Comunità di S.Egidio


 

11/01/2008

Mali di Roma Monito del Papa
�Disagio ovunque, la casa un dramma
Gli Invisibili dall'Anagnina a Ostia, dal Laurentino a Castel Giubileo I volontari di S. Egidio: �Sgomberati da un luogo, rispuntano altrove� Educazione difficile: d'accordo prof di scuola pubblica e privata

 

Dopo il monito del Papa alza la voce quella parte di citt� abitualmente dimenticata. Ecco volti e voci di chi aiuta gli ultimi.

Il �gravissimo degrado� di alcune zone della capitale e le crescenti emergenze sul fronti della povert�. Nel duro affondo di ieri sui mali di Roma Benedetto XVI, rivolto al sindaco Walter Veltroni, ha usato parole pesanti come pietre. �La Chiesa � ha detto � attraverso la Caritas e molte altre realt� di volontariato, animate da laici e da religiosi e religiose, si prodiga anche su questa difficile frontiera, sulla quale rimangono evidentemente insostituibili le responsabilit� e possibilit� di intervento dei pubblici poteri�.

Per Francesca Zuccari, docente universitaria ed esponente della comunit� di Sant'Egidio, �sicuramente il problema pi� serio a Roma oggi � quello abitativo, motivo per cui si sono create negli ultimi tempi in citt� zone di insediamenti abusivi abitati soprattutto da stranieri, ora per� in parte eliminate. Diciamo che per certi versi la situazione � ultimamente migliorata, almeno in parte, ma il problema resta ed � serio, con un cambiamento di fondo�. Quale? �Ora la mappa del disagio, dopo alcuni sgomberi di grandi insediamenti abusivi, ad esempio lungo gli argini del fiume, ha generato una situazione molto pi� polverizzata, con disagio sparso, dalle periferie ai viadotti e sottoviadotti. Oggi chi � stato sgombrato da un luogo ce lo ritroviamo in altre parti o alla spicciolata in qualche stazione. Il problema sollevato ieri anche dal papa � comunque molto serio, ma non � certo un problema che si risolve in un mese. Va combattuto alla radice�. Che sarebbe? �Ribadisco la centralit� di politiche abitative seri. A Roma praticamente non esistono alloggi accessibili a stranieri e italiani poveri. Da una parte esiste il fenomeno del sovraffollamento di stranieri in un unico appartamento, dall'altra quello, crescente, di famiglie italiane che non ce la fanno a pagar l'affitto e pi� in generale stentano ad arrivare alla fine del mese. Qui le cose vanno sempre peggio. Nei nostri servizi telefonici di aiuto notiamo un crescente numero di famiglie romane, anche con casa di propriet� e un piccolo reddito, in difficolt�. Cos� come anziani che chiedono aiuti alimentari. Entrambi fenomeni i cui numeri sono raddoppiati in meno di dieci anni�.

Dal Laurentino all'Anagnina, da Ostia a Castel Giubileo, fino alle aree storiche e monumentali (in tenda nei giardini di Castel sant'Angelo), la mappa del disagio in citt� fornita dagli esperti che lavorano sul territorio coincide con quella intercettata nelle numerose inchieste giornalistiche effettuate negli ultimi anni, in cui si � dimostrato come a Roma si arrivi anche a sopravvivere nelle intercapedini della Tangenziale, avendo dimora fissa in un cassonetto o in quegli insediamenti abusivi dove sono maturati i brutali assassinii, da parte di immigrati rumeni, di Giovanna Reggiani, a Tor di Quinto, e dell'impiegato romano Luigi Moriccioli, durante una passeggiata in bicicletta lungo una pista ciclabile.

�Il fenomeno di casi di disperazione, e si tratta soprattutto di stranieri, mi sembra stazionario. In aumento invece sono senz'altro le famiglie italiane che non ce la fanno a pagare le rate o le bollette a fine mese. Spesso ci si rivolge a finanziarie, poi si arriva qui da noi pieni di disperazione...: chi parla � don Marco Rocci, parroco della chiesa di Santa Barbara in via Settingiano, a Capannelle, uno dei tanti preti di frontiera che a Roma si prodigano effettuando servizio di volontariato in strada (l'elenco si trova sulla guida �Roma Dove: mangiare, dormire, lavarsi�, edita da Sant'Egidio): �Da circa quattro anni ad esempio � racconta � ogni mercoled� sera con un gruppo di volontari siamo alla Stazione Tuscolana dove seguiamo circa 120-130 persone a cui diamo vestiario, coperte, da mangiare. Molti sono affetti da problemi psichici. Pi� della met� sono immigrati. Ma non mancano gli italiani�.

Un �ritratto� assai simile a quello che racconta Anita Pecci, presidente della onlus �City Angels Roma�, che svolge volontariato alla Stazione Termini: �Di gente che ha bisogno di aiuto ce n'� sempre di pi� purtroppo. Molti sono stranieri, soprattutto in cerca di lavoro, ma non mancano casi di connazionali che chiedono un pasto caldo. Nostro compito � anche quello di ascoltare le loro storie, e spesso sono storie di persone che un lavoro magari lo avevano e lo hanno perso, perdendo anche la casa in affitto e finendo magari in qualche scantinato o in strada�. Anche ieri i �City Angels� erano a Termini, come ogni gioved� sera: �Non lavoriamo da soli, ma in collaborazione con la parrocchia di San Giovanni Battista di via Baronio, dove diamo una mano al parroco e ad altri suoi volontari�.

Edoardo Sassi