Comunità di S.Egidio


 

20/10/07


In cammino contro la violenza

 

�Per un mondo senza violenza: religioni e culture in dialogo� � il tema del Meeting che trasformer� la citt� di Napoli in un crocevia di incontro tra leader delle Chiese cristiane, delle comunit� ecclesiali e delle grandi religioni del mondo. Napoli, citt� sulle rive del Mediterraneo, mare che ha collegato tanti popoli con culture e tradizioni diverse, oggi diventa capitale del dialogo. Mentre il Mediterraneo sembra destinato a costituire una frontiera tra due mondi, quello occidentale e quello musulmano, in questi giorni ritrova la sua vocazione di ponte che unisce nella diversit� un mondo complesso. Lo �scontro di civilt� cos� appare una visione semplificata, che non rende ragione della realt�. L�islam non � un mondo compatto, ma contiene culture diverse e sensibilit� differenti, in Asia come in Africa, correnti spirituali, tendenze politiche� Certamente - come � tristemente noto - � attraversato anche da una corrente radicale, che sconvolge il mondo con atti di natura violenta e terrorista. Che cosa possono fare i cristiani di fronte a tali sfide? Non credo che si possano alzare muri n� in senso fisico n� in senso culturale. Bisogna dialogare: parlare al cuore degli uomini spirituali, parlare alla ragione dei realisti, all�interesse degli operatori economici, all'umanit� di tutti. Se il dialogo � parola che sembra accademica, usiamo l�espressione incontro: sulle rive del Mediterraneo. Bisogna creare luoghi di incontro a tutti i livelli, facendo scoprire la saggezza della pace e del rispetto dell'altrui libert�, ma anche ritrovando la pace alla radice di ogni tradizione religiosa. L�incontro a volte non d� risultati immediati, ma, nel profondo, semina pace. Questa � la strada segnata da Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986 per dire con forza che la pace � il nome di Dio e che le religioni non possono essere strumenti nelle mani dei violenti. Quel giorno, il 27 ottobre 1986, ad Assisi i leader delle grandi religioni mondiali sono stati gli uni accanto agli altri per pregare per la pace. Hanno creato una meravigliosa icona di riconciliazione che ha parlato al mondo. �Mai pi� gli uni contro gli altri� come ebbe a dire papa Giovanni Paolo II. Non si tratta di svendere l�identit� cristiana in un sincretismo superficiale: lo �spirito di Assisi� non � una fusione ambigua di religioni ma, al contrario, spinge ogni tradizione ad approfondire le proprie radici e a purificare i comportamenti dei propri fedeli per sciogliere le ragioni della guerra e della contrapposizione. Giovanni Paolo II era convinto del ruolo delle religioni nel fondare la pace, ma anche del rischio che scivolassero nella legittimazione della guerra. Per lui le religioni avevano un ruolo storico, non cancellato dalle spinte alla secolarizzazione che avevano attraversato il Novecento. Ad Assisi nel 1986, Karol Wojtyla, da cristiano e da Papa, si fece servitore dell�unit� e della fraternit� della famiglia umana. Si tratta di una grande intuizione di questo grande Papa, destinata a dare un segnale di speranza che dura fino ad oggi. Giovanni Paolo II scrisse su Assisi: �Segn� l'inizio di un nuovo modo di incontrarsi tra credenti di diverse religioni: non nella vicendevole contrapposizione e meno ancora nel mutuo disprezzo, ma nella ricerca di un costruttivo dialogo in cui, senza indulgere al relativismo n� al sincretismo, ciascuno si apra agli altri con stima, essendo tutti consapevoli che Dio � la fonte della pace�.

Egli aveva intuito profondamente la tendenza di un mondo che viveva nella guerra fredda, ma che si avviava a grandi trasformazioni storiche, come avvenne nell�89. Pi� venti anni fa nacque lo �spirito di Assisi�. Da quel 27 ottobre del 1986, la Comunit� di Sant�Egidio ha raccolto questo messaggio, e ha continuato fedelmente anno dopo anno il cammino di Assisi, facendosi pellegrina in diverse capitali europee, ma anche in importanti citt� di tradizione ortodossa, come Bucarest e fino a citt� simbolo, come Gerusalemme e, in senso diverso, Washington. Il tema dell�incontro di Napoli, �Religioni e culture in dialogo per un mondo senza violenza� � connesso alle tensioni, che ci sono nel mondo, ma anche alla stessa vicenda della citt� partenopea. Infatti Napoli vive un periodo di difficolt� in cui tante speranze di rinascita sembrano essere esaurite. Ma Napoli ha una vocazione storica di essere crocevia di dialogo e di incontro, la realt� di violenza che la ferisce, non pu� farcelo dimenticare. E la Chiesa a Napoli vive una stagione in cui rappresenta nella citt� un approdo di speranza e di educazione alla pace e al vivere insieme. � il messaggio, fondato sulla forza dello spirito, lanciato dall�arcivescovo, il cardinale Crescenzio Sepe, che trova rispondenza nelle attese dei napoletani. Due percorsi si incontrano: quello dello �spirito di Assisi� e quello di Napoli. Con entusiasmo Napoli ha mostrato di sentire il gusto di un incontro internazionale che fa della citt� una capitale del dialogo interreligioso. Lo si constata dall�interesse della cultura napoletana e dalla domanda diffusa tra la gente di partecipare all'evento. Del resto, un incontro come questo non � un convegno accademico, ma risente molto del clima di cordialit� che si crea attorno. Napoli oggi rifiuta la violenza, che talvolta sembra vincente, e ha una grande domanda di pace vera. Benedetto XVI ha scritto: �La pace va costruita nei cuori. Qui infatti si sviluppano sentimenti che possono alimentarla o, al contrario, minacciarla (...). Il cuore dell�uomo, peraltro, � il luogo degli interventi di Dio�. Infatti, si pu� credere nella pace, anche quando infuria la guerra. La Chiesa, pure nel mezzo di orribili conflitti, ha sempre pregato per la pace, manifestandosi mai rassegnata alle ragioni della violenza e della morte. Cos� a Napoli si ritrovano donne e uomini di differenti religioni, cercatori di pace. A Napoli sar� presente il patriarca ecumenico, Bartolomeo I, che ha manifestato da tempo interesse a questo cammino, anche promovendo concrete iniziative. Con lui sar� l�arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos II, il primate anglicano Williams e il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Kobia. Non � qui il caso di enumerare i tanti partecipanti, ma vorrei sottolineare la presenza del gran rabbino askenazita d�Israele, Metzger, dell�importante delegazione musulmana e delle religioni dell�Asia. Non mancheranno, come di consueto, rappresentanti del pensiero laico e umanista. Domani, 21 ottobre, i leader religiosi avranno la gioia di un incontro con il Santo Padre, Benedetto XVI. Dopo la solenne apertura nel Teatro San Carlo, per un giorno e mezzo, leader religiosi, personalit� della cultura ed altri, si incontreranno in una serie di tavole rotonde, che consentiranno il confronto e il dibattito. Marted� 23, a piazza Plebiscito, dopo la preghiera in luoghi differenti, i leader religiosi si raccoglieranno insieme per lanciare un messaggio di pace, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Incontrarsi rinsalda il clima di fraternit�, allontana disprezzo e odio, mostra che �la religione non pu� che essere foriera di pace�. La preghiera si svolge �secondo quei cammini distinti che sono propri delle varie religioni�, come ha scritto Benedetto XVI: fu la scelta del 1986 e di tutti gli incontri che sono seguiti. In conclusione vorrei ricordare le parole indimenticabili di Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986: �Mai come ora nella storia dell�umanit� � divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il gran bene della pace�. Napoli lo mostrer� a tutto il mondo, aggiungendo quello che � genuinamente suo al cammino partito da Assisi nel 1986.

Andrea Riccardi