Comunità di S.Egidio


 

il Foglio

23/10/07


Cos� Sant'Egidio cerca di superare la diplomazia del sorriso

 

Napoli. Continuano le indiscrezioni sul diverbio tra il fondatore dell'Universit� degli Emirati Arabi, Ezzedin Ibrahim, il rabbino capo di Israele, Yona Metzger, e il patriarca armeno libanese Aram I al tavolo del Papa durante il pranzo di domenica, primo dei tre giorni che la comunit� di Sant'Egidio dedica, a Napoli, a incontri e riflessioni sul tema "Per un mondo senza violenza, religioni e culture in dialogo". Dagli organizzatori trapela un certo fastidio per come la notizia � stata trattata, con un accento su una questione secondo loro marginale invece che sul fatto che un tavolo cosi composto (Benedetto XVI a pranzo con i rappresentanti delle maggiori religioni del mondo) fosse di per s� un avvenimento, fosse esso un tavolo "del sorriso" o meno. Ieri il convegno sulla pace organizzato dall'Onu di Trastevere � entrato nel vivo, con incontri tra personalit� religiose e di cultura da tutto il mondo: il capoluogo campano � blindato, per strada si incontrano monaci, monsignori e venerabili, sul lungomare sfrecciano auto che trasportano premi Nobel, presidenti di stati esteri, ministri. Ovunque ci si sposta da un luogo all'altro per seguire le tavole rotonde su "conflitto e convivenza", "fede e scienza", "sfida della pace".

II tema � ampio e rischioso, nel senso che il rischio � che possano essere tre giorni ricchi di parole, sorrisi e citazioni di Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta, senza che i problemi principali vengano affrontati. Un esempio in tal senso si avuto ieri mattina quando, moderati dal cardinale Jean Louis Tauran, presidente del pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso, sei esponenti di religioni diverse hanno provato a confrontarsi sul tema "Religioni in dialogo per un mondo senza violenza", incontro tra i legati al tema del convegno. In un clima pacato e rispettoso, hanno preso la parola esponenti del mondo protestante, ebreo, musulmano e buddista. Molte le parole di impegno, di ricerca del dialogo, di rifiuto del sincretismo religioso a fronte della condivisione di "una base di valori comuni", ma l'impressione che resta � che quando ci si deve spostare sul terreno dei fatti, la "politica del sorriso" vacilli un po'. Si conviene sul fatto che "Dio � unico; l'uomo � creato a sua immagine ed � degno di rispetto", ma per esempio non si raccoglie - almeno a parole - l'invito del cardinal Tauran a una "pedagogia della pace", alla necessit� cio� di "educare il cuore dell'uomo" con un dialogo "che faccia emergere i due grandi doni che abbiamo: cuore e ragione".

L'aria che si respira a Napoli � quella che Andrea Riccardi, il fondatore della comunit� di Sant'Egidio, ha descritto domenica: gente che � qui perch� non cede al pessimismo, che crede in un "grande disegno che renda migliore il paese e il mondo" e nella "forza 'atomica' della preghiera". La parola pi� ripetuta � "dialogo", anche se forse la scelta di mettere accanto personalit� cos� diverse espone il fianco a molti "nulla di fatto" al termine dei dibattiti (nessuno vuole rischiare di offendere l'altro) e quando il sorriso lascia spazio alla - pacata - reazione, succede ad esempio che l'iracheno Mandi Al-Khalissi inizi il suo intervento attaccando il "progetto incivile" degli americani che "sfruttano le sofferenze del popolo iracheno", tanto che il moderatore deve interromperlo per ricordargli che il tema del dibattito � "lo spazio di Dio nelle citt�".

Di sicuro il convegno di Napoli ha il grande merito di essere "l'occasione", dice Jean-Dominique Durand dell'Universit� di Lione, "di conoscersi, perch� senza conoscersi si ha paura dell'altro" e di ribadire - come fatto da Riccardi e dall'arcivescovo di Barcellona e neocardinale monsignor Lu�s Martinez Sistach - che il compito dei cristiani � essere una "comunit� che rende presente Dio in mezzo agli uomini".

Piero Vietti