Comunità di S.Egidio


 

Corriere Mercantile

02/01/2008


�La pace � dentro l'uomo, non fuori�
Bagnasco ha sottolineato che questa nasce dalla famiglia, �scuola dimenticata�

 

Due testimonianze dirette, dalla guerra civile africana e dalla battaglia quotidiana per sperare della Romania. Si � aperta cos� la marcia della pace organizzata anche a Genova dalla Comunit� di Sant'Egidio che ha radunatO nella Basilica dell'Annunziata oltre 700 persone (altre poi si sono aggiunte nel corteo che ha raggiunto san Lorenzo). Erano presenti anche la sindaco Marta Vintemi, il presidente della Provincia Alessandro Repetto e il vicepresidente della Regione Massimiliano Costa.

La marcia � diventata ormai un appuntamento del primo giorno dell'anno da quando, era i11968, Paolo VI decise di istituire al 1� gennaio la Giornata della Pace, �quarant'anni di storia nel corso dei quali si � costituita una grammatica della pace, un alfabeto dal quale attingere� ha ribadito l'arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco che ha commentato il messaggio lanciato ieri da Papa Benedetto XVI, �Chi osteggia la famiglia, rende fragile la pace� ha detto in sostanza il Papa accogliendo ieri all'Angelus i partecipanti alla marcia romana.

�Abbiamo una grande scuola di pace, ma forse non la utilizziamo abbastanza�, gli ha fatto eco il presidente della Cei. �E questa scuola di cui tutti siamo alunni per essere costruttori e non programmatori di pace - ha aggiunto - � la famiglia. E' la famiglia la prima agenzia educativa alla pace e quindi deve essere tutelata e promossa�. �La pace - ha quindi proseguito - non nasce fuori di noi ma dentro d� noi. La storia ci ha insegnato che non bastano le strutture esterne per creare la pace e per rendere l'uomo migliore�. Questa convinzione, ha continuato il prelato, �� stata una tragica illusione che ha attraversato la storia�. La Chiesa ha invece da sempre insegnato che la �conversione dei cuori� � il principio primo della pace. Parlando poi dei pastori raffigurati nel presepe, l'arcivescovo ha affermato che �essi hanno visto l'invisibile�. I pastori sono uomini semplici e quindi profondi perch� la semplicit� � sinonimo di saper arrivare alla sostanza delle cose�, ha affermato il cardinale aggiungendo: �Quanto pi� saremo semplici e sapremo liberarci da sovrastrutture ideologiche e culturali, ma soprattutto dalla superbia, dalla presunzione intellettuale, tanto pi� diventeremo capaci di vedere l'invisibile, di vedere Dio�.

Prima della marcia ci sono state due testimonianze importante. Eunice, diciottenne di Gulu, citt� del Nord dell'Uganda, ha raccontato il suo dramma: Ila vissuto la guerra civile e la drammatica realt� dei bambini-soldati. A Genova � arrivata grazie alla Comunit� di Sant'Egidio che ha provveduto a farla operare alla gamba rimasta ferita durante il conflitto. �Da quando sono nata ho sempre conosciuto la guerra e quindi vorrei avvisare noi tutti, i giovani in particolare, che la pace � preziosa. Non diamola per scontata, perch� ognuno � chiamato a vigilare per proteggerla e costruirla� ha ricordato.

Meno drammatica, ma ugualmente difficile la storia di Mara, rumena immigrata a Genova con il marito Agostino e che qui ha deciso di ricostruire la sua vita. �Sono stata molto aiutata - ha raccontato - e la mia esperienza insegna che l'accoglienza � una grande risposta a tanti problemi�.