Comunità di S.Egidio


 

20/01/2008

LA "SETTIMANA DI PREGHIERA PER L�UNIT� DEI CRISTIANI" COMPIE 100 ANNI
CAMMINARE INSIEME IN AMORE E VERIT�

 

La "Settimana di preghiera per l�unit� dei cristiani" compie 100 anni. Nasce nel 1908 per opera di padre Wattson, un episcopaliano americano divenuto poi cattolico. Egli immagin� otto giorni di preghiera che partissero, non a caso, dal 18 gennaio, festa della "Cattedra di san Pietro", e terminassero il 25 gennaio, memoria della conversione di san Paolo. L�iniziativa oggi unisce la quasi totalit� dei cristiani.

Il titolo di questa centesima edizione, tratto dall�esortazione di san Paolo ai tessalonicesi: Pregate continuamente (1Ts 5,17), ne sintetizza il senso. Ma quel che caratterizza in particolare questi giorni � l�unirsi in preghiera dei cristiani delle diverse tradizioni. Non � stato un traguardo facile. Questi giorni perci� manifestano essi stessi i notevoli passi nel cammino ecumenico.

Tutte le Chiese e comunit� cristiane hanno ormai la chiara coscienza che la preghiera comune resta il momento pi� alto della comunione fraterna. Ci si lega cos� in maniera diretta alla preghiera che Ges� stesso fece nell�ultima cena, quando preg� il Padre: �Perch� tutti siano una cosa sola� (Gv 17,22). Sta qui la radice dell�ecumenismo, per questo esso non � una questione che riguarda solo gli esperti, un settore particolare accanto ad altri della vita della Chiesa.

L�impegno per l�unit� tra i cristiani appartiene alla struttura dello stesso atto di fede, appunto perch� Ges� � venuto sulla terra per riunire i figli di Dio che erano dispersi. La caratteristica fondamentale dell�ecumenismo � dunque la disponibilit� dei cristiani di stare e di camminare insieme anche se permangono le diversit�. Una regola pratica � fare tutto ci� che possiamo e lasciare al Signore quanto solo lui pu� fare. I cristiani hanno l�obbligo di camminare insieme se vogliono essere discepoli di Ges�. Semmai, il problema � come camminare insieme mentre resistono ancora le differenze.

Due sono i binari che delineano il cammino verso l�unit�. Il primo � quello della ricerca dell�unit� della fede, sapendo comunque che resta sempre un dono gratuito di Dio ai suoi figli. Non va mai dimenticato. Nei decenni passati forse ci siamo illusi che i colloqui teologici avrebbero potuto restaurare l�unit� della fede. Di qui � venuta qualche disillusione, sino a far parlare di "inverno ecumenico". Non c�� dubbio che il cammino verso l�unit� della fede deve continuare con decisione, ma senza scorciatoie e cedimenti, sentendo indispensabile il percorso della verit�.

C�� poi un altro binario, quello dell�amore, che non solo non � disgiunto dal primo ma addirittura lo sostanzia. Riprendo alcune parole dell�allora cardinale Ratzinger in una riflessione a 30 anni dal Vaticano II: �Dovremmo sottometterci sempre al criterio dell�amore di Dio e del prossimo e cercare di venire incontro, a partire da esso, alle grandi sfide del nostro tempo� La fede deve essere un�educazione costante all�amore, al timore reverenziale di fronte alla fede dell�altro, alla tolleranza, alla collaborazione nella diversit�, alla rinuncia, alla disponibilit� attiva per la pace... Pi� importante di tutti i fini immediati di politica ecclesiale � la maturazione quotidiana di ci� che � essenziale: di una fede che opera per mezzo dell�amore�.

Appena divenuto papa, Benedetto XVI ha ribadito la volont� di �assumere come impegno fondamentale quello di lavorare con tutte le energie alla ricostituzione della piena e visibile unit� di tutti i seguaci di Cristo. Non bastano le manifestazioni di buoni sentimenti. Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e smuovano le coscienze, sollecitando ciascuno a quella conversione interiore che � il presupposto di ogni progresso dell�ecumenismo. Chiedo a voi tutti di prendere con decisione la strada di quell�ecumenismo spirituale che nella preghiera apre le porte allo Spirito Santo, che solo pu� creare l�unit�.

Benedetti questi giorni di preghiera che ci permettono di gustare il mistero dell�amore che � la sostanza della verit�. Con Giovanni Paolo II possiamo sperimentare quel che diceva nella Ut unum sint: �Se i cristiani sapranno sempre di pi� unirsi in preghiera comune attorno a Cristo, crescer� la loro consapevolezza di quanto sia limitato ci� che li divide a paragone di ci� che li unisce�.

Vincenzo Paglia