Comunità di S.Egidio


 

01/02/2008

Intervista Parla Andrea Riccardi, fondatore nel pieno deI Sessantotto dell'importante realt�
�Un momento di gioia e di gratitudine�

 

�Un momento di gioia e di gratitudine�: Andrea Riccardi, fondatore della Sant' Egidio, ha definito cos� la festa per il 40� anniversario della Comunit�, che dal quartiere romano di Trastevere ha esteso le sue iniziative di preghiera, amicizia e solidariet� all'Italia e a diverse parti del mondo.

Andrea Riccardi, la Comunit� di Sant'Egidio festeggia il suo 40� anniversario con una solenne celebrazione nella basilica romana di San Giovanni in Laterano; qual � il significato di questa liturgia?

�La festa in Laterano � un momento di gioia e di gratitudine per questa storia di quarant'anni molto romana e molto nel mondo; "Sant'Egidio anche nel mondo � sempre qualcosa di Roma" - come ci disse una volta Giovanni Paolo II - perch� siamo nati a Roma e di essa portiamo il senso concreto della realt� ma anche l'universalit� - la nostra citt� � una terrazza del mondo - e poi per il nostro legame con il Papa, vescovo di Roma. Un momento di gioia in un tempo un po' triste vuoi per la situazione politico-economica vuoi per un mondo pi� difficile convinti che non dobbiamo lasciarci vincere dal pessimismo. Saranno presenti in basilica circa 4.000 persone: gente di Sant'Egidio, amici, poveri, sostenitori e autorit�.

Era il 7 febbraio 1968: quale fu il motivo che vi spinse a tentare questa straordinaria avventura?

�L'avventura di Sant'Egidio si � formata tra gli Anni Sessanta e gli Anni Settanta nel clima del Sessantotto e postSessantotto, in cui tutto era politica. Ma cosa vuoi dire cambiare il mondo se non si cambia se stessi? In fondo la storia e l'orgoglio dell'essere cristiani si gioca proprio nel cambiare se stessi. E cos� in quel Sessantotto, che aveva il grande limite di essere "contro", cominci� il cammino di Sant'Egidio nella periferia romana, quella delle baracche di una Roma che aveva ancora angoli da Terzo Mondo, e cominci� l'amicizia con i pi� poveri; questo poi � diventato anche il discorso con le periferie del mondo: l'Africa, i malati di Aids e le guerre�.

Il quartiere romano di Trastevere � cambiato rispetto a quarant'anni fa?

�A distanza di quarant' anni Trastevere, quartiere pittoresco visitato dai turisti, � diventato un angolo di solidariet� per i pi� poveri (la mensa, la scuola per gli stranieri, la casa per i senza dimora, l'accoglienza per i barboni) e un luogo di preghiera. Le nostre chiese registrano una presenza di 100.000 persone l'anno, proprio perch� bisogna aprire uno spazio di spiritualit� nel cuore di Roma. In questo tempo di uomini e di donne spaesati bisogna ritrovare l'anima. E quello che si vede a San Bartolomeo all'Isola Tiberina o a Santa Maria in Trastevere ma anche nei 35 centri di spiritualit� della periferia; una rete di spiritualit�, di amicizia e di sostegno ai bisognosi�.

Pier Vincenzo Rosiello