'impegno dei credenti per la pace.

La pace non era solo lo spazio riservato ai dirigenti delle superpotenze, ma toccava da vicino anche tutti gli uomini di fede. Giovanni Paolo II ebbe un'intuizione profetica: i credenti sono, per la loro fede stessa, cercatori di pace. L'incontro di Assisi non aveva di mira alcun accordo e alcun processo unificante: ciascuna comunit� religiosa appariva con la sua identit�, ma l'una accanto all'altra, non l'una contro l'altra, soprattutto insieme nelle invocazione di pace.

Oggi, forse pi� che in passato, si comprende come Assisi sia il grande frutto di tutta una stagione del dialogo interreligioso. Quel dialogo; iniziato negli armi oscuri del secondo conflitto mondiale e maturato nell'orrore per la guerra e per la Shoah, ha avvicinato i credenti, li ha fatti incontrare e parlare come non era mai avvenuto, e ha dato impulso ad una comune ricerca della pace.

A partire dal Concilio Vaticano II, gli anni Sessanta e Settanta avevano conosciuto una fase feconda delle relazioni ecumeniche e interreligiose, tuttavia non mancarono, in seguito, espressioni di stanchezza e di incomprensioni. Assisi � stato, dunque, luogo di convergenza di tanti percorsi di dialogo, ma anche un punto di arrivo rispetto alla Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, anzi Assisi ne rappresenta una recezione creativa. In un clima di fraternit� e di preghiera, ben diverso da quello delle controversie teologiche, la preghiera mondiale per la pace ha rilanciato in modo efficace l'impegno nel dialogo e ha aperto una rinnovata stagione di solidariet� tra popoli e culture diverse. Da Assisi, dunque, � scaturita una prospettiva nuova e creativa, che ha immesso linfa vitale nel ceppo del dialogo interreligioso.

Come si poteva evitare che la preghiera mondiale per la pace restasse un fatto isolato? L'idea di continuare il cammino iniziato fu della Comunit� di Sant'Egidio che l'anno successivo a quell'incontro decise di riunire a Roma i rappresentanti delle diverse tradizioni religiose.

Nacquero in questo modo gli incontri internazionali di preghiera per la Pace che sono giunti quest'anno alla loro ventunesima edizione che avr� luogo a Napoli, dal 21 al 23 ottobre, in una citt� cos� significativa per la sua storia e la sua collocazione nel cuore del Mediterraneo, crocevia di differenti tradizioni culturali e religiose. Il tema dell'Incontro sar� �Per un mondo senza violenza: religioni e culture in dialogo�.

Di fronte alla violenza tanto diffusa, pur a livelli diversi, nelle nostre societ�, alla conflittualit� dell'attuale situazione internazionale, ma anche allo spaesamento che vive l'uomo contemporaneo - nel Nord come del Sud del mondo -, si sente l'urgenza di riaffermare con coraggio la strada del dialogo e della cooperazione tra le religioni e le culture.

Il percorso di questi incontri � ormai lungo e, dal 1987 a oggi, ha toccato diverse citt� italiane, europee e degli Stati Uniti.

L'Italia, terra d'incontro nel cuore del Mediterraneo, che attraverso antichi percorsi era rivolta ad Occidente e ad Oriente, ha accolto i meetings di Roma, Bari, Milano, Firenze, Assisi, Padova e Venezia, Palermo e tra pochi giorni Napoli.

Allo stesso tempo, varie e significative sono state le tappe in altri Paesi.

Uno degli incontri pi� intensi � stato quello tenuto in Polonia nel settembre del 1989, per ricordare i cinquant'anni dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale, mentre il clima della guerra fredda si stava sciogliendo.

Fu scelta Varsavia, la prima capitale europea colpita dall'occupazione nazista. A poche settimane dal crollo del muro di Berlino, nel centro antico della capitale polacca, gremita da migliaia di persone, il primo settembre di quell'anno c'era un clima trepido, carico di attese per l'imminente cambiamento politico.

Il giorno seguente i leaders religiosi si recarono in pellegrinaggio al campo di sterminio di Auschwitz, una tappa che ha rappresentato un momento alto di questo itinerario: era la prima volta che rappresentanti di diverse religioni si raccoglievano in un campo di sterminio.

Ebrei, cristiani, musulmani, buddisti, induisti deposero corone di fiori sul luogo dei forni crematori e sostarono in silenziosa preghiera in memoria delle vittime dell'Olocausto e di tutti i prigionieri sterminati dal nazismo.

Si � trattato di un pellegrinaggio interreligioso attorno alla Shoah, fino allora mai avvenuto.

Dopo la caduta del muro di Berlino e il rapido aprirsi di tanti varchi nella cortina di ferro si usciva dall'immobilismo bipolare verso un nuovo assetto mondiale.

La riscoperta delle identit� nazionali generava nuovi scenari, con il moltiplicarsi e il frammentarsi dei conflitti. Le aspettative sorte dopo 1'89 sembravano andare in parte deluse, lasciando il posto a un diffuso senso di impotenza.

Le religioni sono state coinvolte nei conflitti, utilizzate per cementare le identit� nazionali, come nel caso dell'ex Jugoslavia. Il rapporto tra le religioni e i conflitti � stato uno dei temi pi� volte trattato nel convegno che ogni anno precede la giornata di preghiera per la pace.

Altra tappa significativa fu nel 1998 in Romania, per la prima volta in un paese ortodosso. A Bucarest la manifestazione assunse una forte connotazione ecumenica: per la prima volta un incontro del genere, organizzato da una Comunit� cattolica, si � realizzato in un paese ortodosso, in stretta collaborazione con il Patriarcato ortodosso. La commozione dei fedeli durante le liturgie cattolica e ortodossa testimoni� allo stesso tempo il ricordo delle sofferenze e anche la fine dell'inimicizia.

Lo scorso anno, per il ventesimo anniversario del 1986, la preghiera per la pace ha avuto luogo nuovamente ad Assisi. Ai numerosi partecipanti � giunto lo straordinario messaggio di Papa Benedetto XVI, in cui tra l'altro ha scritto: �La pace va costruita nei cuori. Qui infatti si sviluppano sentimenti che possono alimentarla o, al contrario, minacciarla, indebolirla, soffocarla. Il cuore, pertanto, � il luogo degli interventi di Dio�.

Quasi facendo eco a questo Messaggio, i duecento leader religiosi giunti nella citt� di San Francesco per l'evento, sottoscrissero un appello di pace nel quale � scritto tra l'altro: �Gli uomini e le donne credenti non sono ingenui. Il secolo che � trascorso ci ha mostrato come guerre mondiali, la Shoah, genocidi di dimensioni non immaginabili, oppressione di massa, ideologie totalitarie, hanno rubato milioni di vite umane e non hanno rinnovato il mondo come promettevano�. Per questo - hanno scritto i leader delle grandi religioni mondiali - �nessuno scontro � un destino inevitabile, nessuna guerra � mai naturale�

Nei prossimi giorni l'Incontro internazionale per la Pace si svolger� a Napoli, in un contesto tutto particolare per la contemporanea Visita Pastorale di Papa Benedetto XVI alla Diocesi partenopea.

Alla Celebrazione Eucaristica presieduta dal Papa in Piazza Plebiscito, infatti, parteciperanno tutti i Rappresentanti delle Chiese e Comunit� cristiane convenuti a Napoli per l'Incontro e tra essi il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I, l'Arcivescovo di Cipro Crisostomo II, l'Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, il Segretario Generale del WCC. Samuel Kobia, e tanti Metropoliti, Vescovi e Pastori delle diverse Chiese e Comunit� cristiane.

Non mancher�, inoltre, un incontro e un saluto con il Papa per tutti i leaders religiosi, non solo cristiani, giunti da ogni parte del mondo.

Napoli, per alcuni giorni, sar� la capitale delle religioni mondiali e della pace nella convinzione che la vita religiosa � decisiva per il futuro del mondo ed � venuto il tempo di una maggiore audacia delle religioni in difesa della pace.

La pace tra le religioni e i popoli, infatti, si � rivelata, nel corso di questi ventuno anni di dialogo e di preghiera nello �Spirito di Assisi�, un grande valore presente in tutte le religioni, pur nella diversit� delle tradizioni.

Lo straordinario incontro che si svolger� a Napoli rappresenta, in qualche modo, un fecondo risultato di un cammino iniziato ad Assisi nel 1986 e continuato dalla Comunit� di Sant'Egidio in quello �Spirito di Assisi� che ha rivelato come la volont� di Dio e l'ansia di tanti uomini sia la pace.

Tre giorni d'incontro, di preghiera e di confronto, per costruire insieme, nel dialogo, �un mondo senza violenza�.

Marco Impagliazzo