Comunità di S.Egidio


 

02/02/2008


Nata a Roma nel 1968. Oggi presente in 70 Paesi

 

Nella chiesa di Sant'Egidio c'� un loro simbolo forte: un antico Crocifisso senza croce e senza braccia, un tronco ligneo dal volto umano di Ges�, il "Cristo dell'impotenza": quello che impegna la Comunit� di Sant'Egidio a �cambiare il mondo senza ricorrere al potere e a mezzi forti�. Nata a Roma nel 1968, all'indomani del Concilio Vaticano Il, oggi la Comunit� di Sant'Egidio � un movimento di laici a cui aderiscono pi� di 50mila persone, impegnato nella comunicazione del Vangelo e nella carit� a Roma, in Italia e altri 70 Paesi: un �"Associazione pubblica di laici della Chiesa"�, si legge nel sito della Comunit�.

La preghiera, che �accompagna la vita di tutte le comunit� a Roma e nel mondo�, ne costituisce �un elemento essenziale�, il �centro� e il �luogo primario dell'orientamento complessivo della vita comunitaria�. La Comunit� prende il nome dal piccolo ex-monastero di clausura nel cuore di Trastevere, accanto alla Basilica di Santa Maria. Vangelo e preghiera, amicizia, poveri, dialogo e pace sono stati gli impegni della Comunit�. Il lavoro nelle periferie urbane e nel mondo, sempre volontario, gode del riconoscimento dell'Unione europea. E negli anni ha portato alla Comunit�, fra gli altri, i premi Niwano per la Pace, il Premio Balzan per la Pace e il premio Unesco per la Pace, e, pi� recentemente, nel 2007, la Menorah d'Oro per il lavoro mondiale di amicizia con il mondo ebraico e l'impegno contro il pregiudizio, l'odio razziale e l'antisemitismo.

La preghiera, insieme alla memoria, sono fonte d'impegno quotidiano per il riavvicinamento tra le Chiese e le grandi tradizioni religiose mondiali, che ha la punta pi� alta nei meeting internazionali �Uomini e Religioni�. La XXI edizione, alla fine del 2007 a Napoli, ha visto l'incontro dei grandi leader religiosi mondiali con Benedetto XVI, con la presenza del patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli, del metropolita Kirill del Patriarcato di Mosca, del rabbino capo d'Israele Yona Metzger, del primate anglicano Rowan Williams, di numerose personalit� islamiche. Per riaffermare lo "spirito di Assisi" come �centro di una pedagogia della pace� in un tempo di usi strumentali della religione.

In questi quarant'anni � cresciuta anche la capacit� d'intervento e facilitazione della Comunit� in diversi scenari del mondo, fino alla mediazione operata con diversi successi in varie crisi umanitarie e conflitti contemporanei, dal Mozambico al Burundi, dal Guatemala alla Liberia, dalla Costa

d'Avorio, al Togo, dai Grandi Laghi ai Balcani alla Colombia, all'Uganda del Nord, alla Casamance e al Darfur. L'anno appena trascorso si � concluso con l'approvazione all'Onu della Risoluzione per una Moratoria universale della pena capitale. Passaggio storico per affermare una giustizia che rispetti sempre la vita. Un grande successo italiano e mondiale, a cui Sant'Egidio ha lavorato per oltre un decennio. La Comunit� lavora con costanza per sciogliere le cause di una "violenza diffusa" che appare un

tratto del nostro tempo. E laddove le istituzioni appaiono in difficolt�: le baraccopoli spontanee delle periferie italiane, dal Congo alle maras del Salvador, dai quartieri difficili di Napoli e Palermo alle zone di guerra e frontiera in Africa e America latina, alle carceri.

Ci sono poi le mostre "Abbasso il grigio!", i convegni culturali sul "caso zingari", sul "contributo dell'ebraismo al mondo contemporaneo", sui "Trattati di Roma" all'origine dell'Ue, assieme alla partecipazione alla nascita del Memoriale della Shoah alla Stazione Centrale di Milano (161112007), le Guide per persone senza dimora "Dove" (in otto citt� europee oltre a Roma) e per gli anziani poco autosufficienti

"Come rimanere a casa propria da anziani" (in dieci citt� italiane), l'impegno pubblico a favore della vita debole senza eccezioni, l'impegno nelle periferie umane e urbane del Sud Italia e del mondo (Napoli, "Per un Mondo senza violenza", con la visita del capo dello Stato, Giorgio Napolitano), ma anche le memorie di dolorose ferite nel cuore dell'Europa, dall'attentato di Atocha, a Madrid, agli incontri di Firenze, Roma e altre citt� su "Vivere per strada e morire per strada".

Ma il filo che lega vita e storia di Sant'Egidio, la vita difficile di piccole comunit� di cristiani in terre complicate come il Pakistan, l'India, l'Indonesia, le comunit� che vivono la loro amicizia con i poveri e la preghiera serale nelle pi� confortevoli citt� europee, � stato lo sforzo di vivere con i poveri l'amore di Ges� per i poveri. Come anche nel rapporto antico con i cristiani arabi, cattolici e di altre tradizioni, nei Paesi a maggioranza arabo-islamica, alimentatosi di solidariet� concreta.

(P.Cio.)