� la risposta che la comunit� internazionale stava aspettando, dopo l�approvazione da parte dell�Assemblea generale dell�Onu di una moratoria universale della pena di morte, il 18 dicembre scorso. Ed � arrivata per prima dall�Uzbekistan ex Stato sovietico: il primo gennaio il Paese asiatico ha eliminato definitivamente la pena di morte, allineandosi ai vicini Turkmenistan e Kyrgyzistan e ai 133 Stati abolizionisti del mondo. Una svolta storica verso una giustizia senza morte, che apre una breccia nel muro di ostilit� contro la recente moratoria Onu eretto da Cina (oggi il Paese con il maggior numero di pene capitali al mondo) e Iran � che ha aperto il 2008 con 13 impiccagioni in un solo giorno.
Un mercoled� nero invece, quello di ieri a Teheran e nelle roccheforti sud-orientali lungo la �via dell�oppio� verso l�Afghanistan, che si scontra con la straordinaria vittoria degli abolizionisti uzbeki, da due anni impegnati in una dura campagna di sensibilizzazione dell�opinione pubblica insieme alla Comunit� di Sant�Egidio e all��Associazione delle Madri dell�Uzbekistan contro la Pena di Morte�.
Le 13 condanne a morte � tutte per omicidio e traffico di droga � sono tra le pi� numerose eseguite in una sola giornata da quando, a luglio, la repubblica islamica ha incrementato il ricorso alla pena di morte per punire i �comportamenti immorali�. Le impiccagioni sono avvenute tutte all�alba di ieri: otto nel solo carcere di Evin, nella capitale, tre a Qom, in pubblico, due a Zahedan, nel sud-est del Paese. Nel caso dell�unica donna, Raheleh, 27 anni, accusata di aver ucciso il marito nella primavera del 2005, l�appello in extremis della condannata � che aveva chiesto clemenza per poter continuare ad accudire i figli di 5 e 3 anni � non ha fermato la mano del boia. Omicidio, adulterio, rapina a mano armata e traffico di droga continuano ad essere crimini punibili con la pena di morte in Iran, in base alla sharia introdotta nel Paese islamico dopo la rivoluzione khomeinista del 1979. Ma a Sant�Egidio si continua a sperare: �Crediamo in una sospensione mondiale delle esecuzioni�.
Valentina Caivano
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