Il dialogo come �medicina che cura le ferite della divisione e rigenera in profondit� la nostra vita�. � il senso dell�impegno che la Comunit� di Sant�Egidio ha assunto nel sud del mondo da quando, era il 1968, Andrea Riccardi e i suoi volontari cominciarono a lavorare nelle periferie romane. Molto si � detto e s�� scritto su questo movimento di base e spesso, non certo a caso, parlando solo dell�attivit� di mediazione internazionale che Sant�Egidio ha svolto in molti focolai di crisi, a cominciare dal Mozambico. Dimenticando, anche stavolta non a caso, le decine di migliaia di volontari che in ogni continente dedicano tempo e fatica ai poveri e agli emarginati in un�attivit� silenziosa e scientemente lontana da ogni ribalta mediatica. La solenne celebrazione eucaristica che papa Benedetto XVI presieder� domani alle 10 a piazza del Plebiscito e che apre la tre giorni dell�Incontro internazionale per la pace (il tema � �Per un mondo senza violenza: religioni e culture in dialogo�) organizzato da Sant�Egidio insieme con l�Arcidiocesi di Napoli simbolicamente e autorevolmente racchiude proprio la complessit� e lo spessore del percorso che ormai da quasi quarant�anni la Comunit� va compiendo. La militanza �di base� nei luoghi in cui i dimenticati e gli esclusi lottano sovente per la sopravvivenza. E l�audace sfida lanciata ai potenti della terra e a tutti coloro che fanno della pi� atroce delle violenze, la guerra, una scelta di morte. Nella convinzione che nel dialogo non si pu�, e non si deve, mai smettere di credere. L�agenda dei lavori in qualche modo fotografa l�ambizione di un progetto che prende le mosse dall�incontro del 27 ottobre 1986, quando Giovanni Paolo II riun� ad Assisi 124 rappresentanti di religioni cristiane e non cristiane. Sant�Egidio ha raccolto quel testimone e da allora organizza quasi un circuito della speranza che si arricchisce anno dopo anno di nuove tappe e di cui Napoli entra ora a far parte. A cominciare dall�Assemblea plenaria di domenica pomeriggio al San Carlo, a cui � prevista la partecipazione del premier Romano Prodi, che comprende, tra le testimonianze, l�intervento del monaco buddista birmano U Uttara: l�occasione per confrontarsi con un dramma che solo la pacifica determinazione ed il coraggio dei religiosi di quel Paese oppresso ha permesso di sottrarre ad un colpevole oblio. Di un�Europa che ha saputo darsi una moneta ma non ancora un�anima, che vive l�epocale fenomeno dell�immigrazione in larga misura solo come un problema si parler� sotto vari aspetti nella giornata di luned�. In particolare ragionando su come le grandi aree metropolitane stiano tormentosamente ridisegnando la propria essenza per adeguarsi alla multiculturalit� in un processo di metabolizzazione socio-culturale che non ha precedenti nella storia dell�umanit�. Sono trentadue in totale i Panel in cui � articolato l�Incontro di Napoli, con un programma che coinvolge tutta la Campania. Studiosi e rappresentanti religiosi si confronteranno sull�Islam e la pace, su quello che � possibile fare sulle emergenze planetarie in America Latina come in Africa, nel Mediterraneo come in Estremo Oriente. Nella cattedrale di Amalfi luned� pomeriggio sar� conferita la cittadinanza onoraria ad uno dei pi� illustri ospiti dell�Incontro, Bartholomaios I, Patriarca ecumenico ed Arcivescovo di Costantinopoli Nea Roma. Come � tradizione per l�evento voluto da Sant�Egidio, grande e intensa sar� la partecipazione popolare. Che avr� il suo culmine marted� pomeriggio nella Preghiera collettiva per la pace e nella processione finale nella serata dello stesso giorno. Sar� questo anche il momento dell�Appello a tutti gli uomini di buona volont�. Un�opportunit� di riflessione comune, senza filtri d�appartenenza, fuori da logiche di schieramento. La scommessa per il futuro di chi fermamente crede che credere nell�uomo sia la sola salvezza possibile.
Paolo Cavallo
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