Comunità di S.Egidio


 

30/12/2007


Con il freddo, un appello: un rifugio per i senzatetto
La Regione ha stanziato 70 mila euro, si cerca una struttura adeguata

 

ADESSO inizia la lotta contro il tempo, perch� l'abbassarsi della temperatura non colga impreparato il popolo della strada. Quel variegato mondo composto da giovani, extracomunitari e sempre pi� spesso anziani, uomini e donne che si sono trovati da un giorno all'altro senza pi� un tetto e con tanti problemi da affrontare: a volte l'alcol e la droga o la malattia mentale. Sempre la solitudine.

Ad affrontare per prima il problema era stata la Regione alla fine di novembre, aprendo un tavolo con il Comune, i dirigenti delle strutture ospedaliere e le associazioni. Con uno stanziamento di 70 mila curo per individuare una nuova struttura in grado di accogliere chi non ha un tetto e per allargare i posti a disposizione nelle strutture operanti oggi in citt�.

LE ISTITUZIONI. Proposte avanzate dall'assessore alla Sanit�, Claudio Montaldo, nel corso di una riunione alla quale avevano partecipato l'assessore comunale ai Servizi sociali, Roberta Papi, i primari del pronto soccorso di San Martino, Galliera e Villa Scassi e i responsabili delle associazioni di volontariato che sul territorio ogni giorno lavorano per migliorare le condizioni di vita di queste persone (San Marcellino, Sant'Egidio, Fondazione Auxilium, Caritas e la rete di parrocchie e realt� di quartiere). In quella occasione era stato fatto un bilancio: a Genova ci sono due strutture, oggi, in grado di accogliere: 20-25 posti al Massoero, una quindicina all'Archivolto, struttura dell'associazione San Marcellino E sono circa 150, in citt�, le persone che vivono in strada. Di queste, almeno la met� avrebbe assoluto bisogno di un tetto quando fa freddo. Il saldo parla di erica 80-90 persone al freddo e 50 posti letto che mancano.. E le sale d'aspetto dei pronto soccorso si riempiono.

SANT'EGIDIO. Un mese dopo quell'incontro, in attesa che se ne vedano i frutti, il primo grido d'allarme parte dalla Comunit� di Sant'Egidio. Con un appello. �Ci stiamo attrezzando per allestire un centro notturno che possa restare aperto nel periodo pi� critico - racconta Ennio Sconfietti, animatore della Comunit� - ma il problema � trovare un ambiente adatto che possa ospitarci�. Lo scorso anno, nello stesso periodo invernale, era stata "inventata" una soluzione provvisoria grazie alla collaborazione dell'Auxilium che aveva aperto le porte del centro diurno La Casetta di San Fruttuoso, consentendo di sistemare giacigli provvisori. �Ma i problemi erano tanti, perch� ogni sera bisognava rivoltare il centro: togliere tutti i tavoli e le sedie della sala da pranzo per allestire le brande. Poi al mattino rimuovere tutto e pulire per ripristinare la situazione precedente�. Operazioni complicate per almeno una trentina di ospiti a notte dal 25 gennaio al 25 marzo.

Cos�, muovendosi con un certo anticipo, i volontari di Sant'Egidio, coordinati nell'operazione da don Anton�o Lovati parroco di Pra', sperano di riuscire a trovare un locale dove poter alloggiare almeno una quarantina di persone un po' pi� a lungo, tra la met� di gennaio e la met� di aprile. E offrire un servizio integrativo a quello del Massoero che, gi� lo scorso anno, nel periodo invernale aveva incrementato il numero di posti, portandolo a trenta, contro i consueti venti.

�Serve una struttura come una palestra o un salone con almeno due bagni -riprende Sconfietti-da attrezzare per una accoglienza molto aperta, in modo che chiunque arrivi possa trovare una brandina e un materassino�. I potenziali ospiti sono tanti: gi� oggi nelle distribuzioni di pasti caldi organizzate due volte alla settimana (il marted� e il venerd�) vengono offerte tra le 100 e le 110 razioni a sera. Ma � solo una delle tante proposte di solidariet� del volontariato che danno vita a una rete di assistenza capillare sul territorio, coinvolgendo parrocchie e laici. Tra le realt� che organizzano mense e distribuzioni di cibo ai poveri, le parrocchie dell'Assunta, di San Nicola e la Virgo Potens di Sestri, Sant'Eusebio, il vicariato di Pra', San Martino di Albaro, il convento di San Barnaba e il Padre Santo dei Cappuccini a Corvetto, San Siro di Struppa ma anche le Chiese evangeliche riunite e la laica Ronda della solidariet�.

SAN MARCELLINO. Il volontariato ha mille facce e la proposta di San Marcellino (associazione gestita dai Gesuiti) � diversa dalle altre. Non dormitori per molti ma piccole realt� quasi familiari sparse sul territorio, e un rapporto stretto con le istituzioni laiche. �La struttura preposta alle emergenze � Massoero 2000 in accordo con il Comune - dice padre Nicola Gay, responsabile genovese dell'associazione - noi possiamo gestire una settantina di posti letto sparsi sul territorio: nel centro storico, ma anche a Cornigliano e a Manin�. I servizi di mensa sono gestiti in stretta collaborazione con le parrocchie: a San Rocco di Principe, nella parrocchia di San Pio X. �Abbiamo scelto di privilegiare sempre strutture di dimensioni tali da poter mantenere un rapporto diretto e personale con chiunque chieda aiuto - riprende - perch� quando una persona ha fame, non si pu� pretendere che ascolti troppiragionamenti. Ma se si crea una relazione di fiducia, allora � possibile fare di pi�: la vera mancanza per chi vive in strada � il contatto umano, la relazione con gli altri�. Superato il momento emotivo del Natale, quando tanti mettono mano al portafogli per un gesto di altruismo, la grande prova � la quotidianit�.

�A San Marcellino collaborano stabilmente 30 operatorie cinquecento volontari. Ma una grande ricchezza sono anche le 4500 famiglie che ci seguono da lontano e alle quali inviamo il nostro trimestrale "Amici di San Marcellino"�. Numeri che nascondono vicende umane e solidariet�. Nei primi 11 mesi del 2007, la rete tessuta dai Gesuiti ha aiutato 822 persone, per 17 mila interventi.

Bruno Viani