Comunità di S.Egidio


 

02/02/2008

L'ANNIVERSARIO
Comunit� di Sant'Egidio il Sessantotto dei cattolici
SIAMO FIGLI di un '68 �senza Marx e senza violenza e del Concilio Vaticano 11�, crediamo nel primato del Vangelo, nell'amicizia e nell'ecumenismo�. La Comunit� di S.Egidio compie 40 anni. I dirigenti festaggiano la vittoria contro la pena di morte all'Onu e promettono nuovi sforzi contro I'Aids in Africa

 

Maggio era alle porte, era nell'aria, alla Sorbona di Parigi la protesta stava per esplodere. Anche a Roma i tempi erano maturi. Molti scelsero Mao, Marx e il Che. Al liceo Virgilio di Roma alcuni scelsero invece il Vangelo e si riunirono alla Chiesa Nuova. �Eravamo un gruppo di studenti che scopriva "l'altra Roma" - ci disse, in occasione di un altro compleanno, il professor Andrea Riccardi, fondatore di S.Egidio - la nostra intuizione originale era il primato del Vangelo, la solidariet� coni poveri e gli emarginati. La comunit� nacque dopo il Concilio e nel clima del '68, con una grande spinta al cambiamento�.

Andarono a �cercare casa� nel cuore di Roma ed affittarono una chiesetta abbandonata ed un monastero a due passi da Santa Maria in Trastevere. Riccardi ed i ragazzi del liceo Virgilio non potevano immaginare che per quelle salette, poi restituite agli antichi splendori (ma sobriamente) sarebbero passati capi di stato africani, imam algerini, l'ex segretaria di Stato Usa Albright, emissari e segreti messaggeri di governi amici e nemici tra loro, vescovi e porporati provenienti dai pi� remoti angoli del pianeta. Cos� la festa del quarantesimo compleanno celebrata ieri a San Giovanni in Laterano, con un rito officiato dal segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone ed un incontro che ha visto la presenza di religiosi, diplomatici e poveri, � diventata da un lato un'involontaria (per ragioni di calendario S.Egidio compie gli anni prima degli altri "sessantottini") anticipazione dei temi e delle discussioni che, nel 2008, ricorderanno la ribellione di allora, e, al tempo stesso un'occasione per tracciare un bilancio dell'�Onu di Trastevere�. Sul primo punto gli ex studenti del liceo Virgilio, non hanno cambiato idea: �Anche se abbiamo oggi qualche anno in pi� - spiega il portavoce Mario Marazziti - siamo sempre figli del '68 e del Concilio Vaticano IL�. Allora, per loro, la trasgressione fu la lettura della Bibbia �senza la mediazione dell'autorit� ecclesiastica�, oggi la ribellione prosegue nell'avversione �per l'ideologia ufficiale che impone di pensare solo a s� stessi� nella solidariet� �con il terzo mondo sotto casa�, nella convinzione che �l'amicizia per i poveri, l'ecumenismo e la pace� rappresentino l'eredit� di un '68 �senza marxismo e senza violenza�. Nel 2008 anche gli altri, i tanti, la maggioranza che scelse invece il libretto rosso di Mao e il Manifesto di Marx, si far� sentire. Polemiche e contrapposizioni non tarderanno ad esplodere, ma chi vorr� contestare il '68 �senza Marx e senza molotov� dovr� partire da dati concreti, dalle tante cose fatte in 40 anni dagli ex studenti del Virgilio diventati professori e messaggeri nel mondo. Non � facile tracciare una �scheda�. Qualche dato aiuta a capire: oggi la comunit� di Trastevere � presente in 70 paesi e si avvale della collaborazione di 50mila volontari. Il sito Web parla in 25 lingue. Dovendo scegliere tra i tanti capitoli del lungo curriculum della comunit�, quello che merita un forte applauso � certamente Dream, programma di cura e di prevenzione dell'Aids in Africa. S.Egidio pu� certamente rivendicare il merito di combattere contro un genocidio silenzioso che ha gi� prodotto 14 milioni di orfani. La strategia adottata dai volontari, che dal Mozambico si sono �allargati� in altri 9 paesi dell'Africa, � quella di somministrare farmaci antiretrovirali alle donne incinte per evitare il contagio. La terapia ha avuto successo nel 98% dei casi. Oltre 2500 medici, tecnici, infermieri e assistenti sono stati formati dal progetto Dream che ha fornito terapie a 50mila pazienti ed ha coinvolto nei programmi sanitari 500mila persone. Riconoscimenti sono venuti dall'Organizzazione mondiale della Sanit� e da molti governi Anche Bush si � informato sulle attivit� di S.Egidio incontrandone i dirigenti.

Anche la diplomazia di S.Egidio, spesso refrattaria ai riflettori, ha privilegiato l'Africa. Non � esagerato affermare che, nelle stanze di piazza S.Egidio di Trastevere, sono passati quasi tutti i capi africani e gli attori protagonisti dei conflitti e delle crisi che hanno trovato sempre mediatori pronti a cercare nelle pieghe dei loro discorsi un frammento utile per giungere alla pace. Cos� � stato per il Mozambico. La lunga guerra civile si � conclusa con una firma proprio a Roma. Dal Burundi, al Togo, alla Costa d'Avorio, ma anche dal Guatemala alla Colombia, i mediatori di S.Egidio, Mario Giro, don Matteo Zuppi e tanti altri, hanno lavorato nelle convinzione che la pace va data sempre una chance. Cos� nelle periferie delle nostre citt� hanno svolto un �lavoro concreto per riannodare le ragioni del vivere insieme� che ha permesso di raffreddare �in molte aree del Paese e in molte citt� europee lo scoppio di conflitti tra vecchi e nuovi cittadini fatti segno di episodi di razzismo e di emarginazione prolungata�. Guardando al 2007, che si � da poco concluso, la comunit� di S.Egidio elenca tra i risultati pi� significativi �la vicenda felice dell'approvazione alle Nazioni Unite della risoluzione per la moratoria universale della pena capitale�. La comunit�, difendendo tenacemente la necessit� di una �giustizia senza morte� � stata uno dei protagonisti pi� attivi di questa battaglia che ha visto il governo italiano attore decisivo al palazzo di Vetro. S.Egidio ha raccolto 5 milioni di firme contro la pena di morte ed ha favorito il �coinvolgimento attivo� di molti stati africani che hanno fatto valere il loro voto all'Onu. Riccardi non ha rinunciato ad iniziative dirompenti, trasgressive. Furono loro ad esempio ad invitare a Roma Hassan Al-Tourabi, mente dell'integralismo islamico ed ispiratore (poi caduto in disgrazia) del regime di Khartoum e a tentare una mediazione difficilissima in Algeria. S. Egidio ha affrontato anche prove difficili e non coronate da successo nella convinzione che �il fondamentalismo non � solo islamico, ma anche ebraico e cristiano. I1 fondamentalismo non crede che le ragioni della fede possano farsi strada nel cuore dell'uomo e vuole forzare i tempi e le coscienze�.

Toni Fontana