Comunità di S.Egidio


 

19/10/07


Messaggero di pace portatore di armonia

 

Prima dei suoi passi, che lo condurranno oggi tra noi, abbiamo sentito vicino il suo cuore: il padre volge lo sguardo dove il suo amore pu� dare pin frutti. E Napoli, fin dai primissimi momenti, si e fatta presente agli orizzonti del pontificato di Benedetto XVI.

Orizzonti alti, dai quali non e preclusa la vista sul panorama di miserie che spesso inquina la vita quotidiana, ma che tuttavia non rnortifica ne abbatte la speranza. E come mai potrebbe, visto che la messa a fuoco costante sulla complessa realt� di Napoli riporta, da ogni lato - quasi fosse un elemento del suo splendido paesaggio - a questo sentimento che none una forma di sterile consolazione ma un modo per esprimere il respiro vitale dell'anima?

Benedetto XVI sa bene che Napoli - soprattutto Napoli - e una citt� che si prende dalla parte dell'anima.

Le cifre, le analisi, i cosiddetti dati di fatto sono certo importanti e contribuiscono a delineare il profilo di ogni comunit�, ma chi si pone in cammino innanzitutto per rendersi vicino, mette nel bagaglio unicamente l'essenziale che serve a dare pin peso alla capacita di amare. Napoli continua a esprimere, in tante sue forme, anche drammaticamente contraddittorie, questo suo primordiale bisogno: sentirsi amata, rompere l'assedio di chi riesce a pronunciare solo giudizi e condanne, come a dare per scontato che la tragica realt� di Napoli e Napoli stessa.

Protagonista e vittima dei suo stessi mali: delle innumerevoli frasi fatte che affollano la sua storia, questa e la pin insidiosa perch�, riporta in prima piano il gravame di una presunta diversit� declinata tutta al negativo. Posta cos�, la vicenda Napoli non sarebbe che un irrimediabile fardello del quale e sempre pi� difficile liberarsi.

Eppure, liberarsi di Napoli, in fondo, si pu�: basta voltare le spalle a secoli di cultura, saltare le pagine di interi capitoli di storia, chiudere gli occhi di fronte alla sua suggestiva bellezza. E, soprattutto, fare in modo che non arrivi al cuore l'emozione della sua intensissima umanit�. Tutte strade, queste, sideralmente lontane dall'itinerario e dalla sostanza del viaggio, che porta oggi Benedetto XVI all'incontro con una delle grandi capitali della storia del mondo, ma anche di quella dell'anima.

Prendere Napoli per il suo verso - che �, appunto, quello dell'anima - non imporr� al Papa di voltare talvolta lo sguardo dall'altra parse o passare sotto silenzio i mali che realmente affliggono la citt�. Nessuno pi� di papa Benedetto, di fronte alle tragedie del mondo o anche alle lacerazioni ideologiche che lo attraversano, ha il dono di volare alto, planando pero sul terreno di una limpida e illuminante chiarezza.

In questo senso Napoli � un microcosmo che replica su di s� contraddizioni presenti anche altrove, ma qui esposte a cielo aperto, insieme ad altre pi� nascoste e da esplorare con strumenti che, forse, non sono in dotazione agli analisti correnti.

Si pu� andare al fondo di Napoli solo se il grado di condivisione e compromissione e totale, fino a considerare che i dati estremi che la riguardano danno - certo - cifre allarmanti ma non azzerano i conti sul versante opposto che e quello delle risorse.

Risorse che fanno di Napoli una comunit� abituata dalla storia e dalla vita a vivere al di sopra dei pararetri ordinari.

Se, dunque, Napoli e la citt� degli eccessi, e se davvero la normalit� non riesce ad avere un suo diritto di cittadinanza, occorre considerare che anche il versante positivo va accreditato di una sua naturale e benefica esuberanza.

E allora l'obiettivo non pub che essere quello di spingere a fondo su questo lato, di aiutare Napoli a dare il meglio di se, e a volgere la sua storia verso un nuovo punto di svolta.

La citt�, potenzialmente, ha ancora tutti i mezzi per riaprire il ciclo della sua grande cultura, senza pin dover vivere delle glorie del passato, e pub continuare a scrivere pagine di storia sul proprio territorio, come su un foglio che si lascia imprimere da tracce indelebili.

La rinascita di Napoli � pi� possibile che mai. E, vorrei aggiungere, e pi� urgente che mai non solo per questa terra ma per il resto del Paese e per la stessa Europa.

Nel giorno della visita del Papa, quasi a dare un seguito concreto a un segno di svolta, l' incontro internazionale della Sant'Egidio rilancia l'antica vocazione della citt� come ponte di dialogo nell'area del Mediterraneo, dove pace, comprensione tra i popoli, e sviluppo cercano orizzonti pi� vasti e condivisi. Per Napoli si apre uno spazio vitale nel quale spendere e mettere in gioco le sue risorse migliori.

Citt� dell'anima, essa e il luogo dove il confronto tra le diverse religioni pub arricchirsi di accenti e di un clima del tutto nuovi; citt� di studi, e l'ambiente nel quale le relazioni tra popoli e stati possono indirizzarsi verso percorsi ancora inesplorati. E un altro aspetto di questi giorni riguarda la Napoli perennemente sotto gli occhi dei riflettori.

Spesso il segno di questa ribalta e al negativo e riguarda il cumulo dei suoi problemi, prima fra tutti il dramma della violenza. Questa straordinaria tre giorni, pub rappresentare a sua volta il segno opposto, e non soltanto come semplice forza d'immagine, poich� i valori che mette in campo sono alti e, quel che pi� conta, concreti.

In una citt� che dispiega al meglio le proprie energie la malavita - organizzata e no - vede franare il terreno sotto i piedi, diventa corpo estraneo fino a provocare un rigetto naturale,tale da modificare anche le modalit� per fronteggiarla.

Si pu� scendere in piazza contro l'invadenza e la ferocia del malaffare - ed e quello che la Chiesa ha fatto e

continuer� a fare - ma si pub anche occupare idealmente le piazze stipandole di condivisione e di solidariet�. Ed e quello che la comunit� ecclesiale e impegnata a fare da sempre anche - e soprattutto - quando fascia il presidio della strada e spalanca le porte delle sue chiese, per mettere in campo il valore e la forza della preghiera.

Oggi, 21 ottobre 2007, a fianco della Chiesa di Napoli, alla quale � stato sempre vicino, si schiera visibilmente il pi�. illustre e autorevole dei suoi esponenti, il suo Capo visibile, un padre mite e dolce che ha preso a cuore la condizione di Napoli ponendola al centro delle cure pastorali della sua chiesa.

Ecco allora il significato di questa visita che e innanzitutto un dono di Chiesa.

Ecco perch� Napoli esulta e Ia sua Chiesa e piena di gioia.

Non siamo soli. La nostra voce trova ascolto e la speranza non si dissolve.

Il tempo per ricominciare non ha scadenze e, quel che pi� conta, Napoli non comincia mai da zero.

Crescenzio Sepe