UNA DECINA di tavoli apparecchiati nella chiesa di San Giovanni Battista, che anche quest'anno ha ospitato il tradizionale pranzo di Natale della Comunit� di Sant'Egidio. �Una famiglia anche per chi � solo, un pranzo anche per chi � povero: qui ognuno ha un posto per festeggiare in Natale in modo cristiano� dice Sabatino Caso prima di lasciare la parola al vescovo Giusti, che nell�esprimere la sua soddisfazione per il lavoro della Comunit� ha rivolto un appello alle autorit� perch� si rafforzi la collaborazione tra istituzioni e mondo del volontariato, un punto su cui hanno insistito anche gli interventi del sindaco Alessandro Cosimi e di Giorgio Kutuf�, presidente della Provincia di Livorno.
�LA POLITICA da sola non pu� farcela � hanno ribadito � ma con l'aiuto dei volontari si pu� provare a restituire la speranza anche alle fasce pi� deboli della popolazione, e soprattutto ai bambini�. Tocca a don Paolo Razzauti dare voce a quello che sembra essere il sottointeso dei discorsi di tutti: �E' stato un anno molto difficile. La morte dei quattro bambini rom nel rogo di Pian di Rota ha costretto tutti quanti, anche la Chiesa, a interrogarci su parole come accoglienza e integrazione. Oggi siamo qui con un augurio: che sia Natale ogni giorno dell'anno�. Comuni appelli al senso di solidariet� e a un'idea della famiglia che vada oltre i legami di sangue ricorrono nei discorsi di tutti; l'idea di una religione dell'amore e della fratellanza, che sia cristiana o musulmana, ritorna nei commenti della gente seduta ai tavoli, nelle loro storie di dolore e solitudine.
COME QUELLA di Yuri, giovane ucraino con passaporto rumeno strappato all'alcolismo e a una vita di eccessi; quella di Victor, che aspetta un figlio da Maria (la sorella dei bambini rom morti ad agosto), vorrebbe lavorare per aiutare il padre e la madre ammalati e i fratellini che frequentano la scuola, ma � costretto a campare di elemosine; quella di Germaine, fuggita dal Congo perch� perseguitata dal governo per aver favorito la fuga dal fronte di alcuni bambini-soldato, arrivata in Italia con una laurea in comunicazione sociale e costretta a ripartire da capo, che ci dice �chi ha ricevuto aiuto, dopo deve saperlo ridare�. Una famiglia, quella di cui parlano loro, che ha meno a che vedere con lo stato civile dei suoi membri che con la capacit� di saper riconoscere negli altri, per quanto diversi, il proprio prossimo.
Andrea Raspanti
|