Comunità di S.Egidio


 

24/10/2007


Il racconto

 

La speranza di un mondo migliore ha il volto dei trentasei bambini la cui pelle, non sempre, � dello stesso colore. Risalgono la larga scalinata del palco, indossano le t-shirt con le insegne della Comunit� di Sant�Egidio. Li accompagnano le note de �La vita � bella�, l�inno contro la disperazione che ci ha regalato Roberto Benigni. Consegnano a leader religiosi, capi di stato e ambasciatori della pace la pergamena con l�appello finale che mette nero su bianco lo �spirito di Napoli� che amplifica quello di Assisi. Raccolgono, con molta emozione, non poche carezze. �Luci della pace� cominciano a brillare sullo sfondo di piazza del Plebiscito gremita nel suo settore centrale. Una dopo l�altra le hanno acceso i primati, i mullah, buddisti, e quanti al meeting contro la violenza hanno portato il proprio peso istituzionale e morale.

Sventolano le bandiere degli irriducibili fans del dialogo. Gli applausi indicano l�entit� del consenso che raggiunge i �costruttori di pace� di ogni religione o etnia. � di loro, viene ricordato nell�appellodocumento di sintesi di giornate di intenso lavoro, che il pianeta ha assolutamente bisogno perch� �chi ancora uccide, semina terrorismo e fa guerra nel nome di Dio� sappia che �la violenza � una sconfitta per tutti�. Chiavi che aiutino a vincere il pessimismo che �fa credere che � impossibile vivere insieme�, vengono con forza indicate. Nella piazza risuonano verit� che spesso si preferisce ignorare inseguendo sogni di predominio e di forza. �A Napoli, nel cuore del Mediterraneo - viene scandito - ci siamo chinati sulle ferite del mondo. La violenza � la malattia che sfigura l�umanit�. Per proporre l�arte del convivere, abbiamo bisogno della globalizzazione dello spirito�. Riprende la marcia, come sostiene Andrea Riccardi fondatore della Comunit� di Sant�Egidio, all�inseguimento del �sogno di pace� che sbrigativamente viene definito una utopia. Ma il recupero di ideali senza i �quali si muore o si svende�, e che passano anche attraverso la difesa del pianeta impone passi cadenzati perch� la �pace si realizza con molta pazienza�, e ridando �vigore allo spirito�. Le parole che Benedetto XVI ha pronunciato durante il suo incontro di domenica a Capodimonte, con i leader religiosi, diventano spesso il filo conduttore degli interventi dal palco. �Il dialogo tra le religioni e le culture si oppone all�abuso della fede quale pretesto per la violenza�, ricorda il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano che, assieme al �seme della speranza� per Napoli, che il Papa e il meeting di Sant�Egidio hanno gettato, coglie la grande �forza del dialogo per la pace del mondo�, che dalla sua citt� si sprigiona. � al �coraggio titanico della non violenza� che l�arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzo Sepe, si affida trovando che, nel corso delle giornate di studio e di preghiera, � stato ribadito l�impegno ad una tenace lotta �contro le resistenze che albergano nel cuore dell�uomo�. Ma per �scaldare l�amore, che aiuti a �superare le prepotenze� occorre anche scendere in campo. La Curia napoletana - � l�annuncio che segue - lo far� realizzando una struttura permanente di dialogo interreligioso e culturale che possa trasformare la citt� �nella capitale mediterranea del dialogo�. Da vincere - � il richiamo che arriva da Bartolomeo I, il �Papa� ortodosso, patriaca di Costantinopoli - � �l�allontanamento di Dio dalla vita dell�uomo�, che ha spinto molti �pensatori europei a parlare di un�epoca post-cristiana�, lungo i confini di un relativismo che �trasforma l�uomo in un unico valore�. Anche se, ricorda il patriarca ecumenico citando Dostojevskij, �senza Dio tutto � permesso�. L�ultimo atto del meeting �per un mondo senza violenza�, regala, dal palco di piazza del Plebiscito, l�abbraccio dei leader religiosi che l�orchestra Collegium Philarmonicum sottolinea con enfasi. Tensioni che pure durante colloqui pi� riservati non sono mancati si sciolgono nel �grandangolo� della photo-opportunity del dialogo. Nel pomeriggio ciascuno ha pregato il suo Dio in chiesa come nelle sale di Palazzo reale che per un giorno sono state trasformate in moschee, sinagoghe o templi buddisti. La notte che cala su Napoli regala, per qualche ora, l�immagine di un solo altare dedicato alla pace.

Vittorio Dell'Uva