Comunità di S.Egidio


 

21/10/07


Appello del premier al dialogo. L�intervento di un monaco birmano: oppressione brutale, aiutateci

 

La tunica arancione, il calmo tono della voce, le mani unite dinanzi al volto. Un applauso intenso accompagna la presentazione del �venerabile� U Uttara. Un monaco birmano, reduce dall�esperienza tragica che ha visto, tra i principali oppositori al regime militare del suo Paese, proprio i religiosi. � forse il momento pi� intenso e appassionato della manifestazione inaugurale del confronto di tre giorni voluto dalla Comunit� di Sant�Egidio a Napoli, per promuovere la pace e il dialogo tra culture e religioni diverse. U Uttara porta la sua testimonianza, in un maestoso teatro San Carlo, silenzioso e attento. Parla della sua nazione, �Bruma�, che �ha subito recentemente orribili e terrificanti repressioni da parte della dittatura militare�. Chiede di pregare per tutte le vittime dell�oppressione. E racconta: �C�erano molti monaci buddisti, molti sono morti, molti sono stati feriti gravemente, molti vivono nascosti e nel terrore. Sono stati coinvolti nelle proteste pacifiste, per aiutare la gente e la societ� di Bruma�. Dure le parole che radiografano quel Paese lontano, ma cos� vicino al significato che la Comunit� di Sant�Egidio d� ai suoi appuntamenti da 21 anni, nello spirito dell�incontro di Assisi voluto da Papa Giovanni Paolo II per promuovere la pace: �Povert� estrema, repressione brutale, corruzione ignobile�. Poi, l�appello: �Abbiamo visto molte migliaia di monaci durante le dimostrazioni pacifiche, ma siamo molto tristi perch� non sappiamo dove si trovino ora. Si sente che i militari li hanno torturati e questo � un insulto al buddismo. Vi prego, aiutateci pregando che questa oppressione brutale finisca�. L�applauso. E Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di Sant�Egidio al suo 40esimo anno di attivit�, spiega nel suo intervento: �La paura, per popoli, nazioni, culture, non � solo sentimento. Diventa politica. � l�incapacit� di un grande disegno che renda migliore un paese e il mondo. La paura diventa cultura. � la cultura del disprezzo per l�altro, perch� di altra religione, di altra etnia, diverso�. E aggiunge: �In Birmania abbiamo visto la forza disarmata dei monaci. In Mozambico, abbiamo visto il miracolo della pace di un popolo che si riconcilia�. Il Mozambico. � un�altra storia, in cui la Comunit� di Sant�Egidio ha svolto un ruolo importante. La pace, dopo una dura e sanguinosa guerra, venne firmata quindici anni fa a Roma, con trattative svolte dalla Comunit�. Ines Zimba � medico, lavora in Mozambico. Il suo Paese. Racconta l�esperienza dei feriti di quella guerra e del progetto �Dream� di cui fa parte. Dice: �L�Aids in Mozambico ha assunto proporzioni allarmanti. Su 18 milioni di abitanti, il 17 per cento � positivo. Ho spiegato che si pu� guarire, vincendo la rassegnazione; il progetto ha introdotto le cure per i sieropositivi. Oggi, 22mila malati sono curati e tremila bambini sono nati da madri sieropositive�. La tragica esperienza della guerra. Si mantiene su temi concreti anche l�intervento del presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi. Che sceglie di sottolineare il peso dei governi nelle scelte di pace. E dice: �Anche l�Italia deve fare la propria parte. Un anno fa, abbiamo chiesto e offerto alle Nazioni unite e all�Unione europea la nostra disponibilit� per mobilitare una significativa forza di pace per il Libano. Il nostro impegno prosegue�. Prodi parla di conflitti e di politica estera: gli scenari del Medio oriente e dell�Africa. Dice: �Abbiamo appena costituito un fondo di pace da usare in coordinamento con quello europeo, nelle aree per noi prioritarie del Darfur e del Corno d�Africa. Ma lavoriamo anche con fondi per lo sviluppo. Sar� mia responsabilit� mettere il tema dello Sviluppo al centro della presidenza italiana del G8 nel 2009�. L�Africa e i suoi problemi di difficile convivenza tra etnie, religioni e trib�. Al San Carlo, ci sono i presidenti di Ecuador e Tanzania. E proprio Jakaya Mrisho Kikwete, presidente tanzanese, porta un messaggio di felice coabitazione, sperimentata nel suo Paese. Dice: �La Tanzania � una nazione con 120 trib�, che aderiscono a diverse religioni di cui il cristianesimo e l�Islam sono le principali. Eppure, siamo rimasti uan nazione stabile e unita. Le differenze tribali, etniche, politiche e religiose non sono mai state fonti di conflitto. I matrimoni misti tra diverse religioni sono un evento comune�. E anche l�avvicendamento politico in Tanzania va al di l� del credo religioso. Il presidente attuale � musulmano, il suo predecessore era cattolico. � la societ� che vorrebbe ovunque la Comunit� di Sant�Egidio. E che, in quel lontano ottobre del 1986 ad Assisi, sognava papa Wojtyla quando riun� i rappresentanti di tutte le religioni nel mondo.

Gigi Di Fiore