Comunità di S.Egidio


 

02/11/2007


No alla pena di morte, la risoluzione all�Onu

 

New York. La battaglia per la moratoria universale della pena di morte � entrata ieri nel vivo: al termine di una maratona negoziale al Palazzo di Vetro, Brasile e Nuova Zelanda a nome di altri 70 co-sponsor hanno depositato il testo che fa appello a tutti gli Stati che ancora mantengono la pena di morte a �stabilire una moratoria sulle esecuzioni in vista della loro abolizione�. Il testo fa anche appello agli Stati che hanno la pena di morte a �ridurne progressivamente� l'uso e �il numero di delitti per i quali pu� essere imposta�, mentre chiede alle nazioni che hanno mandato in pensione il boia a non reintrodurre il regime della �morte di Stato�. L'Assemblea Generale, �guidata� dagli obiettivi e dai principi della carta delle Nazioni Unite e �richiamando� la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, chiede al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon di far rapporto sulla sua attuazione alla 63esima Assemblea Generale che si aprir� a New York nel settembre 2008. �Con oggi speriamo di aver compiuto un passo definitivo e irreversibile verso l'approvazione della moratoria sulla pena di morte�, ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi, sottolineando la �grande soddisfazione non solo per il governo italiano, che ha speso grandi energie per ottenere questo risultato, ma anche per il Parlamento che con un voto unanime - aveva dato forte impulso e convinto appoggio all'azione dell'esecutivo�. La moratoria sulla pena di morte � rimbalzata al Congresso dei radicali italiani a Padova e Emma Bonino, che fino all�altro ieri a New York aveva febbrilmente negoziato sul testo, � scoppiata in un pianto di gioia. Oggi intanto una delegazione della Comunit� di Sant'Egidio guidata dal portavoce Mario Marazziti e la Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte presenteranno al presidente dell'Assemblea Generale, Srgian Kerim, cinque milioni di firme a favore della moratoria. A questo punto comincia la vera battaglia da affrontare, ha detto l'ambasciatore italiano all'Onu, Marcello Spatafora, con �determinazione� ma anche �massima flessibilit�. La risoluzione non � un documento vincolante, ma come tutti i testi varati dall'Assemblea Generale ha forte peso morale, tant'� che per due volte, nel 1994 e nel 1999 i Paesi del partito della pena di morte sono riusciti a far deragliare iniziative analoghe spaccando la coesione europea. Un accordo tra i 27 dell'Unione Europea � stato invece stavolta raggiunto, anche se con qualche difficolt�: alcuni paesi - tra cui Olanda e Belgio - volevano fino all'ultimo un testo pi� forte, puntato sulla richiesta dell'abolizione della pena capitale. Alla fine ha prevalso la linea dell'Italia: moratoria e nulla di pi�. Il fronte pro-moratoria non pu� comunque riposare sugli allori: il testo dovr� affrontare l'ostracismo di Paesi come Egitto, Singapore e alcuni caraibici, determinati ad affondarla con �emendamenti killer� o mozioni di non luogo a procedere. Rispetto a otto anni fa ci sono motivi di cauto ottimismo: negli Stati Uniti, dove gli umori forcaioli del 1999 hanno lasciato spazio a un dibattito pieno di interrogativi sulla opportunit� di fermare il boia, l'ambasciatore all'Onu Zalmay Khalilzad ha lasciato intendere che Washington terr� un basso profilo sulla questione. Lo stesso atteggiamento potrebbe tenere la Cina dove il numero delle esecuzioni � in calo a causa di pi� severe misure giuridiche rispetto al passato. Se tutto andr� come previsto, il testo della risoluzione verr� discusso e votato in commissione tra il 14 ed il 29 novembre, per poi approdare in Assemblea Generale a met� dicembre, in coincidenza con la presidenza di turno italiana del Consiglio di Sicurezza.

Alessandra Baldini