Consiglio ai cittadini: �se volete maggiore sicurezza cercate di non far sgomberare i campi rom. Non � la soluzione�. Sembrerebbe una provocazione ma per Mario Marazziti, portavoce della Comunit� di Sant'Egidio che da oltre 40 anni sfamai poveri della capitale, � uno dei modi per frenare la disgregazione sociale in atto nel Paese. E, a pochi giorni dallo smantellamento del campo abusivo di Ponte Mammolo, torna sul concetto, in occasione della presentazione della guida per i senzatetto.
PREGIUDIZI
"Dove 2008" � curata dalla sua comunit� ed edita dalla Provincia di Roma. �� prima di tutto una questione di percezione - spiega - tutte le volte che c'� uno sgombero la popolazione vicina al campo � contenta mentre il resto della citt� va in allarme perch� l'insediamento di rom si sparpaglia e i cittadini pensano che siano nuovi arrivi�. E le istituzioni, in questo momento, non possono permettersi di incoraggiare paure. �Bisogna pensare a piccoli insediamenti attrezzati e monitorati. Dove non si muoia bruciati dentro una roulotte, dove non sia possibile delinquere, dove si possa frequentare una scuola senza il rischio che a met� anno il campo venga buttato gi��. Ma l'amministrazione comunale, che da tempo sta vagliando questa ipotesi, sembra incontrare ostacoli proprio nell'individuazione dei terreni adatti ad ospitare i campi. Per quanto "monitorati", nessuno li vuole vicino la propria abitazione. �C'� un problema culturale di antigitanismo - continua Marazziti - il mondo occidentale vive con un senso di debito nei confronti degli ebrei ma non dei rom che pure hanno subito l'olocausto�. Pericoloso, poi, per la coesione sociale, quando le paure inconsce si legano alla ricerca del capro espiatorio. Per il presidente della Provincia Enrico Gasbarra, �chi, per guadagni elettorali, soffia sulla paura della gente fa un errore spaventoso. La risposta non � il rafforzamento militare della citt�, questa � una idea da bar. La svolta � capire che la soluzione � l'inclusione, non possiamo rischiare uno "scontro di povert�"�. A distanza di un anno dell'entrata in Europa della Romania, si pu� correttamente affermare che l'assalto dei rumeni non c'� stato. �Il boom di arrivi ci fu nel '94 - spiega ancora Marazziti - , � rimasto stabile tra il 1995 ed il 2005 e nell'ultimo anno � in netto calo�. E i crimini? Secondo i dati elaborati dalla Comune. E Sant'Egidio sulla base di fonti Istat e ministeriali, il tasso di propensione al crimine degli immigrati � del 6%, identico a quello degli italiani. Il 35% dei detenuti in Italia � straniero, ma quasi la met� di questi � in carcere per inottemperanza alla Bossi-Fini. �Ben altra cosa rispetto al 1905 - aggiunge ironico - quando negli Usa il 41.5% degli omicidi era commesso da italiani che rappresentavano il 4% della popolazione�. Nel 2006, in Italia, accade invece che il 23% delle vittime di omicidi � una donna straniera cos� come il 24% delle vittime di violenze sessuali, mentre tra il 2004 ed il 2006 sul lavoro sono morti 94 cittadini rumeni, 50 marocchini, 66 albanesi. Per Marazziti, quindi, �il messaggio � chiaro: la sicurezza non � legata all'immigrazione ma all'aumento della fragilit� della societ�. E l'origine di questa sensazione diffusa di insicurezza sta nella mancanza di casa. L'impossibilit� materiale di accedere ai mutui e a pagare gli affitti (saliti a Roma in 6 anni del 91%) hanno colpito una fascia di popolazione che rischia di scivolare se non nella povert�, in un area di vulnerabilit� rischiosa. Nel 2004 l'incidenza dell'affitto sul reddito per una famiglia che viveva in semiperiferia era del 46%. 30 mila famiglie sono in attesa di alloggi popolari. Un cittadino di 30 anni su due � precario, difficile che abbia accesso al credito per comprare casa. �Quando si entra in circuiti di povert� � difficile uscirne - conclude Marazziti - Roma rappresenta un modello esasperato di vulnerabilit�. C'� bisogno di uno sforzo: o si costruiscono di nuove o si requisiscono gli oltre 270 mila immobili sfitti in citt�, altrimenti la situazione non migliora�.
Ai servizi e ai monumenti
Sono almeno 7mila, le persone che vivono per strada, in ripari di fortuna o presso strutture assistenziali.
Per loro la Comunit� di Sant'Egidio ha realizzato anche quest'anno, con il contributo della Provincia di Roma, la guida "Dove". 182 pagine e 500 indirizzi su dove mangiare, dormire, lavarsi ma anche informazioni utili per avere accesso ai servizi esistenti.
La XVIII edizione della guida "Dove" � stata redatta con l'aiuto e l'esperienza delle persone che vivono per strada e sar� distribuita, in 16 mila copie, presso i centri anziani, le associazioni di volontariato, i servizi sociali del Campidoglio e della Provincia.
All'interno del volumetto anche una cartina plastificata di Roma con indicati non solo gli indirizzi utili alla sopravvivenza, ma anche monumenti e bellezze della citt� perch� �anche le persone povere hanno il diritto di godere delle risorse che offre il territorio�, ha detto Mario Marazziti, portavoce della Comunit�.
Luciana Cimino
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