Comunità di S.Egidio


 

19/12/2007

L'Intervista
�Lo Stato non pu� disporre della vita umana�
Per Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di Sant'Egidio questa vittoria all'Onu avvia una nuova �cultura della vita�

 

ANDREA RICCARDI, fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, � sicuramente uno dei protagonisti di questa decisione presa dall'Onu. �Non possiamo non essere contenti questa sera. Un simile voto rappresenta il raggiungimento dell'aspirazione di tanti, innanzitutto di tutti quelli che attendono nel braccio della morte in tanti Paesi. Questo voto sostiene la loro speranza. Lo Stato non pu� disporre della vita dell'uomo, neanche di quelli che sembrano meno salvaguardare la vita. La pena di morte non pu� assicurare la giustizia�.

Qualcosa sta dunque realmente cambiando nel mondo?

�Con il voto dell'Onu viene indicato uno standard morale per cui uccidere, come condanna, viene moralmente riprovato e mostra anche a noi che con forze semplici e con la generosit� dell'impegno si pu� cambiare molto in questo mondo�.

Quali prospettive apre questo successo?

�A questo standard speriamo possano rispondere anche Paesi dove la pena di morte � abolita de facto affinch� possa divenirlo de iure. C'� il valore dell'impegno di questi anni, come la ricerca di una linea euro-africana per la giustizia, e anche tra le regioni di Europa e Asia. In Asia pensiamo al ruolo delle Filippine, coautrici della risoluzione, seguite poi dalla

Nuova Zelanda. E poi ci sono gli Stati Uniti: proprio alla vigilia del voto all'Onu il New Jersey ha abolito la pena di morte. Osiamo sperare che questa vittoria del valore della vita non sia tanto un punto di arrivo ma si traduca in costume, in scelte dei vari Stati, ripresa della cultura della vita che riguarda i malati, i deboli, le vite fragili degli anziani. Non c'� niente che vale pi� della vita�.

Alcuni hanno identificato un fronte islamico contrario alla moratoria...

�Da Sant'Egidio vengono segnali diversi. Abbiamo lavorato tenacemente in Indonesia, coinvolgendo l'ex presidente Waid e Syamsuddin, il capo della pi� grande confraternita islamica che conta 30 milioni di fedeli, per la difesa dei tre cristiani condannati a morte, condanna purtroppo eseguita. C'� molto da lavorare, ma in loro abbiamo trovato gli interlocutori per affrontare l� questione in ambiente islamico. Abbiamo salvato alcune vite in Pakistan, attraverso i varchi offerti dalla sharia. Occorre ed � possibile interagire con il pensiero islamico pi� disponibile�.

Bush a Roma ha voluto incontrarvi. Anche questo tema � stato affrontato?

�Altre morti ingiuste, per abbandono o malattia, abbiamo sottoposto all'attenzione del presidente Usa. E possiamo affermare che sono moltissimi i collaboratori in questa campagna americana. Siamo testimoni dei segnali chiari che provengono dalla Corte Suprema Usa, che ha sancito una moratoria de facto�.

Quanto ha influito l'impegnodella Comunit� di Sant'Egidio nel dialogo interreligioso?

�La tessitura del dialogo contribuisce ad individuare interlocutori con cui condividere riflessioni sulla vita e sul diritto. Questo ha contribuito alla salvezza di Safira e Naima in Nigeria, scampate grazie al nostro intervento. E abbiamo raggiunto in Somalia la commutazione della pena per gli assassini di Annalena Tonelli, in accordo anche con i familiari della dottoressa che tanto aveva lavorato in quella terra�.

Dalla raccolta di firme al coinvolgimento delle istituzioni. Quale � stato il per corso della Comunit� di Sant'Egidio?

�In questi 15 anni � coesistito un lavoro parallelo, dove i due impegni non si sono esclusi a vicenda, perch� l'obiettivo � stato duplice: la salvezza di coloro che stanno nei bracci della morte, e il cambiamento dei sistemi giuridici che prevedono la pena capitale�. Il 24 e il 25 dicembre il Colosseo sar� illuminato per celebrare questa moratoria...

�Un bell'inizio per il quarantesimo anniversario che la Comunit� di Sant'Egidio si appresta a festeggiare. Per noi cristiani sar� il segno di un Natale vero�.

Lia Mancini