Comunità di S.Egidio


 

10/12/2007

DOPO VERTICE Parlano Mario Giro, Aly Baba Fave, Nino Serbi, Giulio Albanese, Mario Raffaelli e Alex Zanotelli
Africanisti divisi sulla �svolta di Lisbona�

 

�Oggi la storia ha voltato pagina, si � aperto un nuovo capitolo, ora i rapporti tra Europa ed Africa saranno tra eguali�. Come sempre accade tocca al padrone di casa, il premier portoghese Jos� Socrates, decretare la fine dello spettacolo e strappare l'applauso. E cos� � stato anche a Lisbona dove, come in ogni vertice che si rispetti, pur tra polemiche e velenose accuse volate da un tavolo all'altro, tutti se ne sono andati annunciando che � stato scritto un altro pezzetto di storia. Ma, nella migliore delle ipotesi, questa storia � ancora tutta da scrivere e problemi pesanti come macigni restano da risolvere. C'� ad esempio la questione delle regole dei commerci e degli scambi economici. Su questo � venuta a galla la diffidenza dei capi africani nei confronti di un'Europa che appare imbarazzata e incerta di fronte alla prepotente invasione cinese dei mercati africani e al sempre pi� marcato interesse militare-strategico degli americani nel continente. Su questi temi abbiamo raccolto il parere di africanisti ed esperti molto attenti ai temi in discussione a Lisbona.

Mario Giro, della Comunit� di S.Egidio, d� una lettura positiva del summit. �Finalmente, dopo anni, si � svolto questo incontro. Africa ed Europa possono anche discutere in modo forte, apertamente, ma sapendo che hanno una storia ed un destino comuni, hanno linguaggi, visioni ed un umanesimo comuni. Se guardiano al di l� delle questioni affrontate a Lisbona possiamo ad esempio ricordare che I Africa si avvia ad essere il secondo continente senza pena di morte. Molti paesi africani hanno sostenuto la moratoria�.

Anche un africano come il sociologo senegalese Aly Baba Faye considera �positiva l'idea del partenariato tra i due continenti, un tempo c'erano il colonialismo e lo sfruttamento, poi, finita quell�era, � stata archiviata la cooperazione che oggi diventa "paritaria". I cambiamenti per� devono essere concreti, visibili e, nella realt�, l'Europa non riesce ad esprimere una soggettivit� chiara in Africa, avrebbe potuto giocare le sue migliori carte come la vicinanza geografica ed i legami che a f fondano le radici nel passato, ma � mancato il coraggio�. Anche Faye mette l'accento sulla penetrazione cinese e sull'interesse americano per il petrolio africano. �In quanto a Mugabe - prosegue - non si pu� certo dire che sia senza peccato, n� che lo si pu� paragonare a Nelson Mandela, eppure occorre essere consapevoli che, con i suoi atteggiamenti, capta il malessere di molti africani�.

�� positivo il nuovo approccio al partenariato. � positiva l'affermazione che si tratta di un rapporto tra eguali per affrontare insieme le s fide di interesse comune - interviene il segretario generale di InterSos, Nino Sergi - quello europeo � innanzitutto dettato dal fatto che l'Africa � ai nostri confini e rimane quindi prioritaria nella cooperazione; altrimenti l'Europa verr� sommersa dai problemi africani. E tuttavia si parte da realt� politiche e soprattutto economiche estremamente diverse. Su questi piani Europa ed Africa non sona "eguali". Questo processo � dunque solamente agli inizi. Le liberalizzazioni non possono distruggere ci� che per I Africa � essenziale, come ad esempio l'agricoltura che va protetta e difesa�. Ed � proprio sulla questione delle regole del commercio che si � aperto lo scontro a Lisbona. �L'Europa - dice Gulio lbanese, editorialista di Avvenire - pi� che una vecchia signora appare una bell' addormentata. Sta negoziando con gli africani, cio� con le ex-colonie, ma l'obiettivo pare quello di aprire quei mercati ai nostri prodotti, cio� di "vendere" a casa loro. Intanto i cinesi si stanno muovendo in Africa come rulli compressori, portano corruzione e business. E poi ci sono gli americani, sempre pi� interessati all'Africa. L'Europa fa appunto la parte della bella addormentata, ma il problema non � appunto quello di vendere le nostre cianfrusaglie in Africa. Bisogna puntare su un forte rilancio della nostra cooperazione, mentre la politica degli aiuti sta facendo passi indietro�. Eppure, facciamo notare, il 61 % degli aiuti che giungono in Africa arriva da Bruxelles. �L'Europa per� - aggiunge Albanese - non riesce ad esprimere una strategia unitaria, ogni paese si muove per conto suo, nell'orchestra europea vi soro troppi solisti�. Per anni in Africa a contatto con i pi� diseredati, il missionario comboniano Alex Zanotelli esprime un punto di vista critico: �L'Europa sta cercando di riparare, di recuperare perch� si � accorta che, in Africa la Cina la sta spazzando via. Rinviare la data per la conclusione del negoziato sulle regole del commercio avrebbe rappresentato un segnale importante, invece l'Europa non ha concesso nulla e quegli accordi finiranno per affemare ulteriormente il continente. Intanto gli americani stanno cercando la sede per il loro comando in Africa e gi� oggi il 25% del loro petrolio viene acquistato nel continente�, �E poi - dice da Nairobi, Mario Raffaelli, inviato italiano per la Somalia - non sempre gli impegni si traducono in atti concreti. E prioritario rafforzare le capacit� dell'Africa, le sue istituzioni, la societ� civile. Nominare finalmente una task farce europea per il Corno d'Africa rappresenterebbe un passo importante�.

Toni Fontana