Comunità di S.Egidio


 

29/10/2007


Questa citt� sa insegnare anche la pace.

 

Il grande incontro dei rappresentanti delle Chiese cristiane e delle religioni mondiali si � appena concluso con successo e Napoli si avvia a diventare capitale del dialogo, grazie anche al progetto annunciato dal cardinale Crescenzio Sepe di realizzare una struttura permanente dedicata appunto al dialogo culturale e interreligioso.

A margine di questi giorni straordinari vorrei fare qualche osservazione non tanto sui contenuti, sul peso delle presenze o sugli esiti del meeting, su cui altri si sono soffermati, quanto piuttosto sul coinvolgimento della citt�. L�apporto delle istituzioni locali, il loro contributo a tutti i livelli - da quello economico a quello organizzativo -, la partecipazione della gente, la presenza dei giovani, la collaborazione di tutti sono stati uno degli aspetti pi� rilevanti di questo incontro per la pace.

Avendo preso parte a tutto il cammino compiuto da Assisi 1986 a Napoli, credo di poter dire che anche per questo l�incontro di Napoli rester� memorabile. La partecipazione alle numerose tavole rotonde previste dal programma � stata non solo massiccia, ma anche attenta e coinvolta. I diversi luoghi di preghiera durante la lunga invocazione per la pace che si � levata l�ultimo giorno sono stati affollati.

I leader religiosi, anche se mancano in citt� comunit� di fedeli della loro religione, non sono stati lasciati soli. Ma soprattutto piazza del Plebiscito si � riempita fin dall�inizio del pomeriggio di una folla partecipe e sintonica, che ha seguito tutta la cerimonia finale con grande commozione. Tutto questo spinge a fare una considerazione su Napoli e su come questa citt� ha vissuto questo appuntamento. Si � trattato di una partecipazione veramente popolare. Questo, accanto all�apporto significativo degli intellettuali ai dibattiti e delle istituzioni culturali che hanno contribuito (anche concretamente) alla riuscita di un vasto confronto, � un dato incontestabile che fa riflettere. Esso aiuta a guardare con occhi diversi questo popolo: non solo plebe confinata nella sua arretratezza culturale e sociale. Non tanto due citt�, quella plebea e quella delle antiche istituzioni culturali, ma una citt� sola, unita nelle sue diverse componenti, che ha saputo vivere il momento perch� ha compreso l�opportunit� che esso rappresentava.

E non � stato solo un evento che si svolgeva in circuiti paludati o blindati. Il programma prevedeva infatti dibattiti e colloqui in periferia e in provincia, nonch� in alcune delle principali citt� della Campania. Il convegno che ha preceduto la giornata di preghiera per la pace era concepito in un orizzonte regionale. � un�altra novit� dell�edizione napoletana, che ha dato luogo ad incontri molto riusciti, in luoghi significativamente riconquistati alla speranza di un mondo senza violenza, da Scampia a Ponticelli, da Torre Annunziata a Ercolano, da Amalfi ad Aversa, fino ad Avellino e Benevento�

Ha detto Andrea Riccardi concludendo la cerimonia di Piazza del Plebiscito: �Il clima di Napoli, l�abbraccio della gente, la collaborazione generosa e convinta delle Istituzioni, ha confortato tutti in quello che non � stato solo un convegno, ma un evento di popolo e di pace. Napoli sa cos�� la pace perch� sa cos�� il dolore della violenza. Con una grandissima partecipazione, Napoli � stata la capitale del dialogo nel Mediterraneo, citt� di pace. Per questo, dico: grazie Napoli!�. Napoli (che ben conosce il bisogno di un mondo senza violenza), ricollocata in un orizzonte internazionale, ha dato dunque il meglio di s�. I capi religiosi si sono incontrati con istituzioni aperte alla collaborazione, con un personale competente e sensibile (da chi si occupava della sicurezza a chi ha lavorato per allestire la macchina del meeting), e soprattutto con quella folla che li ha stretti in un abbraccio cordiale, che esprimeva le sue attese profonde, che sono attese di pace ampiamente condivise. Che nella sua commozione e nel suo desiderio di un contatto � direi � chiedeva una benedizione e motivi per tornare a sperare.

Si � parlato molto dello spirito di Assisi in questi giorni. Ed � lo spirito che da ventun�anni anima questi incontri per la pace. Ma mi pare che si cominci � e giustamente � a parlare di uno spirito di Napoli. Spirito mediterraneo, spirito popolare, spirito dolente e pieno di speranza, che sospinge avanti il cammino dei pellegrini di pace di tutte le religioni, che si sono fermati a Napoli e vi hanno trovato una patria.

Gino Battaglia