Comunità di S.Egidio


 

23/10/07


Per la pace convertirsi al dialogo

 

� ancora forte l�emozione e la commozione per l�incontro con il Santo Padre Benedetto XVI che domenica, nella sua prima visita pastorale alla nostra Chiesa napoletana, ha voluto benedire il nostro cammino umano e credente, e confortare la nostra speranza. L�evento, la citt�, la piazza, la gente, le tante mani protese a raccogliere la benedizione del Papa, i gesti e soprattutto le sue parole hanno contribuito ad allargare orizzonti di dialogo per un mondo senza violenza e per una convivenza pacifica tra uomini che, forti dei valori della pace, sappiano aprirsi alla conoscenza tra diversi per fede e cultura. Le parole del Santo Padre hanno sprigionato una forza straordinaria per costruire un mondo diverso, per incoraggiare i giusti di ogni razza, religione e cultura a diventare compagni di viaggio nel riorganizzare la speranza della terra e la visione di un mondo finalmente redento da ogni conflitto. Una solenne melodia di pace � risuonata nel teatro San Carlo domenica sera, commovente come le note di un violino che all�improvviso sono calate dall�alto di un loggione. In quella splendida cornice si � aperta la celebrazione di un evento storico significativo, fortemente voluto dalla Chiesa napoletana e dalla comunit� di Sant�Egidio.

Una melodia di pace che ha ripercorso, con diverse tonalit� e nelle specifiche e originali note di ognuna delle religioni rappresentate, la sinfonia di un unico sogno: consentire a ogni uomo di benedire la pace, di lottare per la pace, di organizzare la pace convinti che le differenze tra gli uomini non sono un impedimento alla costruzione del bene comune, bens� una grande risorsa. Nel raccogliere le diverse e ricche esperienze, nel sentirmi parte di un avvenimento che onora Napoli per aver ospitato tanti testimoni di pace, ho constatato, non senza emozione, quanto oggi sia necessario, mentre si prospettano conflitti globali, rischiare il dialogo per non essere sopraffatti dal pessimismo di una parola rinunciataria. Il dialogo � costruzione faticosa ed esaltante e certo non esclude ostacoli, resistenze e fallimenti. Il dialogo � bellezza che affonda la logica dei violenti. Forse c�� una relazione tra la disarmonia dell�uomo di oggi, tra la conflittualit� sociale, religiosa, culturale e la violenza che sembra predominare nel nostro relazionarci. La conversione al dialogo � conversione alla bellezza, � saper ricucire rapporti, ricostruire relazioni, anche quelle tragicamente interrotte. � superare la massificazione economica che imprigiona il mondo, che schiaccia la differenza, che emargina chi � diverso e meno dotato. Bellezza � gridare al miracolo, quando dei diversi, come sta accadendo a Napoli, si riuniscono per dialogare, pregare, confrontarsi e trarre vantaggi e ricchezza dalla differenza, che solo apparentemente divide gli uomini. Ma il dialogo necessita anche di strumenti, di segni significativi di ritrovata fratellanza e di riscoperta della dignit� dell�altro. Ha bisogno di segni concreti come il donare una Chiesa della nostra Diocesi, Santa Maria del buon morire in Sant�Agnello, alla Chiesa sorella del Patriarcato ortodosso di Mosca. Consegnarla ieri pomeriggio nelle mani del Patriarca Kiril, metropolita di Smolensk e Kalininsgrad, � stata per me una grande gioia. Ora i nostri fratelli ortodossi avranno nella nostra citt� uno spazio per pregare, incontrasi e svolgere le attivit� pastorali necessarie alla costruzione della loro comunit�. � un segno, questo, che va oltre il dono perch� orienta il dialogo alla costruzione della struttura della pace. L�integrazione passa attraverso la fatica del dialogo e per questo anche l�alto riconoscimento della laurea honoris causa in Relazioni culturali e sociali nel Mediterraneo che il prestigioso Istituto Universitario Orientale di Napoli attribuir� oggi a Sua Santit� Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli, segner� indubbiamente una rinnovata e significativa tappa nell�amicizia tra le Chiese sorelle di oriente e occidente. Un�amicizia che vede Napoli, ponte sul Mediterraneo, pronta a costruire per tutti un futuro nuovo di prosperit�. Da pi� parti in questi giorni si � levato un unico desiderio: la nascita di una organizzazione mondiale, come quella della Nazioni Unite, che consenta alle diverse religioni in dialogo permanente di costruire la pace. Quale possa essere il futuro di questo desiderio � difficile da ipotizzare. Ma se da Napoli � partito quest�appello, la speranza che Napoli lo accolga come ricchezza da gestire e come luogo per organizzarlo non ci abbandona. Nato dalla profezia di Giovanni Paolo II, lo spirito d�Assisi, che ha inaugurato il meeting del dialogo e della pace, davvero potrebbe diventare lo spirito di Napoli.

Crescenzio Sepe